Papa: in Quaresima confrontiamoci con la realtà concreta di un migrante
Mentre il bollettino dei medici del Policlinico Gemelli parla di “condizioni cliniche che nella loro criticità dimostrano un lieve miglioramento”, il Vaticano ha diffuso il messaggio preparato da Francesco per il cammino verso la Pasqua, intitolato quest'anno "Camminiamo insieme nella speranza".
Città del Vaticano (AsiaNews) - “Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarsi con la realtà concreta di qualche migrante o pellegrino e lasciare che ci coinvolga, in modo da scoprire che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre”. Mentre il mondo continua a pregare per la sua salute, anche dal Policlinico Gemelli papa Francesco continua a indicare la strada degli ultimi come via del Vangelo, attraverso il suo magistero.
L’ultimo bollettino medico ieri sera ha parlato di “condizioni cliniche che nella loro criticità dimostrano un lieve miglioramento” e questa mattina la Sala stampa vaticana ha fatto sapere che “il papa ha riposato bene, tutta la notte”, mentre ieri sera ha compiuto la consueta telefonata alla parrocchia latina della Sacra Famiglia a Gaza. Oggi intanto è stato diffuso il messaggio che il pontefice ha preparato per l’ormai imminente Quaresima che - nell’anno giubilare - si intitola “Camminiamo insieme nella speranza”. E proprio in questo testo, richiamando il lungo viaggio del popolo di Israele verso la terra promessa, narrato nel libro dell’Esodo, Francesco rivolge ancora una volta il suo pensiero “a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e di violenza e vanno in cerca di una vita migliore per sé e i propri cari".
Da questa esperienza - aggiunge - sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione? Sono veramente in cammino o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità? Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità?”.
Il papa sottolinea poi che si tratta di un viaggio compiuto sempre “insieme”, nello stile sinodale da lui additato alla Chiesa. “In questa Quaresima - commenta - Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini”.
Infine papa Francesco richiama la “speranza che non delude” (cfr Rm 5,5), messaggio centrale del Giubileo, ma anche “orizzonte del cammino quaresimale verso la vittoria pasquale” perché nella resurrezione di Gesù “la morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani”. Di qui l’invito a chiedersi: “ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?”.
“La Vergine Maria, Madre della Speranza - conclude papa Francesco - interceda per noi e ci accompagni nel cammino quaresimale”.