Papa: in Messico, superare la "stanchezza della fede" e convertirsi
Leon (AsiaNews) - L'"Anno della fede", convocato da Benedetto XVI "è un invito ad un'autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo", un invito che i vescovi dell'America latina hanno fatto loro nella Misión Continental, che vuole "superare la stanchezza della fede e recuperare la gioia di essere cristiani, l'essere sostenuti dalla felicità interiore di conoscere Cristo e di appartenere alla sua Chiesa. Da questa gioia nascono anche le energie per servire Cristo nelle situazioni opprimenti di sofferenza umana, per mettersi a sua disposizione, senza ripiegarsi sul proprio benessere".
C'è una folla immensa, nel Parque del Bicentenario di León, dove questa mattina (ora locale) il Papa celebra messa, non lontano dall'immenso Cristo, alto 22 metri, che domina il santuario che Benedetto XVI sorvola in elicottero per recarsi al luogo della celebrazione.
Cinquecentomila persone, che confermano l'entusiasmo col quale i messicani stanno accogliendo il Papa, che oggi celebra l'unica messa pubblica di questa visita in Messico, che si conclude domani, quando Benedetto XVI lascerà questo Paese e si recherà a Cuba.
Oggi, con il Papa sono presenti anche i presidente delle 22 conferenze episcopali del Continente e i vescovi del Messico.
Benedetto XVI prende spunto dalle parole del salmo responsoriale "Crea in me, Signore, un cuore puro" (Sal 50,12)". "Questa esclamazione - dice - mostra la profondità con la quale dobbiamo prepararci per celebrare, la prossima settimana, il grande mistero della passione, morte e risurrezione del Signore. Questo ci aiuta anche a guardare nel profondo del cuore umano, specialmente nei momenti che uniscono dolore e speranza, come quelli che attraversa attualmente il popolo messicano ed anche altri popoli dell'America Latina". Il riferimento è alle violenze e al narcotraffico che insanguinano anche questo Paese, dei quali il Papa ha parlato già durante il volo che lo ha condotto qui e che ieri ha avuto un momento particolarmente significativo nell'incontro di Benedetto XVI con alcuni parenti delle vittime della violenza. E anche oggi, all'Angelus, dice: "in questi momenti in cui tante famiglie si ritrovano divise e costrette all'emigrazione, molte soffrono a causa della povertà, della corruzione, della violenza domestica, del narcotraffico, della crisi di valori o della criminalità, rivolgiamoci a Maria alla ricerca di conforto, vigore e speranza. E' la Madre del vero Dio, che invita a rimanere con la fede e la carità sotto la sua ombra, per superare così ogni male e instaurare una società più giusta e solidale". "Supplico ora - conclude - che la sua presenza in questa cara Nazione continui a richiamare al rispetto, alla difesa e alla promozione della vita umana e al consolidamento della fraternità, evitando l'inutile vendetta ed allontanando l'odio che divide".
E', alla fine, il richiamo alla conversione dei cuori della quale il Papa invita nel corso della messa. "L'anelito di un cuore puro, sincero, umile, gradito a Dio - dice - era già molto sentito da Israele, man mano che prendeva coscienza della persistenza del male e del peccato nel suo seno, come un potere praticamente implacabile ed impossibile da superare. Non restava che confidare nella misericordia di Dio onnipotente e nella speranza che Egli cambiasse dal di dentro, dal cuore, una situazione insopportabile, oscura e senza futuro. Così si aprì la strada al ricorso alla misericordia infinita del Signore, che non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva. Un cuore puro, un cuore nuovo, è quello che si riconosce impotente da sé stesso e si mette nelle mani di Dio per continuare a sperare nelle sue promesse. In questo modo, il salmista può dire convinto al Signore: 'torneranno a te i peccatori'. E, verso la fine del salmo, darà una spiegazione che è contemporaneamente una ferma confessione di fede: 'Un cuore affranto e umiliato, tu non lo disprezzi'".
"Anche oggi, da questo parco, con il quale si vuole ricordare il bicentenario della nascita della Nazione messicana, che ha unito molte differenze, ma con un destino ed un'aspirazione comuni, chiediamo a Cristo un cuore puro, dove egli possa abitare come Principe della pace, 'grazie al potere di Dio, che è il potere del bene, il potere dell'amore'. E, affinché Dio abiti in noi, bisogna ascoltarlo, bisogna lasciarsi interpellare dalla sua Parola ogni giorno, meditandola nel proprio cuore, sull'esempio di Maria. Così cresce la nostra amicizia personale con Lui, si impara quello che Egli attende da noi e si riceve incoraggiamento per farlo conoscere agli altri".
"In Aparecida, i vescovi dell'America Latina e dei Caraibi hanno colto con lungimiranza la necessità di confermare, rinnovare e rivitalizzare la novità del Vangelo, radicata nella storia di queste terre 'dall'incontro personale e comunitario con Gesù Cristo che susciti discepoli e missionari'. La Misión Continental che si sta portando avanti, diocesi per diocesi, in questo Continente, ha precisamente l'obiettivo di far arrivare questa convinzione a tutti i cristiani e alle comunità ecclesiali, affinché resistano alla tentazione di una fede superficiale e abitudinaria, a volte frammentaria ed incoerente. Anche qui si deve superare la stanchezza della fede e recuperare 'la gioia di essere cristiani, l'essere sostenuti dalla felicità interiore di conoscere Cristo e di appartenere alla sua Chiesa. Da questa gioia nascono anche le energie per servire Cristo nelle situazioni opprimenti di sofferenza umana, per mettersi a sua disposizione, senza ripiegarsi sul proprio benessere'. Lo vediamo molto bene nei Santi, che si dedicarono completamente alla causa del Vangelo con entusiasmo e con gioia, senza badare ai sacrifici, anche quello della propria vita. Il loro cuore era una opzione incondizionata per Cristo dal quale avevano imparato ciò che significa veramente amare fino alla fine".