Papa: il mondo ha bisogno che sia riconosciuto il ruolo della famiglia, e delle donne
di Franco Pisano / inviato
A Nazaret Benedetto XVI evidenzia il compito di tutte le componenti del “mattone” della società. Giuseppe esempio di come gestire l’autorità. I figli aiutino i genitori a crescere in santità. Le donne fondamentali per costruire la “ecologia umana”. Cristiani e musulmani superino le discordie ed edifichino ponti comuni.
Nazaret (AsiaNews) – E’ il più grande raduno cristiano in Terra Santa nella storia recente: almeno 30mila persone che a Nazaret affollano l’anfiteatro naturale del Monte del Precipizio, dove Benedetto XVI celebra l’ultima messa pubblica del suo pellegrinaggio in Terra Santa, da dove riparte domani. Rito dedicato naturalmente alla famiglia, con il Papa che ne sottolinea il ruolo di esempio solidale per l’intera struttura sociale – e ciò deve spingere lo Stato a sostenerla - e con una sottolineatura per ognuna delle sue componenti, a partire dal ruolo indispensabile delle donne per “creare quella ‘ecologia umana’ di cui il mondo, e anche questa terra, hanno così urgente bisogno”.
In questo luogo che la tradizione cristiana identifica con quello dell’episodio del Vangelo di Luca che narra di quando Gesù fu condotto qui per essere precipitato nel burrone, la folla agita bandiere di Israele e del Vaticano, ma anche di Palestina, Italia, Francia, Filippine, Brasile, Stati Uniti e altre ancora. Non pochi sono qui dalla notte scorsa, riferisce la onnipresente polizia israeliana che, da parte sua, a messo in campo migliaia di agenti. La scorta circonda il Papa fino ai gradini dell’altare. Il clima è di grande festa: cori, chitarre e tamburi accolgono l’arrivo di Benedetto XVI, poco prima delle 10. Ha percorso in elicottero i 110 chilometri che separano Gerusalemme da questa che è la più grande città araba di Israele e il capoluogo della Galilea, ma poi ha usato la papamobile, malgrado voci attribuite ai servizi israeliani avesssero lasciato trapelare nei giorni scorsi che ciò non era sicuro.
Nazaret, “il fiore della Galilea”, è anche la città che raccoglie più cristiani, il 35% della popolazione, circa 20mila persone. Fino a qualche tempo fa erano la maggioranza. “L'esodo dei cristiani ci angoscia con dolore e ci mostra una prospettiva poco incoraggiante”, ha detto il vicario greco melkita di Nazaret, Elias Chacour nell'indirizzo di saluto al Papa, all’inizio del rito. Poi problemi economici e difficoltà sociali nei rapporti con i musulmani ne hanno fatti allontanare molti. Ne parla anche il Papa: “Nazareth – dice - ha sperimentato tensioni negli anni recenti che hanno danneggiato i rapporti fra le comunità cristiana e musulmana. Invito le persone di buona volontà di entrambe le comunità a riparare il danno che è stato fatto, e in fedeltà al comune credo in un unico Dio, Padre dell’umana famiglia, ad operare per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza. Ognuno respinga il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio, che uccidono l’anima umana prima ancora che il corpo!”. Prima della visita di Benedetto XVI erano comparsi dei volantini che lo definivano “non gradito”. L’ostilità alla visita del papa, spiega il sindaco (cristiano) di Nazareth, Ramiz Jaraisy, riguardava solo “una piccola minoranza”, mentre adesso “i rapporti fra musulmani e cristiani a Nazareth sono molto buoni”.
Ma Nazaret spinge il Papa a parlare in primo luogo di famiglia. Per le Chiese cattoliche della regione, peraltro, qui si conclude l’Anno della famiglia. “Qui - afferma Benedetto XVI - sull’esempio di Maria, di Giuseppe e di Gesù, possiamo giungere ad apprezzare ancor di più la santità della famiglia, che, nel piano di Dio, si basa sulla fedeltà per la vita intera di un uomo e di una donna, consacrata dal patto coniugale ed aperta al dono di Dio di nuove vite. Quanto hanno bisogno gli uomini e le donne del nostro tempo di riappropriarsi di questa verità fondamentale, che è alla base della società, e quanto importante è la testimonianza di coppie sposate in ordine alla formazione di coscienze mature e alla costruzione della civiltà dell’amore!”.
“Nella famiglia – aggiunge - ogni persona, sia che si tratti del bambino più piccolo o del genitore più anziano, viene considerata per ciò che è in se stessa e non semplicemente come un mezzo per altri fini. Qui iniziamo a vedere qualcosa del ruolo essenziale della famiglia come primo mattone di costruzione di una società ben ordinata e accogliente. Possiamo inoltre giungere ad apprezzare, all’interno della società più ampia, il ruolo dello Stato chiamato a sostenere le famiglie nella loro missione educatrice, a proteggere l’istituto della famiglia e i suoi diritti nativi, come pure a far sì che tutte le famiglie possano vivere e fiorire in condizioni di dignità”.
Come già all’inizio di questo viaggio, in Giordania, Benedetto XVI dà poi particolare rilievo al ruolo delle donne in genere e a quelle del Medio Oriente in particolare. “Nazareth - afferma - ci ricorda il dovere di riconoscere e rispettare dignità e missione concesse da Dio alle donne, come pure i loro particolari carismi e talenti. Sia come madri di famiglia, come una vitale presenza nella forza lavoro e nelle istituzioni della società, sia nella particolare chiamata a seguire il Signore mediante i consigli evangelici di castità, povertà e obbedienza, le donne hanno un ruolo indispensabile nel creare quella ‘ecologia umana’ (cfr Centesimus annus, 39) di cui il mondo, e anche questa terra, hanno così urgente bisogno: un ambiente in cui i bambini imparino ad amare e ad apprezzare gli altri, ad essere onesti e rispettosi verso tutti, a praticare le virtù della misericordia e del perdono”.
“Qui - dice più avanti - pensiamo pure a san Giuseppe, l’uomo giusto che Dio pose a capo della sua casa. Dall’esempio forte e paterno di Giuseppe, Gesù imparò le virtù della pietà virile, della fedeltà alla parola data, dell’integrità e del duro lavoro. Nel falegname di Nazareth poté vedere come l’autorità posta al servizio dell’amore sia infinitamente più feconda del potere che cerca di dominare. Quanto bisogno ha il nostro mondo dell’esempio, della guida e della calma forza di uomini come Giuseppe!”.
“Infine, nel contemplare la Sacra Famiglia di Nazareth, rivolgiamo lo sguardo al bambino Gesù, che nella casa di Maria e di Giuseppe crebbe in sapienza e conoscenza, sino al giorno in cui iniziò il ministero pubblico. Qui vorrei lasciare un pensiero particolare ai giovani presenti. Il Concilio Vaticano II insegna che i bambini hanno un ruolo speciale nel far crescere i loro genitori nella santità (cfr Gaudium et spes, 48). Vi prego di riflettere su questo e di lasciare che l’esempio di Gesù vi guidi non soltanto nel mostrare rispetto ai vostri genitori, ma anche nell’aiutarli a scoprire più pienamente l’amore che dà alla nostra vita il senso più completo. Nella Sacra Famiglia di Nazareth fu Gesù ad insegnare a Maria e Giuseppe qualcosa della grandezza dell’amore di Dio, suo celeste Padre, la sorgente ultima di ogni amore, il Padre da cui ogni paternità in cielo e in terra prende nome (cfr Ef 3,14-15)”.
L’ultimo pensiero di Benedetto XVI è naturalmente per Maria: “La Vergine dell’Annunciazione, che coraggiosamente aprì il cuore al misterioso piano di Dio, e divenne Madre di tutti i credenti, ci guidi e ci sostenga con la sua preghiera. Ottenga per noi e le nostre famiglie la grazia di aprire le orecchie a quella parola del Signore che ha il potere di edificarci (cfr At 20,32), di ispirarci decisioni coraggiose e di guidare i nostri passi sulla via della pace!
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