Papa: all'Onu, agli stati e al mondo serve "un sussulto di coraggio" per costruire la pace
Nella messa in occasione della Giornata mondiale della pace, Benedetto XVI riafferma il nesso fra la pace, la verità e la fede in Dio. Per i cristiani, la pace è una "missione permanente".
Città del Vaticano (AsiaNews) Nel mondo dominato dal terrorismo, dal nichilismo ed il fondamentalismo fanatico, è necessario "un sussulto di coraggio e di fiducia in Dio e nell'uomo per scegliere di percorrere il cammino della pace". Tale "sussulto" è necessario ai singoli, alle potenze politiche, alle organizzazioni internazionali, prima fra tutti l'Onu. Così il papa Benedetto XVI, durante la messa in occasione della Giornata mondiale della pace, nella solennità liturgica di Maria Madre di Dio.
Alla celebrazione nella basilica di san Pietro, hanno partecipato vescovi e cardinali, fra cui il segretario di stato Angelo Sodano e Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio della Giustizia e della pace. Davanti a migliaia di fedeli e al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, il papa ha ripreso alcuni temi del suo messaggio per la 39ma Giornata della pace, "Nella verità la pace".
Prendendo spunto dalle letture della liturgia odierna, Benedetto XVI ha indicato "i pastori" del presepio, come "l'immagine più facilmente accessibile a ciascuno di noi, dell'uomo che si lascia illuminare dalla verità, divenendo così capace di costruire un mondo di pace". Per il papa è evidente che "dove e quando l'uomo si lascia illuminare dallo splendore della verità, intraprende quasi naturalmente il cammino della pace".
Il papa sembra indicare un certo sconforto o inedia nella comunità mondiale, a causa del perdurare di tante "situazioni di ingiustizia e di violenza che continuano ad opprimere diverse zone della terra, davanti a quelle che si presentano come le nuove e più insidiose minacce alla pace - il terrorismo, il nichilismo ed il fondamentalismo fanatico". Per questo, egli dice, " è necessario un 'sussulto' di coraggio e di fiducia in Dio e nell'uomo per scegliere di percorrere il cammino della pace. E questo da parte di tutti: singoli individui e popoli, Organizzazioni internazionali e potenze mondiali. In particolare, nel Messaggio per l'odierna ricorrenza, ho voluto richiamare l'Organizzazione delle Nazioni Unite a prendere rinnovata coscienza delle sue responsabilità nella promozione dei valori della giustizia, della solidarietà e della pace, in un mondo sempre più segnato dal vasto fenomeno della globalizzazione".
Il nesso della pace con la verità radica il valore della pace nella fede in Dio. Benedetto XVI cita il concilio Vaticano II e la costituzione pastorale Gaudium et Spes, in cui si afferma "che l'umanità non riuscirà a 'costruire un mondo veramente più umano per tutti gli uomini e su tutta la terra, se gli uomini non si volgeranno tutti con animo rinnovato alla verità della pace' (n. 77)".
Il nesso fra pace e fede in Dio apre a una forte collaborazione fra "ogni persona di buona volontà"; nello stesso tempo apre a un contributo specifico dei cristiani: "per i discepoli di Cristo essa [la pace] è mandato permanente che impegna tutti; è missione esigente che li spinge ad annunciare e testimoniare 'il Vangelo della Pace', proclamando che il riconoscimento della piena verità di Dio è condizione previa e indispensabile per il consolidamento della verità della pace. Possa questa consapevolezza crescere sempre più, sì che ogni comunità cristiana diventi 'fermento' di un'umanità rinnovata nell'amore".
Riferendosi alle letture della liturgia, il papa ricorda che "la salvezza è dono di Dio", che la benedizione di Dio citata nella prima lettura è efficace e si concretizza "da parte di Dio nel proteggerci (v. 24), nell'esserci propizio (v. 25) e nel donarci la pace, cioè, in altri termini, nell'offrirci l'abbondanza della felicità".
Per i cristiani, all'inizio dell'anno e per tutti i giorni, il modello a cui ispirarsi è Maria, la madre di Dio: "Il primo giorno dell'anno è posto sotto il segno di una donna, Maria Alla sua scuola conclude il papa - vogliamo apprendere anche noi a diventare attenti e docili discepoli del Signore. Con il suo aiuto materno, desideriamo impegnarci a lavorare alacremente nel 'cantiere' della pace, alla sequela di Cristo, Principe della Pace".
Alla messa erano presenti anche molti bambini, membri di gruppi di Pueri cantores da diverse parti del mondo. Il papa li ha ringraziati perché "rendono ancor più solenne questa santa messa con la quale invochiamo da Dio il dono della pace per il mondo intero".
Durante le invocazioni, un giovane di lingua cinese ha pregato per gli stati e le organizzazioni internazionali, perché si impegnino per la pace e il rispetto dei diritti dell'uomo. Un giovane di lingua araba ha pregato per tutte le situazioni di violenza in Medio Oriente e in particolare per Betlemme e "la terra di Gesù".
Alla fine della celebrazione, il papa ha incensato la statua della Madre di Dio posta al lato sinistro dell'altare della confessione, mentre il popolo cantava l'antica antifona Alma Redemptoris Mater.
13/10/2020 11:45