30/05/2020, 18.16
VATICANO
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Papa: Rosario con santuari di tutto il mondo per chiedere la fine della pandemia

A recitare le “decine” del Rosario sono stati alcune decine di donne e uomini in rappresentanza di varie categorie di persone particolarmente toccate dal virus.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Migliaia di santuari di tutti i continenti si sono uniti oggi pomeriggio a papa Francesco per la recita di un Rosario e chiedere la fine della pandemia. Francesco si è recato alla grotta che nei giardini vaticani riproduce quella di Lourdes e nella quale c’è il primo altare che fu edificato nella grotta, sul quale il Papa ha deposto un mazzo di fiori.

Nella sua preghiera, Francesco ha chiesto a Maria “volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro. Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Gesù, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia. Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro fatica e dona loro forza, bontà e salute. Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati, ai sacerdoti e alle persone consacrate che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti. Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere la malattia. Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà”.

“Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro. Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare. Madre della Misericordia, conduci i passi dei tuoi pellegrini che desiderano raggiungerti nei Santuari a te dedicati in tutto il mondo sotto i titoli più svariati con il tuo sguardo dolce e materno, ascolta la loro preghiera e sii per ciascuno una guida sicura. O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che il Padre Misericordioso intervenga con la sua mano onnipotente per liberarci da questa terribile pandemia, in modo che la vita possa riprendere in serenità il suo corso quotidiano”.

A recitare le “decine” del Rosario sono stati alcune decine di donne e uomini in rappresentanza di varie categorie di persone particolarmente toccate dal virus: un pneumologo all’ospedale San Filippo Neri e un’infermiera, a nome di tutto il personale sanitario impegnato in prima linea negli ospedali; una persona guarita dal virus e una che ha perso un famigliare, per indicare quanti sono stati toccati personalmente dalla sofferenza. E’ stata poi la volta di un sacerdote, cappellano ospedaliero all’ospedale Spallanzani e di una suora infermiera, per ricordare tutti i sacerdoti e le persone consacrate che sono vicini ai malati; una farmacista e una giornalista per indicare quanti nel periodo della pandemia hanno continuato a svolgere il loro servizio in favore degli altri. Ancora, un volontario della Protezione civile con la propria famiglia, per rappresentare quanti si sono adoperati per far fronte a questa emergenza e per tutto il vasto mondo del volontariato. Infine una giovane famiglia, alla quale è nato, nelle scorse settimane, un bambino, segno di speranza.

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