Papa: giovani, credete nel vero amore
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’amore è possibile ed i giovani debbono crederci: amore vero, “fedele e forte”, che “genera pace e gioia” da manifestare nella Chiesa - animandone la vita – nella propria crescita – se fidanzati cercando la maturazione insieme e non la personale soddisfazione – nella società – dove mirare non solo a divenire più “competitivi” e “produttivi”, ma ad essere “testimoni della carità”, come ha mostrato Madre Teresa. Ruota intorno alla frase del Vangelo di Giovanni “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34), il messaggio, reso noto oggi, che Benedetto XVI invia ai giovani del mondo in occasione della XXII Giornata mondiale della gioventù, che sarà celebrata il prossimo primo aprile, domenica delle Palme, a livello diocesano.
“Ogni persona – scrive il Papa - avverte il desiderio di amare e di essere amata. Eppure quant’è difficile amare, quanti errori e fallimenti devono registrarsi nell’amore! C’è persino chi giunge a dubitare che l’amore sia possibile. Ma se carenze affettive o delusioni sentimentali possono far pensare che amare sia un’utopia, un sogno irraggiungibile, bisogna forse rassegnarsi? No! L’amore è possibile”.
Per “ravvivare” nei giovani la fiducia nella possibilità di un amore “vero”, Benedetto XVI indica loro “un itinerario, in tre momenti, alla ‘scoperta’ dell’amore” e poi i tre “ambiti” nei quali esso va manifestato.
“Il primo momento riguarda la sorgente dell’amore vero, che è unica: è Dio. Lo pone bene in evidenza san Giovanni affermando che “Dio è amore” (1 Gv 4,8.16); ora egli non vuol dire solo che Dio ci ama, ma che l’essere stesso di Dio è amore”. Massima manifestazione di Dio-amore è l’incarnazione – secondo momento dell’itinerario – e, in essa, della Croce. In essa, “redenta dal suo sangue, nessuna vita umana è inutile o di poco valore, perché tutti siamo amati personalmente da Lui con un amore appassionato e fedele, un amore senza limiti”. “Anzi, il Crocifisso, che dopo la risurrezione porta per sempre i segni della propria passione, mette in luce le ‘contraffazioni’ e le menzogne su Dio, che si ammantano di violenza, di vendetta e di esclusione. Cristo è l’Agnello di Dio, che prende su di sé il peccato del mondo e sradica l’odio dal cuore dell’uomo. Ecco la sua veritiera ‘rivoluzione’: l’amore”.
Il terzo momento è quello della consapevolezza “della necessità e dell’urgenza di amarlo a nostra volta ‘come’ Lui ci ha amati”.
Da questa raggiunta consapevolezza deriva la chiamata a manifestare l’amore di Dio, per la quale il documento indica ai giovani “tre ambiti della vita quotidiana”.
Il primo è la Chiesa. “Alimentate, con il vostro entusiasmo e la vostra carità, le attività delle parrocchie, delle comunità, dei movimenti ecclesiali e dei gruppi giovanili ai quali appartenete. Siate solleciti nel cercare il bene dell’altro, fedeli agli impegni presi. Non esitate a rinunciare con gioia ad alcuni vostri svaghi, accettate di buon animo i sacrifici necessari, testimoniate il vostro amore fedele per Gesù annunciando il suo Vangelo specialmente fra i vostri coetanei”.
Il secondo ambito, “dove siete chiamati ad esprimere l’amore e a crescere in esso, è la vostra preparazione al futuro che vi attende. Se siete fidanzati, Dio ha un progetto di amore sul vostro futuro di coppia e di famiglia ed è quindi essenziale che voi lo scopriate con l’aiuto della Chiesa, liberi dal pregiudizio diffuso che il cristianesimo, con i suoi comandamenti e i suoi divieti, ponga ostacoli alla gioia dell’amore ed impedisca in particolare di gustare pienamente quella felicità che l’uomo e la donna cercano nel loro reciproco amore”. “Imparare ad amarsi come coppia è un cammino meraviglioso, che tuttavia richiede un tirocinio impegnativo. Il periodo del fidanzamento, fondamentale per costruire la coppia, è un tempo di attesa e di preparazione, che va vissuto nella castità dei gesti e delle parole. Ciò permette di maturare nell’amore, nella premura e nell’attenzione verso l’altro; aiuta ad esercitare il dominio di sé, a sviluppare il rispetto dell’altro, caratteristiche tutte del vero amore che non ricerca in primo luogo il proprio soddisfacimento né il proprio benessere”.
E, ugualmente, “siate pronti a dire ‘sì’, se Iddio vi chiama a seguirlo sulla via del sacerdozio ministeriale o della vita consacrata”.
“Il terzo ambito dell’impegno che l’amore comporta è quello della vita quotidiana con le sue molteplici relazioni. Mi riferisco segnatamente alla famiglia, alla scuola, al lavoro e al tempo libero. Cari giovani, coltivate i vostri talenti non soltanto per conquistare una posizione sociale, ma anche per aiutare gli altri “a crescere”. Sviluppate le vostre capacità, non solo per diventare più ‘competitivi’ e ‘produttivi’, ma per essere ‘testimoni della carità’ ”.
Di qui un invito ad “osare l’amore”, a “non desiderare cioè niente di meno per la vostra vita che un amore forte e bello, capace di rendere l’esistenza intera una gioiosa realizzazione del dono di voi stessi a Dio e ai fratelli, ad imitazione di Colui che mediante l’amore ha vinto per sempre l’odio e la morte”. Il Papa porta ad esempio Madre Teresa che ha avuto come “unico desiderio della sua vita” quello di “estinguere la sete d’amore di Gesù non a parole, ma con atti concreti, riconoscendone il volto sfigurato, assetato d’amore, nel viso dei più poveri tra i poveri”. “E il messaggio di questa umile testimone dell’amore divino si è diffuso nel mondo intero”.