Papa: garantire sicurezza e accoglienza ai rifugiati
Oggi la cultura edonistica tende a proporre modelli che “ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà”.
San Marino (AsiaNews) – “Garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza”: è l’appello che Benedetto XVI rivolge oggi, vigilia della Giornata mondiale del rifugiato, alle “autorità civili ed ogni persona di buona volontà”. L’esortazione del Papa è venuta alla fine dell’Angelus recitato oggi nello stadio di Serravalle (nella foto), in occasione della sua visita nella Repubblica di san Marino, storica enclave nel centro d’Italia, da dove ripartirà per Roma nel pomeriggio.
La visita alla piccolissima repubblica ha dato occasion a Benedetto XVI, commentando il Vangelo, di ricordare la necessità di affermare i veri valori dell’uomo, originati dalla fede, di fronte a una cultura dell’edonismo che li sta sovvertendo. Il Papa ha ricordato l’antichità delle radici cristiane della popolazione e ha aggiunto: “voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla. In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia”.
“Oggi - ha proseguito - la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove, non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l’esperienza della fede. Non vanno, poi, dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell’ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa”.
Più tardi, prima della recita della preghiera marina, Benedetto XVI ha infine ricordato che “quest’oggi a Dax, in Francia, viene proclamata beata suor Marguerite Rutan, Figlia della Carità. Nella seconda metà del secolo diciottesimo, ella lavorò con grande impegno nell’ospedale di Dax, ma, nelle tragiche persecuzioni seguite alla Rivoluzione, fu condannata a morte per la sua fede cattolica e la fedeltà alla Chiesa”.
La visita alla piccolissima repubblica ha dato occasion a Benedetto XVI, commentando il Vangelo, di ricordare la necessità di affermare i veri valori dell’uomo, originati dalla fede, di fronte a una cultura dell’edonismo che li sta sovvertendo. Il Papa ha ricordato l’antichità delle radici cristiane della popolazione e ha aggiunto: “voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla. In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia”.
“Oggi - ha proseguito - la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove, non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà. Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l’esperienza della fede. Non vanno, poi, dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell’ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa”.
Più tardi, prima della recita della preghiera marina, Benedetto XVI ha infine ricordato che “quest’oggi a Dax, in Francia, viene proclamata beata suor Marguerite Rutan, Figlia della Carità. Nella seconda metà del secolo diciottesimo, ella lavorò con grande impegno nell’ospedale di Dax, ma, nelle tragiche persecuzioni seguite alla Rivoluzione, fu condannata a morte per la sua fede cattolica e la fedeltà alla Chiesa”.
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