Papa: Pregate per me durante il mio viaggio in Turchia
Nella solennità di Cristo re, Benedetto XVI esprime "stima e amicizia" per il "caro popolo turco", sulla scia della testimonianza di Giovanni Paolo II, Paolo VI e Giovanni XXIII. Appello per la Giornata Mondiale contro l'Aids.
Città del Vaticano (AsiaNews) A soli due giorni dal suo viaggio in Turchia, all'enorme folla di pellegrini radunati per l'Angelus in piazza san Pietro, Benedetto XVI ha domandato oggi di essere accompagnato "con la preghiera, perché questo pellegrinaggio possa portare tutti i frutti che Dio desidera". Il viaggio del papa ad Ankara, Efeso ed Istanbul si presenta difficile data la contrarietà di una parte dell'opinione turca, legata all'ideologia nazionalista e islamista, e alcuni tentennamenti del governo di Ankara. Il papa sorvola su queste tensioni: "Fin d'ora ha detto - desidero inviare un saluto cordiale al caro popolo turco, ricco di storia e di cultura; a tale popolo e ai suoi rappresentanti esprimo sentimenti di stima e di sincera amicizia". A segno di tale stima, gli organizzatori del viaggio del papa stanno studiando di aggiungere alla già piena agenda del pontefice, anche una visita alla Moschea blu a Istanbul. Il viaggio è comunque finalizzato a partecipare ai festeggiamenti di sant'Andrea, il 30 novembre, insieme al Patriarca greco-ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I. "Con viva emozione ha aggiunto il papa - attendo di incontrare la piccola Comunità cattolica, che mi è sempre presente nel cuore, e di unirmi fraternamente alla Chiesa Ortodossa, in occasione della festa dell'apostolo sant'Andrea. Con fiducia mi pongo sulle orme dei miei venerati predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II; ed invoco la celeste protezione del beato Giovanni XXIII, che fu per dieci anni Delegato Apostolico in Turchia e nutrì per quella nazione affetto e stima".
In precedenza Benedetto XVI aveva sottolineato il senso della festa di oggi, Cristo re dell'universo.
"Egli ha detto il papa - non è venuto a dominare su popoli e territori, ma a liberare gli uomini dalla schiavitù del peccato e riconciliarli con Dio". Il pontefice ricorda il vangelo della messa di oggi, che presenta il dialogo fra Gesù e Pilato, in cui Gesù flagellato rivendica per sé il titolo di re e di testimone della verità. "Ma qual è ha domandato il papa - la 'verità' che Cristo è venuto a testimoniare nel mondo? L'intera sua esistenza rivela che Dio è amore: è questa dunque la verità a cui Egli ha reso piena testimonianza con il sacrificio della sua stessa vita sul Calvario. La Croce è il 'trono' dal quale ha manifestato la sublime regalità di Dio Amore: offrendosi in espiazione del peccato del mondo, Egli ha sconfitto il dominio del 'principe di questo mondo' (Gv 12,31) e ha instaurato definitivamente il Regno di Dio. Regno che si manifesterà in pienezza alla fine dei tempi, dopo che tutti i nemici, e per ultimo la morte, saranno stati sottomessi (cfr 1 Cor 15,25-26)".
La via per "entrare" nel regno di Dio "non ammette scorciatoie": occorre "che ogni persona liberamente accolga la verità dell'amore di Dio. Egli è Amore e Verità, e sia l'amore che la verità non si impongono mai: bussano alla porta del cuore e della mente e, dove possono entrare, apportano pace e gioia. Questo è il modo di regnare di Dio; questo il suo progetto di salvezza, un 'mistero' nel senso biblico del termine, cioè un disegno che si rivela a poco a poco nella storia".
"Alla regalità di Cristo ha concluso Benedetto XVI - è stata associata in modo singolarissimo la Vergine Maria. A Lei, umile ragazza di Nazaret, Dio chiese di diventare Madre del Messia, e Maria corrispose a questa chiamata con tutta se stessa, unendo il suo 'sì' incondizionato a quello del Figlio Gesù e facendosi con Lui obbediente fino al sacrificio. Per questo Dio l'ha esaltata al di sopra di ogni creatura e Cristo l'ha coronata Regina del Cielo e della terra. Alla sua intercessione affidiamo la Chiesa e l'intera umanità, affinché l'amore di Dio possa regnare in tutti i cuori e si compia il suo disegno di giustizia e di pace".
Dopo la preghiera dell'Angelus, ha anche ricordato l'appuntamento della Giornata mondiale contro l'Aids, che ricorre il 1° dicembre. "Auspico vivamente - ha detto il pontefice - che tale circostanza favorisca un'accresciuta responsabilità nella cura della malattia, insieme all'impegno di evitare ogni discriminazione nei confronti di quanti ne sono colpiti. Mentre invoco sui malati e sulle loro famiglie il conforto del Signore, incoraggio le molteplici iniziative che la Chiesa sostiene in tale campo".
Nella folla dei pellegrini almeno ventimila - vi erano direttori di coro, musicisti e cantori che hanno partecipato al 28° Congresso nazionale di musica sacra, che alle parole del papa hanno risposto col canto polifonico del Tota Pulchra. Il congresso tenuto nei giorni scorsi a Roma, ha anche commemorato, a 50 anni dalla morte, il maestro Lorenzo Perosi, che è stato direttore della Cappella Sistina. Benedetto XVI lo ha ricordato con gratitudine per aver "lasciato opere musicali di altissima ispirazione religiosa". E ai cantori ha augurato "di essere autentici evangelizzatori con l'espressione della bellezza e dell'armonia della vostra arte musicale".