Papa: cristiani siano strumento di riconciliazione e pace anche quando rivendicano diritti
Benedetto XVI, che domani mattina parte per Israele, è contento della visita in Giordania, che ha portato frutti anche nel dialogo con i musulmani. Al sito del Battesimo di Gesù nuova esortazione ai cristiani a essere fedeli all’impegno di conversione, testimonianza e missione. P. Lombardi: il Papa oggi alla messa non ha parlato di terrorismo.
Amman (AsiaNews) - Fedeli alle promesse e agli impegni che derivano dal battesimo, nel “Medio Oriente, segnato da tragica sofferenza, da anni di violenza e di questioni irrisolte, i cristiani sono chiamati a offrire il loro contributo, ispirato dall’esempio di Gesù, di riconciliazione e pace con il perdono e la generosità”. E’ l’ulttmo messaggio che Benedetto XVI rivolge dalla Giordania, alla vigilia della partenza per Israele, ai cristiani del Medio Oriente. “Promuovete il dialogo e la comprensione nella società civile - aggiunge - specialmente quando rivendicate i vostri legittimi diritti”.
Il Papa è “in ottima forma, tranquillo, disteso e molto contento dell'andamento del viaggio e molto grato per l'accoglienza” ha detto il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in un incontro con i giornalisti dopo la fine della messa celebrata stamattina da Benedetto XVI qui ad Amman. L’aspetto è buono anche nel pomeriggio, per l’ultimo apuntamento in terra giordana: a Betania al di là del Giordano, uno dei due luoghi che rivendicano di essere quello del battesimo di Gesù. Qui recenti scavi hanno permesso una delle più importanti scoperte religiose dell’archeologia biblica, tra cui più di 20 chiese, grotte e piscine battesimali risalenti ai periodi romano e bizantino. Lo stesso Papa, mentre era sul monte Nebo, da cui si vede la valle del Giordano, ha chiesto quali certezze ci fossero sull’individuazione del luogo del battesimo, ma non ha commentato la spiegazione sui ritrovamenti archeologici.
Ad accompagnare Benedetto XVI nel percorso che compie, su un’auto elettrica, tra gli scavi ci sono anche re Abdullah e la regina Rania, che confermano in tal modo le parole di padre Lombardi sull’accoglienza riservata al Papa. La Giordania, peraltro, dà parecchia importanza a questo luogo, in quanto spera che venga stabilmente collocato negli itinerari dei pellegrinaggi in Terra Santa.
Il Papa benedice anche le prime pietre di una nuova chiesa maronita e di una greco-melkita. “La memoria del battesimo stesso di Cristo - osserva - è vivamente presente davanti a noi in questo luogo. Gesù si mise in fila con i peccatori ed accettò il battesimo di penitenza di Giovanni come un segno profetico della sua stessa passione, morte e resurrezione per il perdono dei peccati. Nel corso dei secoli, molti pellegrini sono venuti al Giordano per cercare la purificazione, rinnovare la loro fede e stare più vicini al Signore”. “Il Sacramento del Battesimo, che trae il suo potere dalla morte e resurrezione di Cristo, sarà particolarmente tenuto in considerazione dalle comunità cristiane che si raccoglieranno nelle nuove chiese. Possa il Giordano ricordarvi sempre che siete stati lavati nelle acque del Battesimo e siete divenuti membri della famiglia di Gesù. Le vostre vite, in obbedienza alla sua parola, sono trasformate nella sua immagine e somiglianza. Sforzandovi di essere fedeli al vostro impegno battesimale di conversione, testimonianza e missione, sappiate che siete fortificati dal dono dello Spirito Santo”.
Si conclude così – domani mattina ci sarà solo la cerimonia di commiato – la tappa giordana del viaggio del Papa. In un “sintetico bilancio”, padre Lombardi ha sostenuto che “in questi tre giorni abbiamo visto raggiunti gli obiettivi principali: l’incontro papa con popolo giordano, lo Stato e le sue autorità e abbiamo commentato che è stato un incontro molto cordiale e positivo. Come pastore della Chiesa cattolica ha potuto incontrare anche i fedeli della sua comunità, vivere nella pregheira in momenti importanti e incoraggiarli nei loro impegni”.
Inoltre, “il dialogo con il mondo musulmano ha fatto nuovi passi avanti, ci sono stati gesti di amicizia e anche discorsi di grande contenuto”. Anche il pellegrinaggio religioso verso la Terra Santa ha avuto con il Monte Nebo un inizio significativo”. come “la tappa importante nel sito del Battesimo”. “La mia osservazione conclusiva è che tutti nel seguito del Papa manifestano il loro apprezzamento, perchè questa tappa in Giordania è stato molto bene che fosse la prima tappa e lo ha fatto iniziare sotto i migliori auspici”.
Padre Lombardi rivela poi che, al termine della messa di oggi, quando è sceso dall’altare il Papa ha incontrato un gruppo di cristiani iracheni.
E a proposito della messa, ha suscitato interpretazioni contrastanti una frase di Benedetto VI, che, parlando della solidarietà dei cristiani verso gli altri, ha detto: “significa anche dare testimonianza all'amore che ci ispira a ‘sacrificare’ la nostra vita nel servizio agli altri e così a contrastare modi di pensare che giustificano il ‘stroncare’ vite innocenti”. Qualcuno vi ha visto un riferimento al terrorismo e a Hamas, a tre gironi dalla visita nei Territori palestinesi. “Farei presente – la risposta di padre Lombardi - che questo discorso è fatto qui in Giordania; si parlava anche dell'anno della famiglia, della donna, argomenti della società giordana, ma è chiaro anche che si parlava dell'impegno del dialogo per la pace e per superare tutte le situazioni di violenza: quando la Chiesa parla di vita ne parla dal suo inizo alla fine, in tutte le sue dimensioni, quella a cui tu ti riferivi – ha concluso rivolgendosi al giornalista - è molto particolare e qui invece il discorso è molto più ampio”. (FP)
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