Papa: anche in mezzo alle difficoltà più ardue dobbiamo avere fiducia in Dio
Città del Vaticano (AsiaNews) - Il Natale, che "illumina le tenebre che spesso avvolgono il nostro mondo e il nostro cuore e porta speranza e gioia" è la celebrazione di uno "sconvolgente mistero": il figlio di Dio si è incarnato. Egli "porta in sé speranza e gioia al nostro cuore, perché ci dona ogni volta la certezza che, anche se spesso ci sentiamo deboli, poveri, incapaci davanti alle difficoltà e al male del mondo, la potenza di Dio agisce sempre e opera meraviglie proprio nella debolezza. La sua grazia è la nostra forza".
A questo porta la domanda che Pilato pose a Gesù: "di dove sei tu?" che Benedetto XVI ha riproposto alle ottomila persone presenti in Vaticano alla prima udienza generale del 2013.
"Certo, Gesù è originario di Nazaret ed è nato a Betlemme, ma da dove viene?". Una domanda che si lega a un'altra, che nasce di fronte alla luce che viene dalla grotta: "come può quel piccolo e debole bambino aver portato una novità cosi grande da aver cambiato la storia?".
La risposta è che "la sua vera origine è il Padre, egli proviene da lui ma in modo del tutto diverso da quella di qualsiasi profeta o inviato da Dio che l'hanno preceduto". Come raccontano i Vangeli dell'infanzia l'angelo Gabriele annuncia: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e chiamato Figlio di Dio" (Lc 1,35). "Ripetiamo queste parole ogni volta che recitiamo il Credo", "per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria. A questa frase chiniamo il capo perché il velo che nascondeva Dio per così dire viene aperto e il suo mistero insondabile e inaccessibile ci tocca: Dio diventa l'Emmanuele, Dio con noi".
"Questa affermazione del Credo non riguarda l'essere eterno di Dio, ma piuttosto ci parla di un'azione a cui prendono parte le tre Persone divine e che si realizza «ex Maria Virgine». Senza di lei l'ingresso di Dio nella storia dell'umanità non sarebbe giunto al suo fine e non avrebbe avuto luogo quello che è centrale nella nostra Professione di fede: Dio è un Dio con noi. Così Maria appartiene in modo irrinunciabile alla nostra fede nel Dio che agisce, che entra nella storia. Ella mette a disposizione tutta la sua persona, «accetta» di diventare luogo dell'abitazione di Dio".
"A volte, anche nel cammino e nella vita di fede possiamo avvertire la nostra povertà, la nostra inadeguatezza di fronte alla testimonianza da offrire al mondo. Ma Dio ha scelto proprio un'umile donna, in uno sconosciuto villaggio, in una delle provincie più lontane del grande impero romano. Sempre, anche in mezzo alle difficoltà più ardue da affrontare, dobbiamo avere fiducia in Dio, rinnovando la fede nella sua presenza e azione nella nostra storia, come in quella di Maria. Nulla è impossibile a Dio! Con Lui la nostra esistenza cammina sempre su un terreno sicuro ed è aperta ad un futuro di ferma speranza".