Papa: ancora oggi la libertà religiosa è minacciata e le minoranze non protette
In un messaggio all’assemblea plenaria della Pontificia accademia delle scienze sociali, che discute su “Diritti universali in un mondo diversificato. La questione delle libertà religiosa”, Benedetto XVI sottolinea come “l’autentica libertà religiosa permetterà alla persona umana di realizzarsi pienamente e in tal modo contribuire al bene comune della società”.
Città del Vaticano (AsiaNews) - “La sfida” di difendere e promuovere il diritto alla libertà di religione “deve essere raccolta una volta di più ai nostri giorni”, quando ci sono ancora Stati che non la proteggono e minoranze religiose non tutelate. Lo scrive Benedetto XVI nel messaggio inviato oggi all’assemblea plenaria della Pontificia accademia delle scienze sociali, riunita per cinque giorni in Vaticano, sul tema “Diritti universali in un mondo diversificato. La questione delle libertà religiosa”.
Nel documento, il Papa, che al tema della libertà religiosa ha dedicato il messaggio per la Giornata mondiale della pace di quest'anno, scrive che “come ho osservato in varie occasioni le radici della cultura cristiana dell’Occidente restano profonde. Era quella cultura che ha dato vita e spazio alla libertà religiosa e continua a nutrire la libertà religiosa e la libertà di culto costituzionalmente garantite di cui molti popoli godono oggi”. “Dovuto in non piccola parte alla loro sistematica negazione da parte dei regimi ateistici del ventesimo secolo, queste libertà furono riconosciute e custodite gelosamente dalla comunità internazionale nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite. Oggi questi diritti umani fondamentali sono di nuovo sotto la minaccia di tendenze ed ideologie che vorrebbero impedire la libera espressione religiosa”.
“Profondamente iscritti nella nostra natura umana sono il desiderio di verità e di significato e un’apertura al trascendente; noi siamo portati dalla nostra natura a porci domande della massima importanza per la nostra esistenza. Diversi secoli or sono, Tertulliano coniò il termine libertas religionis (cf. Apologeticum, 24:6). Sottolineava che Dio deve essere adorato liberamente e che è nella natura della religione il non ammettere coercizione”. “Finché l’uomo gode della capacità di una personale libera scelta nella verità e finchè Dio attende dall’uomo una libera risposta alla sua chiamata, il diritto alla libertà religiosa va visto come innato nella fondamentale dignità di ogni persona umana, con la naturale apertura del cuore umano a Dio. Di fatto, l’autentica libertà religiosa permetterà alla persona umana di realizzarsi pienamente e in tal modo contribuire al bene comune della società”.
“Naturalmente, ogni Stato ha il diritto sovrano di promulgare la sua legislazione e di esprimere diverse attitudini verso la religione nella legge. Cosicché vi sono alcuni Stati che permettono ampia libertà religiosa nella nostra comprensione del termine, mentre altri la limitano per una serie di ragioni, inclusa la diffidenza per la religione stessa”.
Per questo, conclude il messaggio “la Santa Sede continua a reclamare il riconoscimento del fondamentale diritto alla libertà religiosa da parte di tutti gli Stati, richiamandoli a rispettare, e se necessario proteggere, le minoranze religiose che, sebbene legate ad una fede diversa da quella della maggioranza, aspirano a vivere con i loro concittadini pacificamente, e a partecipare in pieno alla vita civile e politica della nazione, a beneficio di tutti.”
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