24/05/2014, 00.00
VATICANO -TERRA SANTA
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Papa: in Giordania, si abbandoni in Siria "la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi"

Dalle rive del Giordano, incontrando un gruppo di profughi siriani, Francesco chiede che si ritorni alla via del negoziato". Dio converta i violenti e coloro che hanno progetti di guerra e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione".

Amman (AsiaNews) - Un "accorato appello per la pace in Siria" lanciato accanto a centinaia di profughi di quel Paese ha concluso la prima giornata di papa Francesco in Terra Santa. Un appello giunto dalle rive del Giordano, da Bethany beyond the Jordan, uno dei due luoghi (l'altro è vicino a Gerico, nei Territori occupati, dall'altra parte del fiume) dove si ritiene sia stato battezzato Gesù.

Da qui il Papa ha rinnovato la richiesta - fatta già nel suo primo discorso ad Amman - alla comunità internazionale perché aiuti la Giordania nell'aiuto ai profughi e ha lanciato l'appello per la pace. "Si abbandoni da parte di tutti - ha detto - la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato". E, alla fine dell'incontro è tornato a chiedere che prevalgano "la ragione e la moderazione", per concludere con "Dio converta i violenti e coloro che hanno progetti di guerra".

E' il tramonto quando il Papa incontra circa 600 persone, tra rifugiati e giovani disabili, raccolti nella chiesa latina ancora in costruzione e la cui prima pietra venne benedetta da Benedetto XVI durante la sua visita, il 10 maggio del 2009. Prima di arrivare nella chiesa, papa Francesco, accompagnato dal re e dalla regina, si è recato sulla riva del fiume, del quale con la mano ha raccolto un po' d'acqua e si è soffermato in preghiera.

"Il luogo in cui ci troviamo - ha detto poi al gruppo di rifugiati e disabili - ci ricorda il battesimo di Gesù. Venendo qui al Giordano a farsi battezzare da Giovanni, Egli mostra la sua umiltà e la condivisione della condizione umana: si abbassa fino a noi e con il suo amore ci restituisce la dignità e ci dona la salvezza. Ci colpisce sempre questa umiltà di Gesù, il suo chinarsi sulle ferite umane per risanarle. E a nostra volta siamo profondamente toccati dai drammi e dalle ferite del nostro tempo, in modo speciale da quelle provocate dai conflitti ancora aperti in Medio Oriente. Penso in primo luogo alla Siria, lacerata da una lotta fratricida che dura da ormai tre anni e ha già mietuto innumerevoli vittime, costringendo milioni di persone a farsi profughi ed esuli in altri Paesi".

"Ringrazio - ha proseguito - le Autorità e il popolo giordano per la generosa accoglienza di un numero elevatissimo di profughi provenienti dalla Siria e dall'Iraq, ed estendo il mio grazie a tutti coloro che prestano la loro opera di assistenza e di solidarietà verso i rifugiati. Penso anche all'opera di carità svolta da istituzioni della Chiesa come Caritas Giordania e altre che, assistendo i bisognosi senza distinzione di fede religiosa, appartenenza etnica o ideologica, manifestano lo splendore del volto caritatevole di Gesù misericordioso. Dio Onnipotente e Clemente benedica tutti voi e ogni vostro sforzo nell'alleviare le sofferenze causate dalla guerra!"

"Mi rivolgo alla comunità internazionale perché non lasci sola la Giordania nel far fronte all'emergenza umanitaria derivante dall'arrivo sul suo territorio di un numero così elevato di profughi, ma continui e incrementi la sua azione di sostegno e di aiuto. E rinnovo il mio più accorato appello per la pace in Siria. Cessino le violenze e venga rispettato il diritto umanitario, garantendo la necessaria assistenza alla popolazione sofferente! Si abbandoni da parte di tutti la pretesa di lasciare alle armi la soluzione dei problemi e si ritorni alla via del negoziato. La soluzione, infatti, può venire unicamente dal dialogo e dalla moderazione, dalla compassione per chi soffre, dalla ricerca di una soluzione politica e dal senso di responsabilità verso i fratelli".

"Al termine di questo incontro, rinnovo l'auspicio che prevalgano la ragione e la moderazione e, con l'aiuto della comunità internazionale, la Siria ritrovi la via della pace. Dio converta i violenti e coloro che hanno progetti di guerra e rafforzi i cuori e le menti degli operatori di pace e li ricompensi con ogni benedizione".

 

 

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