02/07/2008, 00.00
VATICANO
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Papa: guardiamo a San Paolo per “imparare la fede, imparare Cristo”

Benedetto XVI annuncia un ciclo di riflessioni sulla figura dell’apostolo delle genti, in quest’anno a lui dedicato. Oggi il Papa si trasferisce a Castel Gandolfo da dove, l’11, partirà per la celebrazione della Giornata mondiale della gioventù, a Sydney.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Un anno per capire “cosa San Paolo ha da dire ai cristiani di oggi”, per  “imparare da San Paolo, imparare la fede, imparare Cristo, imparare finalmente la retta via”. Nella prima udienza dopo la solenne apertura dell’Anno dedicato al bimillenario della nascita dell’apostolo delle genti, ultima prima dell’estate – gli incontri del mercoledì riprenderanno il 13 agosto – Benedetto XVI ha inaugurato così una serie di riflessioni che intende dedicare alla figura “eccelsa e pressoché inimitabile” di San Paolo, “esempio di totale dedizione al Signore e alla sua Chiesa, oltre che di grande apertura all’umanità e alle sue culture”.
 
Una persona che, come peraltro il cristianesimo, “non è possibile comprendere senza collocarlo sullo sfondo tanto giudaico quanto pagano del suo tempo”. E’ in questa cornice che Benedetto XVI ha spiegato alle ottomila persone presenti nell’aula delle udienze il contesto culturale nel quale Paolo ha vissuto ed operato. “Dobbiamo inserirci – ha detto - nel mondo di 2000 anni fa, ma sotto vari aspetti il contesto socioculturale di oggi non differisce molto da quello di allora”.
 
Paolo, innanzi tutto, “viene da una cultura certamente minoritaria, quella del popolo di Israele”. Nel mondo antico, a Roma gli ebrei erano al massimo il 3 per cento degli abitanti. “Le loro credenze ed il loro stile di vita, come succede ancora oggi, li distinguevano nettamente dall’ambiente circostante. Il che può portare o a derisione o ad ammirazione, come accadeva anche a Paolo”. Il Papa ha ricordato in proposito che “Cicerone disprezzava la loro religione e persino la città di Gerusalemme”, mentre la moglie di Nerone, Poppea veniva ritenuta “simpatizzante”, e persino Giulio Cesare aveva riconosciuto la loro particolarità.
 
Paolo inoltre visse nella cultura ellenistica “che era patrimonio comune almeno del Mediterraneo orientale”, in una situazione politica nella quale l’Impero romano “garantiva stabilita e pace dalla Britannia all’Egitto” ed offriva “un tessuto comune di unificazione super partes”.
 
E se “la visione universalistica tipica del Paolo cristiano deve certamente il suo impulso di base a Gesù”, va tenuto conto anche della formazione culturale offerta dal suo ambiente, tanto che egli viene definito “uomo di tre culture: ebraica, greca e romana”. Il Papa ha indicato in proposito la filosofia stoica dominante a quel tempo, che influì anche su Paolo. Nei filosofi stoici, come Seneca, ci sono “valori altissimi di umanità e di sapienza, che saranno naturalmente recepiti nel cristianesimo”: si pensi alla dottrina dell’universo, unico corpo armonioso, dell’uguaglianza tra tutti, del dominio di sé.
 
Oggi Benedetto XVI si trasferisce nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Vi resterà fino all’11 luglio, quando partirà per celebrare, a Sydney, in Australia, la Giornata mondale della Gioventù. A “Castello” tornerà il 22 per trasferirsi, il 28 a Bressanone per un periodo di riposo che terminerà l'11 agosto.
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