Papa: il migrante ha "diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti"
Nel messaggio per la 96ma Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, Benedetto XVI si sofferma sulla condizione dei bambini che vivono fuori dal loro Paese. Per loro si dovrebbero creare quelle strutture che ne consentano una concreta integrazione.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il migrante è una persona umana “con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti” e, specialmente quando si tratta di bambini, per i quali è spesso reale il pericolo di sfruttamento, e dei quali va facilitata l’integrazione sociale, attraverso “opportune strutture formative e sociali”.
L’affermazione del rispetto dovuto a ogni persona, particolarmente se indifesa, come è il migrante, soprattutto se minore, è al centro del messaggio di Benedetto XVI per la 96ma Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che sarà celebrata domenica 17 gennaio 2010.
Quello delle migrazioni, scrive il Papa nel documento, reso noto oggi, è un fenomeno che “impressiona per il numero di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale. Il migrante – afferma Benedetto XVI - è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti (cfr n. 62). Il tema di quest'anno - I migranti e i rifugiati minorenni - tocca un aspetto che i cristiani valutano con grande attenzione, memori del monito di Cristo, il quale nel giudizio finale considererà riferito a Lui stesso tutto ciò che è stato fatto o negato ‘a uno solo di questi più piccoli’ (cfr Mt 25, 40.45). E come non considerare tra ‘i più piccoli’ anche i minori migranti e rifugiati? Gesù stesso da bambino ha vissuto l'esperienza del migrante perché, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr Mt 2,14).
“Se la Convenzione dei Diritti del Bambino afferma con chiarezza che va sempre salvaguardato l'interesse del minore (cfr art. 3), al quale vanno riconosciuti i diritti fondamentali della persona al pari dell'adulto, purtroppo nella realtà questo non sempre avviene. Infatti, mentre cresce nell'opinione pubblica la consapevolezza della necessità di un'azione puntuale e incisiva a protezione dei minori, di fatto tanti sono lasciati in abbandono e, in vari modi, si ritrovano a rischio di sfruttamento”. “Vivere in un paese straniero senza effettivi punti di riferimento - osserva il Papa - crea ad essi, specialmente a quelli privi dell'appoggio della famiglia, innumerevoli e talora gravi disagi e difficoltà”.
“Un aspetto tipico della migrazione minorile è costituito dalla situazione dei ragazzi nati nei paesi ospitanti oppure da quella dei figli che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente. Questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può offrire l'opportunità di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti tradizioni culturali. È importante che ad essi sia data la possibilità della frequenza scolastica e del successivo inserimento nel mondo del lavoro e che ne vada facilitata l'integrazione sociale grazie a opportune strutture formative e sociali. Non si dimentichi mai che l'adolescenza rappresenta una tappa fondamentale per la formazione dell'essere umano”.
“Una particolare categoria di minori è quella dei rifugiati che chiedono asilo, fuggendo per varie ragioni dal proprio paese, dove non ricevono adeguata protezione. Le statistiche rivelano che il loro numero è in aumento. Si tratta dunque di un fenomeno da valutare con attenzione e da affrontare con azioni coordinate, con misure di prevenzione, di protezione e di accoglienza adatte, secondo quanto prevede anche la stessa Convenzione dei Diritti del Bambino (cfr art. 22)”.
Alla luce di tali considerazioni, Benedetto XVI invita “tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati. Risuonano nel nostro cuore le parole di Gesù: ‘Ero forestiero e mi avete ospitato’ (Mt 25,35), come pure il comandamento centrale che Egli ci ha lasciato: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, ma unito all'amore al prossimo (cfr Mt 22,37-39). Questo ci porta a considerare – conclude il Papa - che ogni nostro concreto intervento deve nutrirsi prima di tutto di fede nell'azione della grazia e della Provvidenza divina. In tal modo anche l'accoglienza e la solidarietà verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini, diviene annuncio del Vangelo della solidarietà”.
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