Papa: "adesso" l'enciclica sulla fede, scritta "a quattro mani" con Benedetto XVI
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Adesso deve uscire un'enciclica, a quattro mani dicono": papa Francesco ha annunciato così, parlando a braccio, l'uscita del documento che Benedetto XVI stava preparando per l'Anno della fede. "Papa Benedetto me l'ha consegnata, è un documento forte, anche io dirò lì che ho ricevuto questo grande lavoro: l'ha fatto lui e io l'ho portato avanti". L'annuncio è stato fatto questa mattina ai partecipanti al 13mo Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, ricevuti nella Sala del concistoro, in Vaticano.
L'annuncio è stato dato a "giustificazione" della mancanza di una risposta a una domanda sulla esortazione post-sinodale. "C'è un problema", ha spiegato il Papa. Pubblicata "in questo momento" l'esortazione rischierebbe di rimanere "nascosta" dall'enciclica. "Poi ho pensato che l'anno della fede avrà fine senza un bel documento che può aiutarci. Ho pensato di fare una esortazione sulla evangelizzazione in genere e metterci dentro le cose del sinodo". Un testo, insomma, che raccolga le idee "del sinodo" ma che comprenda, più alla "larga", il tema della "evangelizzazione in genere". "Mi è piaciuta l'idea e andrò su quella strada. Ho scritto qualcosa, ad agosto la casa sarà tranquilla e potrò fare qualcosa e andare un po' avanti".
Prima dell'annuncio, Francesco aveva detto che per la nuova evangelizzazione "occorre lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, anche se ci porta su strade nuove" e di tale obiettivo è strumento anche il Sinodo dei vescovi che "conoscerà ulteriori sviluppi per favorire ancora di più il dialogo e la collaborazione tra i Vescovi e tra essi e il Vescovo di Roma". Annuncio del Vangelo anche nei Paesi di antica cristianizzazione e collegialità tra vescovi e papa nel discorso che Francesco ha rivolto stamattina ai La prima sottolineatura del Papa è stata per il tema affrontato dall'assemblea: La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede. "C'è - ha detto - una stretta connessione tra questi due elementi: la trasmissione della fede cristiana è lo scopo della nuova evangelizzazione e dell'intera opera evangelizzatrice della Chiesa, che esiste proprio per questo. L'espressione 'nuova evangelizzazione', poi, mette in luce la consapevolezza sempre più chiara che anche nei Paesi di antica tradizione cristiana si rende necessario un rinnovato annuncio del Vangelo, per ricondurre ad un incontro con Cristo che trasformi veramente la vita e non sia superficiale, segnato dalla routine. E questo ha conseguenze nell'azione pastorale. Come osservava il Servo di Dio Paolo VI, «le condizioni della società ci obbligano a rivedere i metodi, a cercare con ogni mezzo di studiare come portare all'uomo moderno il messaggio cristiano, nel quale soltanto, egli può trovare la risposta ai suoi interrogativi e la forza per il suo impegno di solidarietà umana» (Discorso al Sacro Collegio dei Cardinali, 22 giugno 1973). Lo stesso Pontefice, nell'Evangelii nuntiandi, un testo ricchissimo che non ha perso nulla della sua attualità, ci ricordava come l'impegno di annunciare il Vangelo «è senza alcun dubbio un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche all'umanità» (n. 1). Vorrei incoraggiare l'intera comunità ecclesiale ad essere evangelizzatrice, a non aver paura di 'uscire' da sé per annunciare, confidando soprattutto nella presenza misericordiosa di Dio che ci guida. Le tecniche sono certo importanti, ma neppure le più perfette potrebbero sostituire l'azione discreta ma efficace di Colui che è l'agente principale dell'evangelizzazione: lo Spirito Santo. Occorre lasciarsi condurre da Lui, anche se ci porta su strade nuove; occorre lasciarsi trasformare da Lui perché il nostro annuncio avvenga con la parola sempre accompagnata da semplicità di vita, da spirito di preghiera, da carità verso tutti, specialmente i piccoli e i poveri, da umiltà e distacco da sé, da santità di vita. Solo così sarà veramente fecondo!"
Quanto al Sinodo dei vescovi, definito da Francesco "uno dei frutti del Concilio Vaticano II", in questi quasi cinquant'anni, "si sono potuti sperimentare i benefici di questa istituzione, che, in modo permanente, è posta al servizio della missione e della comunione della Chiesa, come espressione della collegialità. Lo posso testimoniare anche sulla base della mia esperienza personale, per aver partecipato a diverse Assemblee sinodali. Aperti alla grazia dello Spirito Santo, anima della Chiesa, siamo fiduciosi che il Sinodo dei Vescovi conoscerà ulteriori sviluppi per favorire ancora di più il dialogo e la collaborazione tra i Vescovi e tra essi e il Vescovo di Roma".
Francesco ha infine ringraziato per la collaborazione delle diverse realtà ecclesiali con la segreteria del Sinodo, che indica al Papa i possibili temi della prossima assemblea generale. "Sono certo - ha concluso - che con il discernimento accompagnato dalla preghiera questo lavoro porterà abbondanti frutti a tutta la Chiesa, che, fedele al Signore, desidera annunciare con rinnovato coraggio Gesù Cristo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Egli è 'la via, la verità e la vita' per tutti e per ciascuno".