Papa: chi nega Dio sembra avere vita facile, ma è triste e insoddisfatto
Benedetto XVI concludendo oggi la sua visita nella Repubblica Ceca, ripete il monito contro regimi e modi di vita che rifiutano l’esistenza di Dio. Oggi c’è bisogno di “persone che siano ‘credenti’ e ‘credibili’, pronte a diffondere in ogni ambito della società quei principi e ideali cristiani ai quali si ispira la loro azione”. La dittatura è basata sulla menzogna, aveva detto arrivando.
Praga (AsiaNews) - Chi nega Dio, come fece, anche con la persecuzione, il regime comunista, o come fa, con le sue illusione materialistiche, il consumismo, “sembra avere vita facile e conseguire un successo materiale”, ma in realtà al suo interno ci sono “tristezza e insoddisfazione. Solo chi conserva nel cuore il santo ‘timore di Dio’ ha fiducia anche nell’uomo e spende la sua esistenza per costruire un mondo più giusto e fraterno”.
E’ il monito che Benedetto XVI ha lanciato nei tre giorni della sua visita nella Repubblica ceca, un Paese che ha conosciuto 40 anni di duro regime comunista e che oggi è considerato il più ateo d’Europa, con il 66% dei suoi cittadini che, secondo una ricerca, si proclama non credente. Oggi, nell’ultima tappa del suo viaggio, rivolgendosi alle oltre 100mila persone presenti nella spianata sulla via di Melnik a Stara Boleslav (nella foto), ha, in concreto, affrontato entrambi i temi, quando ha sostenuto che “il secolo passato - e questa vostra Terra ne è stata testimone - ha visto cadere non pochi potenti, che parevano giunti ad altezze quasi irraggiungibili. All’improvviso si sono ritrovati privi del loro potere. Chi ha negato e continua a negare Dio e, di conseguenza, non rispetta l’uomo, sembra avere vita facile e conseguire un successo materiale. Ma basta scrostare la superficie per costatare che, in queste persone, c’è tristezza e insoddisfazione. Solo chi conserva nel cuore il santo ‘timore di Dio’ ha fiducia anche nell’uomo e spende la sua esistenza per costruire un mondo più giusto e fraterno. C’è oggi bisogno di persone che siano ‘credenti’ e ‘credibili’, pronte a diffondere in ogni ambito della società quei principi e ideali cristiani ai quali si ispira la loro azione. Questa è la santità, vocazione universale di tutti i battezzati, che spinge a compiere il proprio dovere con fedeltà e coraggio, guardando non al proprio interesse egoistico, bensì al bene comune, e ricercando in ogni momento la volontà divina”.
Temi affrontati già sull’aereo che lo portava a Praga, quando incontrando i giornalisti aveva detto che “questi Paesi hanno sofferto particolarmente sotto la dittatura, ma nella sofferenza sono anche maturati concetti di libertà che sono attuali e che adesso devono essere ancora ulteriormente elaborati e realizzati. Penso, per esempio, ad un testo di Václav Havel che dice: ‘La dittatura è basata sulla menzogna e se la menzogna andasse superata, se nessuno mentisse più e se venisse alla luce la verità, ci sarebbe anche la libertà’. E così ha elaborato questo nesso tra verità e libertà, dove libertà non è libertinismo, arbitrarietà, ma è connessa e condizionata dai grandi valori della verità e dell’amore e della solidarietà e del bene in generale”. Nella stessa occasione, parlando dell’essere minoranza dei cattolici, aveva osservato che “normalmente sono le minoranze creative che determinano il futuro, e in questo senso la Chiesa cattolica deve comprendersi come minoranza creativa che ha un’eredità di valori che non sono cose del passato, ma sono una realtà molto viva ed attuale. La Chiesa deve attualizzare, essere presente nel dibattito pubblico, nella nostra lotta per un concetto vero di libertà e di pace”.
Quello stesso giorno, davanti alle autorità politiche, civili e al corpo diplomatico, nel palazzo presidenziale di Praga aveva sottolineato come “la storia ha ampiamente dimostrato che la verità può essere tradita e manipolata a servizio di false ideologie, dell'oppressione e dell'ingiustizia. Alla fine, cosa è più disumano e distruttivo del cinismo che vorrebbe negare la grandezza della nostra ricerca per la verità e del relativismo che corrode i valori stessi che sostengono la costruzione di un mondo unito e fraterno? Noi – aveva aggiunto - dobbiamo riacquistare fiducia nella nobilità e grandezza dello spirito umano per la sua capacità di raggiungere la verità”. E ieri, durante la messa celebrata nella spianata dell'aeroporto di Brno, capitale della Moravia: “l’esperienza della storia - ha detto - mostra a quali assurdità giunge l'uomo quando esclude Dio dall'orizzonte della sue scelte e delle sue azioni e come non è facile costruire una società ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità, perché l'essere umano è libero e la sua libertà permane fragile”.
Oggi, festa di San Venceslao, che di queso Paese è il patrono, ha ripetuto che “il valore autentico dell’esistenza umana non è commisurato solo su beni terreni e interessi passeggeri, perché non sono le realtà materiali ad appagare la sete profonda di senso e di felicità che c’è nel cuore di ogni persona”. Una ricerca particolarmente presente nei giovani, ai quali, accomiatandosi dal Paese, ha rivolto un messaggio nel quale ha rilevato come “non è difficile costatare che in ogni giovane c’è un’aspirazione alla felicità, talvolta mescolata ad un senso di inquietudine; un’aspirazione che spesso però l’attuale società dei consumi sfrutta in modo falso e alienante. Occorre invece valutare seriamente l’anelito alla felicità che esige una risposta vera ed esaustiva. Nella vostra età infatti si compiono le prime grandi scelte, capaci di orientare la vita verso il bene o verso il male”. L’ultima parola spetta però alla “speranza. Questa parola, su cui torno spesso, si coniuga bene con giovinezza. Voi, cari giovani, siete la speranza della Chiesa! Essa attende che voi vi facciate messaggeri della speranza”.
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