Papa: all’Angelus spiega la nonviolenza cristiana e fa gli auguri ai cinesi per il capodanno
“Amare i nemici” non è irrealistico, è il resistere al male col bene, è il “di più” di amore e bontà che servono di fronte alla troppa violenza ed alla troppa ingiustizia che ci sono nel mondo.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Porgere l’altra guancia” non vuol dire cedere al male, ma reagire al male col bene, così come “amare i nemici” significa mettere “un di più” di amore in un mondo segnato da troppa violenza e troppa ingiustizia. Il fondamento della nonviolenza cristiana, che non è una strategia ma un modo di essere della persona, è stato il tema del quale Benedetto XVI ha parlato oggi alle 50mila persone presenti in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus, malgrado una matinata fredda e a tratti spruzzata di pioggia.
Il Papa, nel suo saluto ai fedeli, è anche tornato a rivolgere un pensiero alla Cina, che si conferma, così, uno dei punti caldi dell’attenzione di Benedetto XVI. Dopo la recita della preghiera mariana, infatti, ricordando che “in vari Paesi dell’Oriente si celebra oggi il capodanno lunare, con gioia e nell’intimità delle famiglie”, ha inviato “a tutti quei grandi popoli” auguri di “serenità e prosperità”.
La Cina e gli altri Paesi ad essa vicini che celebrano il capdanno – la maggiore festività dell’intero anno – non è stata il solo luogo lontano da Roma al quale si è rivolto il pensiero del Papa. Benedetto XVI si è infatti detto vicino alle difficoltà che incontra il popolo della Guinea ed ha rivolto un pensiero al clero polacco. “I vescovi di quella Nazione – ha affermato, parlando della Guinea - mi hanno espresso la loro apprensione per la situazione di paralisi sociale, con scioperi generali e reazioni violente, che hanno causato numerose vittime. Nel domandare il rispetto dei diritti umani e civili, assicuro la mia preghiera perché il comune impegno a percorrere la via del dialogo porti a superare la crisi”. Quanto alla Polonia, il Papa, salutando i fedeli di quel Paese, ha fatto implicito riferimento alle difficoltà che alcuni membri del clero di quel Paese stanno incontrando a causa delle accuse di collaborazione col regime comunista. Il Papa ha infatti ricordato che “secondo l’iniziativa dei Vescovi il prossimo Mercoledì delle Ceneri sarà in Polonia un particolare giorno di ‘preghiera e penitenza di tutto il clero polacco’. La preghiera per la santità dei sacerdoti colmi tutti i fedeli dello spirito di perdono, di riconciliazione e di reciproca fiducia”.
Prima della preghiera mariana, Benedetto XVI aveva illustrato “una delle parole più tipiche e forti della
predicazione di Gesù: ‘Amate i vostri nemici’ (Lc 6,27)”. “Ma – ha chiesto - qual è il senso di questa sua parola? Perché Gesù chiede di amare i propri nemici, cioè un amore che eccede le capacità umane? In realtà, la proposta di Cristo è realistica, perché tiene conto che nel mondo c’è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di
amore, un di più di bontà. Questo ‘di più’ viene da Dio: è la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù e che sola può ‘sbilanciare’ il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e decisivo ‘mondo’ che è il cuore dell’uomo”.
“Giustamente – ha proseguito - questa pagina evangelica viene considerata la magna charta della nonviolenza cristiana, che non consiste nell’arrendersi al male – secondo una falsa interpretazione del
‘porgere l’altra guancia’ (cfr Lc 6,29) – ma nel rispondere al male con il bene (cfr Rm 12,17-21), spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia. Si comprende allora che la nonviolenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità. L’amore del nemico costituisce il nucleo della ‘rivoluzione cristiana’, una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico. La rivoluzione dell’amore, un amore che non poggia in efinitiva sulle risorse umane, ma è dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve sulla sua bontà misericordiosa. Ecco la novità del Vangelo, che cambia il mondo senza far rumore. Ecco l’eroismo dei “piccoli”, che credono nell’amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita”.
Benedetto XVI ha concluso ricordando che mercoledì inizierà la Quaresima, con il rito delle Ceneri, che egli stesso andrà a celebrare nella asilica romana di Santa Sabina. La Quaresima, ha sottolineato, “è il tempo favorevole nel quale tutti i cristiani sono invitati a convertirsi sempre più profondamente
all’amore di Cristo”.
Vedi anche