Papa: anche in Indonesia libertà religiosa è il diritto di essere autenticamente e pienamente cattolici
Benedetto XVI ha anche ricordato che la missionarietà è “essenziale” per la Chiesa e che la partecipazione al dialogo interreligioso è “decisiva” anche per il rispetto delle minoranze. La libertà di vivere e diffondere il Vangelo non può mai essere data per concessa, ma deve sempre essere sostenuta secondo giustizia e con pazienza.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Libertà religiosa non significa solo non dover subire costrizioni dall’esterno, ma “è il diritto di essere autenticamente e pienamente cattolici”, annunciando e testimoniando pubblicamente la propria fede. E’ tornato a ripeterlo oggi Benedetto XVI rivolgendosi ai vescovi indonesiani a conclusione della loro quinquennale visita “ad limina”. Ai presuli della Chiesa cattolica che vive nel più popoloso Stato musulmano del mondo il Papa ha anche ricordato che la missionarietà è “essenziale” per la Chiesa e che la partecipazione al dialogo interreligioso è “decisiva” anche per il rispetto delle minoranze.
Anche in un Paese, come l’Indonesia, ove il messaggio di Cristo è stato portato da secoli, “la spinta missionaria – ha detto il Papa – rimane essenziale alla vita della Chiesa e trova espressione non solo nell’annuncio del Vangelo, ma anche nella testimonianza della carità cristiana. A questo riguardo – ha proseguito – apprezzo gli intensi sforzi portati avanti da numerose persone ed enti in nome della Chiesa per portare l’amorevole compassione di Dio a tante persone della società indonesiana”.
Questo contribuisce non solo alla vitalità spirituale della Chiesa che cresce “attraverso umili e coraggiosi testimoni”, ma anche alla società nel suo insieme “promuovendo quei valori che sono cari ai vostri concittadini: tolleranza, unità e giustizia per tutti i cittadini. Giustamente – ha sottolineato Benedetto XVI – la Costituzione indonesiana garantisce il diritto umano fondamentale di praticare la propria religione. La libertà di vivere e diffondere il Vangelo non può mai essere data per concessa, ma deve sempre essere sostenuta secondo giustizia e con pazienza. Né la libertà di religione è solo il diritto di essere liberi da costrizioni esterne. E’ anche il diritto di essere autenticamente e pienamente cattolici, di praticare la fede, edificare la Chiesa e contribuire al bene comune, proclamando il Vangelo come Buona novella per tutti e invitando alla familiarità con il Dio di miericordia e compassione manifestatosi in Gesù Cristo”.
Il Papa ha poi espresso gratitudine per il lavoro che il clero, i religiosi e il laicato cattolico compiono “indispensabile espressione dell’impegno della Chiesa per l’uomo, in particolare per i più bisognosi” e ha raccomandato ai vescovi la cura della loro formazione.
Benedetto XVI ha infine incoraggiato i vescovi a proseguire negli sforzi per “promuovere e sostenere il dialogo interreligioso” in un Paese, “così ricco di differenze culturali e di varie tradizioni religiose. Così il popolo indonesiano è ben messo per dare un contributo mportante alla domenada di pace e comprensione tra i popoli del mondo.La vostra partecipazione a questa grande impresa è determinante”. La Chiesa e i uoi fedeli sono chiamati “a seguire il Divino maestro che riunisce in sé tutte le cose e a testimoniare quella pace che solo lui può dare”.
Anche in un Paese, come l’Indonesia, ove il messaggio di Cristo è stato portato da secoli, “la spinta missionaria – ha detto il Papa – rimane essenziale alla vita della Chiesa e trova espressione non solo nell’annuncio del Vangelo, ma anche nella testimonianza della carità cristiana. A questo riguardo – ha proseguito – apprezzo gli intensi sforzi portati avanti da numerose persone ed enti in nome della Chiesa per portare l’amorevole compassione di Dio a tante persone della società indonesiana”.
Questo contribuisce non solo alla vitalità spirituale della Chiesa che cresce “attraverso umili e coraggiosi testimoni”, ma anche alla società nel suo insieme “promuovendo quei valori che sono cari ai vostri concittadini: tolleranza, unità e giustizia per tutti i cittadini. Giustamente – ha sottolineato Benedetto XVI – la Costituzione indonesiana garantisce il diritto umano fondamentale di praticare la propria religione. La libertà di vivere e diffondere il Vangelo non può mai essere data per concessa, ma deve sempre essere sostenuta secondo giustizia e con pazienza. Né la libertà di religione è solo il diritto di essere liberi da costrizioni esterne. E’ anche il diritto di essere autenticamente e pienamente cattolici, di praticare la fede, edificare la Chiesa e contribuire al bene comune, proclamando il Vangelo come Buona novella per tutti e invitando alla familiarità con il Dio di miericordia e compassione manifestatosi in Gesù Cristo”.
Il Papa ha poi espresso gratitudine per il lavoro che il clero, i religiosi e il laicato cattolico compiono “indispensabile espressione dell’impegno della Chiesa per l’uomo, in particolare per i più bisognosi” e ha raccomandato ai vescovi la cura della loro formazione.
Benedetto XVI ha infine incoraggiato i vescovi a proseguire negli sforzi per “promuovere e sostenere il dialogo interreligioso” in un Paese, “così ricco di differenze culturali e di varie tradizioni religiose. Così il popolo indonesiano è ben messo per dare un contributo mportante alla domenada di pace e comprensione tra i popoli del mondo.La vostra partecipazione a questa grande impresa è determinante”. La Chiesa e i uoi fedeli sono chiamati “a seguire il Divino maestro che riunisce in sé tutte le cose e a testimoniare quella pace che solo lui può dare”.
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