Papa: Quaresima "cammino nel deserto" per vincere le tentazioni del potere e dirigersi verso Dio
Città del Vaticano (AsiaNews) - La Quaresima, che inizia oggi, è "un tempo di cambiamento, di conversione", un tempo che spinge "ad assumersi le proprie responsabilità, è il tempo delle decisioni mature", di "mettersi in movimento, per incontrare il Signore alla fine dei tempi". I 40 giorni che ci separano dalla Pasqua sono stati il tema della riflessione che Benedetto XVI ha proposto alle ottomila persone presenti all'udienza generale, in Vaticano.
Nelle parole del Papa anche un riferimento alla "condizione della Chiesa in cammino nel deserto del mondo e della storia", per la quale, come per Gesù, c'è la "tentazione del Maligno", che propose a Cristo "una via messianica lontana dal progetto di Dio", una via che "passa attraverso il successo, il potere, il dominio". Ma anche se "il cielo sopra di noi è oscuro, perché coperto dalle nubi del'egoismo, dell'inganno" il tempo del deserto "può trasformarsi in tempo di grazia, perché anche dalla roccia più dura Dio può far sgorgare l'acqua che dissseta".
Benedetto XVI ha ricordato che i "quadragesima", i quaranta giorni, la Quaresima, era il tempo nel quale coloro che avevano udito l'annuncio cristiano "iniziavano, passo dopo passo, il cammino di conversione", il "cammino di conversione alla fede da compiersi gradualmente, attraverso un cambiamento interiore", che avrebbe portato i catecumeni al battesimo.
Nel tempo, questo cammino di conversione è stato proposto ai penitenti e a tutti i fedeli, "sia coloro che si erano allontanati da Dio, sia coloro che vivevano in piena comunione con la Chiesa". Tutti sapevano che "il tempo che precede la Pasqua è tempo di cambiamento, di conversione". E "la partecipazione di tutta la comunità sottolinea una particolarità importante della comunità cristiana: è la redenzione, a disposizione non di alcuni, ma di tutti ad essere disponibile, grazia alla morte e alla risurrezione di Cristo".
La durata della Quaresima, 40 giorni, si riferisce a un numero simbolico sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento: "una cifra che esprime il tempo dell'attesa, della purificazione, del ritorno al Signore". "Un tempo cronologicamente non esatto, ma che indica pazienza, perseveranza, una lunga prova, un tempo sufficiente per vedere le opere di Dio, per assumersi le proprie responsabilità, senza ulteriori rimandi".
Il Papa ha indicato, tra l'altro, che "il numero appare innanzi tutto a proposito di Noè, questo uomo giusto", che trascorre 40 giorni nell'arca e altri 40 dopo il diluvio, prima di toccare la terraferma. Ugualmente sono 40 i giorni che "Mosè trascorre sul monte Sinai alla presenza del Signore per accogliere la legge" e gli anni del viaggio del popolo di Israele verso la Terra promessa. Pure 40 sono gli anni di pace che Israele conosce sotto i Giudici e quelli dei regni di Saul e di David.
Nel Nuovo Testamento, "Gesù prima di iniziare la vita publica si ritira nel deserto per 40 giorni, senza mangiare né bere, si nutre della Parola di Dio, che usa come arma per vincere il diavolo"e "40 sono i giorni nei quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo".
"Il numero è descritto in contesto spirituale che resta attuale e valido, e la Chiesa proprio mediante i giorni del periodo quaresimale intende mantenerne il perdurante valore e renderne a noi presente l'efficacia. La liturgia cristiana della Quaresima ha lo scopo di favorire un cammino di rinnovameno spirituale alla luce di questa lunga esperienza pubblica e soprattutto imparare a imitare Gesù, che nei quaranta giorni trascorsi nel deserto insegnò a vincere la tentazione con la parola di Dio".