Papa: far crescere l’amore nella nostra vita cristiana, tenendo lo sguardo fisso sul Paradiso
All’udienza generale Benedetto XVI illustra la figura di santa Veronica Giuliani, in occasione del 350mo anniversario della nascita. Nella vita della mistica, suora clarissa, “l’esperienza di essere amata da Cristo, sposo fedele e sincero, e di voler corrispondere con amore coinvolto e appassionato”.
Città del Vaticano (AsiaNews) - E’ un invito a far crescere l’amore nella nostra vita cristiana, a “tenere lo sguardo fisso sul Paradiso dove vivremo con tanti fratelli e sorelle la gioia dell’amore divino”, perché “la morte non è l'ultima parola” sull'uomo, la vita di santa Veronica Giuliani, illustrata oggi da Benedetto XVI alle ottomila persone presenti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale.
Una mistica non medioevale, ha spiegato lo stesso Papa, ma ricordata in vista del 350mo anniversario della nascita, avvenuta il 27 dicembre del 1660, “vissuto con gioia da Città di Castello e Urbino”, i luoghi legati alla vita della santa. Orsola Giuliani, nata a Mercatello, vicino a Urbino, ultima di sette sorelle delle quali altre tre abbracceranno la vita monastica, a 17 anni entrò tra le suore clarisse di Città di Castello, assumendo alla professione religiosa il nome di Veronica. Del monastero divenne superiora e vi restò fino alla morte, avvenuta nel 1727.
Autrice di un diario che copre 34 anni di vita, Veronica “diventerà vera immagine di Cristo crocifisso” attraverso “molte penitenze, grandi sofferenze e alcune esperienze mistiche legate alla passione di Gesù”, “avvalorando le sue preghiere di intercessione con l’offerta di se stessa”. “Il Cristo cui Veronica è unita è quello della passione, morte e resurrezione” e Veronica “arriva a chiedere a Gesù di essere crocifissa con lui”.
La sua è un’esperienza “marcatamente cristologico-sponsale. Vive l'esperienza di essere amata da Cristo, sposo fedele e sincero, e di voler corrispondere con amore coinvolto e appassionato”. Veronica, che avrà le stimmate, ha “un amore intenso e sofferente per la Chiesa”, per la quale Veronica prega, così come per il papa, il suo vescovo, i sacerdoti e tutte le anime bisognose, anche del purgatorio. “Rispetto alla predicazione dell'epoca incentrata non raramente sul salvarsi l'anima in termini individuali, mostra un senso solidale con i fratelli e le sorelle nel cammino verso cielo”.
La sua figura "ci invita a far crescere, nella nostra vita cristiana, l’unione con il Signore, abbandonandoci alla sua volontà con fiducia completa e totale, e l’unione con la Chiesa, sposa di Cristo; ci invita a partecipare all’amore sofferente di Gesù Crocifisso per la salvezza di tutti i peccatori; ci invita a tenere lo sguardo fisso al Paradiso, meta del nostro cammino terreno, dove vivremo assieme a tanti fratelli e sorelle la gioia della comunione piena con Dio; ci invita a nutrirci quotidianamente della Parola di Dio per riscaldare il nostro cuore e orientare la nostra vita".
In affermazioni come “niente mi potrà separare dalla volontà di Dio, nemmeno la morte” e soprattutto nelle ultime parole, la conclusione del Papa, si può trovare “la sintesi della sua appassionata esperienza mistica: ‘Ho trovato l'amore, l'amore si è lasciato vedere’”.
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