Papa: in Asia necessari solidarietà, dialogo e lotta alla povertà
Salutando il nuovo ambasciatore del Nepal presso la Santa Sede, Benedetto XVI invita le autorità a sradicare povertà e guerre; fiducia nel raggiungimento di una completa libertà religiosa nel Paese.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Preoccupazione per le violenze in Nepal e un invito a promuovere la collaborazione tra le nazioni asiatiche contro guerra e povertà è quanto Bendetto XVI ha detto al nuovo ambasciatore nepalese presso la Santa Sede, Madan Kumar Bhattarai, ricevuto per la presentazione delle Lettere credenziali .
Citando il suo predecessore Giovanni Paolo II, il Papa ricorda che "l'elevazione dei poveri è una grande occasione per la crescita morale, culturale ed anche economica dell'intera umanità". Anche se allora - ha detto, parlando in inglese - "l'appello a una più grande solidarietà era rivolto a tutta la comunità internazionale, esso ha particolare rilevanza per i Paesi dell'Asia". Secondo Bendetto XVI, le nazioni di questo continente hanno bisogno di continaure a "lavorare strettamente" se vogliono risolvere le difficoltà causate da conflitti e povertà.
Il Papa esprime inoltre "preoccupazione" per le grandi violenze che si registarno in Nepal: "Prego affinché tutti i partiti mettano fine allo spargimento di sangue, che continua a causare così tante sofferenze alla nazione". Il pontefice invita quindi ad "abbracciare la via del dialogo e del negoziato". "Solo questo può permettere a tutta la popolazione del Nepal di avere giustizia, tranquillità e armonia".
Benedetto XVI assicura che la Chiesa cattolica "continuerà ad ispirarsi al prinicipio di solidarietà nel suo impegno a servizio del bene della persona umana". Anche se esegua in numero, la comunità cattolica in Nepal è "concentrata sulla necessità di sostenere i poveri nella lotta contro la povertà". "Gli sforzi della Chiesa - continua - non sono solo un'espressione della sua preoccupazione per i meno fortunati, ma illustrano il suo desiderio di lavorare con le autorità governative per il benessere spirituale e materiale di ogni cittadino". Le scuole cristiane sono tra le istituzioni educative più rispettate e famose del Paese e molti membri dle Governo e della classe dirigente hanno frequentato gli istituti gestiti dai Gesuiti.
In conclusione il Pontefice si è detto fiducioso che "il crescente sostegno a garanzia della libertà religiosa permetterà ai cristiani di continuare ad adempiere la loro missione di insegnare la Buona Novella della salvezza e testimoniarla attraverso azioni pratiche di amore e compassione".
Secondo l'ultimo rapporto di Aiuto alla Chiesa che soffre, anche se in genere il governo del Nepal non interferisce nella vita religiosa delle varie comunità, nel Paese si registrano alcune restrizioni alla libertà di culto. La Costituzione proibisce però l'attività di proselitismo. Gruppi religiosi cristiani evidenziano che questo divieto limita fortemente la libertà di espressione delle fedi diverse dall'induismo.