Papa: impariamo ad essere intransigenti con il peccato e indulgenti con le persone
Commentando all’Angelus l’episodio evangelico dell’adultera, Benedetto XVI ha sottolineato come le parole di Gesù “sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore”,
Città del Vaticano (AsiaNews) - Impariamo da Gesù “ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone”. L’episodio evangelico dell’adultera è stato evocato oggi da Benedetto XVI per indicare alle oltre 20mila persone preseni in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus, il senso della giustizia divina.
La scena descritta nel Vangelo, ha detto il Papa, “è carica di drammaticità: dalle parole di Gesù dipende la vita di quella persona, ma anche la sua stessa vita. Gli accusatori ipocriti, infatti, fingono di affidargli il giudizio, mentre in realtà è proprio Lui che vogliono accusare e giudicare. Gesù, invece, è ‘pieno di grazia e di verità’ (Gv 1,14): Egli sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e smascherare l’ipocrisia. L’evangelista san Giovanni dà risalto ad un particolare: mentre gli accusatori lo interrogano con insistenza, Gesù si china e si mette a scrivere col dito per terra. Osserva sant’Agostino che quel gesto mostra Cristo come il legislatore divino: infatti, Dio scrisse la legge col suo dito sulle tavole di pietra (cfr Comm. al Vang. di Giov., 33, 5). Gesù dunque è il Legislatore, è la Giustizia in persona. E qual è la sua sentenza? ‘Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei’”.
“Queste parole – ha sottolineato il Papa - sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto (cfr Rm 13,8-10)”.
“Dio desidera per noi soltanto il bene e la vita; Egli provvede alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal male col Sacramento della Riconciliazione, affinché nessuno vada perduto, ma tutti abbiano modo di convertirsi”.
“Impariamo dal Signore Gesù – ha concluso - a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone”.
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