09/01/2008, 00.00
VATICANO
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Papa: Sant’Agostino un po' come i giovani di oggi

Benedetto XVI illustra la vita del santo di Ippona, annunciando che sul suo pensiero tornerà nelle prossime udienze generali. La vicenda del più prolifico dei Padri della Chiesa, dall’adesione ai manichei alla conversione ed alla vita “esemplare” come vescovo.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Sant’Agostino, personaggio di “singolare rilevanza” nella storia della Chiesa e della letteratura cristiana, e non solo in quella, fu un po’ come i giovani di oggi, aveva “vivissima intelligenza, ma non fu sempre studente esemplare”, ebbe esperienze molto diverse, cercò, all’inizio, regole morali non troppo pesanti, aveva ansia di conoscere la Verità. La figura del santo di Ippona è stata illustrata oggi Benedetto XVI alle 6mila persone presenti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale ed a colui che è stato il più prolifico dei Padri della Chiesa il Papa ha annunciato che dedicherà anche le prossime catechesi.
 
Di Agostino, oggetto della tesi e di particolari studi del teologo Ratzinger, oggi, il Papa ha detto che “tutte le strade della letteratura latina cristiana portano ad Ippona dove era vescovo” ed ha ricordato l’affermazione di Paolo VI, per il quale “si può dire che tutto il pensiero dell’antichità confluisce” nella sua opera e che da essa si diramano molte delle strade percorse dalla cultura occidentale, tanto che “è conosciuto anche da chi ignora il cristianesimo”.
 
Nato a Tagasse nell’Africa romana il 13 novembre 354, da Patrizio e Monica un pagano e una fervente cristiana, venerata come santa, che esercitò grandissima influenza sul figlio, educandolo alla fede, Agostino, “perfetto dominatore della lingua latina”, da una lettura di Cicerone ebbe la spinta a “conoscere la verità” e “l’amore per la sapienza”. Ma in Cicerone “mancava il nome di Gesù” e ciò lo spinse a leggere la Bibbia. Dalla quale restò deluso, non solo per lo stile “insufficiente”, ma anche per la mancanza di una filosofia “alta”.
 
La ricerca di una religione corrispondente al suo desiderio di verità e di avvicinarsi a Gesù lo fece “cadere nelle trame dei manichei”. Che tra l’altro avevano una morale che lasciava abbastanza liberi i simpatizzanti.
 
Venuto in Italia, prima a Roma e poi a Milano, deluso dall’esperienza manichea, fu affascinato dalle prediche di Ambrogio “non solo per la sua retorica, ma per il contenuto” che “risolve la questione della mancanza di altezza filosofica” dell’Antico Testamento, con la riflessione sull’unità in esso del mistero di Cristo, e “sul Logos che si è fatto carne”.
 
Al culmine di un tormentato cammino interiore, nel 386 Agostino si converte ed a 32 anni viene battezzato da Ambrogio. Tornato in Africa, divenuto sacerdote e, nel 395, vescovo, fu “esemplare nel suo instancabile impegno”, “attivissimo nel governo della Chiesa”, “a Dio si affidò ogni giorno, fino all’estremo della sua vita”. Morì il 28 agosto 430, quando ancora non aveva compiuto 76 anni.
 
 
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