Papa: Via Crucis, la croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo
Roma (AsiaNews) - ."A volte ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto, e la sua risposta è la Croce di Cristo: una Parola che è amore, misericordia, perdono. E' anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Ricordiamo questo: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva". E' la prima Via Crucis di papa Francesco: ci sono decine di migliaia di persone che già dal pomeriggio si erano raccolte attorno al Colosseo, ci sono bandiere e migliaia di candele. Ma c'è soprattutto un alternarsi impressionante di silenzio e preghiere.
Lo sottolineano le stesse parole del Papa: "Non voglio aggiungere tante parole. In questa notte deve rimanere una sola parola, che è la Croce stessa".
Il Papa non porta la croce, assiste al rito dal terrazzo del Palatino, di fronte al Colosseo, come negli ultimi anni hanno fatto i Papi precedenti. A sostenerla nel suo cammino, oltre al cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, alla prima e ultima stazione, due seminaristi cinesi, due frati francescani della Custodia di Terra Santa, due religiose dell'Africa e due religiose del Libano, due giovani del Brasile, due famiglie provenienti dall'Italia e dall'India e un malato.
A sorreggere le torce anche due degli autori delle meditazioni. I testi di quest'anno sono stati scritti da un gruppo di giovani libanesi, sotto la guida del patriarca maronita, il cardinale Béchara Boutros Raï.
Lo ricorda anche il Papa: "Questa sera abbiamo sentito la testimonianza dei nostri fratelli del Libano: sono loro che hanno composto queste belle meditazioni e preghiere. Li ringraziamo di cuore per questo servizio e soprattutto per la testimonianza che ci danno. Lo abbiamo visto quando il Papa Benedetto è andato in Libano: abbiamo visto la bellezza e la forza della comunione dei cristiani di quella Terra e dell'amicizia di tanti fratelli musulmani e di molti altri. E' stato un segno per il Medio Oriente e per il mondo intero: un segno di speranza".
Ce n'è un'eco nella meditazione della settima stazione: "Illumina le nostre coscienze affinché riconoscano, nonostante le divergenze umane e religiose», che un raggio di verità illumina tutti gli uomini», chiamati a camminare insieme - nel rispetto della libertà religiosa - verso la verità che è in Dio solo. Così, le diverse religioni potranno «mettersi insieme per servire il bene comune e contribuire allo sviluppo di ogni persona e alla edificazione della società".
Ma nelle meditazioni non c'è solo la sofferenza dei cristiani del Medio Oriente, ci sono le donne e la loro dignità spesso violata, le vittime delle guerre e delle violenze, gli sfollati e i giovani vittime di felicità "artificiali" e "quanti hanno perso la speranza".
"Cari fratelli - dice il Papa - la parola della Croce è anche la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la croce, come Gesù". E "continuiamo questa Via Crucis nella vita di tutti i giorni. Camminiamo insieme sulla via della Croce, camminiamo portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono. Camminiamo aspettando la Risurrezione di Gesù! Che ci ama tanto, è tutto amore".