Papa: Politici, scienziati, religioni, Magi di oggi, non abbiate paura della luce di Cristo
Città del Vaticano (AsiaNews) – Nel giorno in cui la Chiesa celebra la manifestazione di Cristo alle genti, rappresentati dai Magi venuti dall’Oriente, Benedetto XVI ha lanciato un appello accorato ai “Magi di oggi”, i politici, gli scienziati e i rappresentanti delle religioni non cristiane perché scoprano che Cristo è il compimento delle loro ricerche. Nella cornice della basilica di san Pietro, in una celebrazione eucaristica, con ministranti asiatici, africani, polinesiani, il pontefice ha riproposto il messaggio dell’Epifania, di “un Dio che si è rivelato nella storia come luce del mondo, per guidare e introdurre finalmente l’umanità nella terra promessa, dove regnano libertà, giustizia e pace”. Ai “Magi di oggi” e “a tutti gli uomini del nostro tempo” il papa ha ripetuto: "non abbiate paura della luce di Cristo! La sua luce è lo splendore della verità. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere dal suo amore e troverete la via della pace”.
L’urgenza mostrata dal papa in questo appello missionario è data da una parte dal fatto che “sono trascorsi venti secoli da quando tale mistero è stato rivelato e realizzato in Cristo, ma esso non è ancora giunto al suo compimento”. Egli richiama “l’amato predecessore Giovanni Paolo II”, che nella “sua Enciclica sulla missione della Chiesa, ha scritto che ‘al termine del secondo millennio uno sguardo d’insieme all’umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi’ (Redemptoris missio, 1)”.
Ma l’urgenza è dovuta anche dalla drammatica situazione del mondo contemporaneo, senza pace, giustizia, amore, perchè senza Dio. Benedetto XVI ricorda che il Concilio Vaticano II è stato proprio un tentativo di rendere attuale la “manifestazione [Epifania] di Cristo” “In verità – ha detto il papa - tutto il Concilio Vaticano II fu mosso dall’anelito di annunciare all’umanità contemporanea Cristo, luce del mondo. Nel cuore della Chiesa, a partire dal vertice della sua gerarchia, emerse impellente, suscitato dallo Spirito Santo, il desiderio di una nuova epifania di Cristo al mondo, un mondo che l’epoca moderna aveva profondamente trasformato e che per la prima volta nella storia si trovava di fronte alla sfida di una civiltà globale, dove il centro non poteva più essere l’Europa e nemmeno quelli che chiamiamo l’Occidente e il Nord del mondo. Emergeva l’esigenza di elaborare un nuovo ordine mondiale politico ed economico, ma al tempo stesso e soprattutto spirituale e culturale, cioè un rinnovato umanesimo”. E a sottolineare le difficoltà di oggi, ha aggiunto a braccio: “Un nuovo ordine sociale politico economico non funziona se non c’è un rinnovamento spirituale, se non troviamo Dio”.
Il papa parla della situazione del mondo contemporaneo come di una “sfida epocale”. E ha continuato: “All’inizio del terzo millennio ci troviamo nel vivo di questa fase della storia umana, che è stata ormai tematizzata intorno alla parola ‘globalizzazione’. D’altra parte, oggi ci accorgiamo di quanto sia facile perdere di vista i termini di questa stessa sfida, proprio perché si è coinvolti in essa: un rischio fortemente rafforzato dall’immensa espansione dei mass-media, i quali, se da una parte moltiplicano indefinitamente le informazioni, dall’altra sembrano indebolire le nostre capacità di una sintesi critica. La solennità odierna può offrirci questa prospettiva, a partire dalla manifestazione di un Dio che si è rivelato nella storia come luce del mondo, per guidare e introdurre finalmente l’umanità nella terra promessa, dove regnano libertà, giustizia e pace”. E, ancora a braccio ha aggiunto: “E noi vediamo che non possiamo da noi trovare giustizia e pace se non ci appare il volto di Dio, questo volto umile di Dio che ci appare nella povertà della mangiatoia”.
Per questo Benedetto XVI fa suo l’appello del Concilio Vaticano II a quelli che egli ha definito “i Magi di oggi”, i “governanti” e gli “uomini di pensiero e di scienza”, ai quali egli ha aggiunto anche un’altra categoria, “le guide spirituali delle grandi religioni non cristiane”. “A distanza di duemila anni – ha continuato Benedetto XVI - possiamo dunque riconoscere nelle figure dei Magi una sorta di prefigurazione di queste tre dimensioni costitutive dell’umanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa. L’Epifania ce le mostra in stato di "pellegrinaggio", cioè in un movimento di ricerca che, in definitiva, ha il suo punto d’arrivo in Cristo. Al tempo stesso ci mostra Dio che a sua volta è in pellegrinaggio verso l’uomo: chi è infatti Gesù, se non Dio uscito, per così dire, da se stesso per venire incontro all’umanità? Per amore Egli si è fatto storia nella nostra storia; per amore è venuto a recarci il germe della vita nuova (cfr Gv 3,3-6) e a seminarla nei solchi della nostra terra, affinché germogli, fiorisca e porti frutto”.
Citando il Messaggio del Concilio Vaticano II ai governanti, il papa dice: “ ‘Tocca a voi di essere sulla terra i promotori dell’ordine e della pace tra gli uomini. Ma non dimenticate: è Dio, il Dio vivo e vero, che è il Padre degli uomini. Ed è il Cristo, suo Figlio eterno, che è venuto per dirci e farci comprendere che siamo tutti fratelli. E’ Lui, il grande artefice dell’ordine e della pace sulla terra, perché è Lui che conduce la storia umana e che solo può indurre i cuori a rinunciare alle passioni perverse che generano la guerra e il dolore’. Come non riconoscere in queste parole dei Padri conciliari la traccia luminosa di un cammino che può trasformare la storia delle Nazioni e del mondo?”.
E ancora, citando il "Messaggio agli uomini di pensiero e di scienza", ha detto: "Continuate a cercare, senza mai rinunciare, senza mai disperare della verità! Ricordate le parole di un vostro grande amico, sant’Agostino: «Cerchiamo con il desiderio di trovare, e troviamo con il desiderio di cercare ancora». Felici sono coloro che, possedendo la verità, la continuano a cercare, per rinnovarla, per approfondirla, per donarla agli altri. Felici sono coloro che, non avendola trovata, marciano verso di essa con cuore sincero: che essi cerchino la luce futura con i lumi di oggi, fino alla pienezza della luce!". E a braccio ha aggiunto: “Il grande pericolo – per le persone di scienza - è che si disperi della verità e ci si accontenti del pragmatismo”.
“Ai capi dei popoli, ai ricercatori e agli scienziati, - ha poi detto il pontefice - oggi più che mai, è necessario affiancare i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose non cristiane, invitandoli a confrontarsi con la luce di Cristo, che è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa delle civiltà, specialmente nelle ‘grandi anime’, che hanno contribuito a edificare l’umanità con la loro sapienza e i loro esempi di virtù. Cristo è luce, e la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare. Nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio! E se nel corso della storia i cristiani, essendo uomini limitati e peccatori, hanno talora potuto tradirlo con i loro comportamenti, questo fa risaltare ancor di più che la luce è Cristo e che la Chiesa la riflette solo rimanendo unita a Lui”.
Alla fine della sua omelia, Benedetto XVI si è soffermato su alcune caratteristiche dei Magi (di allora e di oggi), che sono l’umiltà e la passione a cercare la verità, più che la ricchezza e il potere. “Essi – ha detto il papa - si prostrarono in adorazione di fronte a un semplice bambino in braccio a sua madre, non nella cornice di un palazzo regale, bensì nella povertà di una capanna a Betlemme (cfr Mt 2,11). Come è stato possibile? Che cosa ha convinto i Magi che quel bambino era ‘il re dei Giudei’? Li ha certamente persuasi il segno della stella, che essi avevano visto ‘nel suo sorgere’ e che si era fermata proprio sopra il luogo dove si trovava il Bambino (cfr Mt 2,9). Ma anche la stella non sarebbe bastata, se i Magi non fossero stati persone intimamente aperte alla verità. A differenza del re Erode, preso dai suoi interessi di potere e di ricchezza, i Magi erano protesi verso la meta della loro ricerca, e quando la trovarono, benché fossero uomini colti, si comportarono come i pastori di Betlemme: riconobbero il segno e adorarono il Bambino, offrendogli i doni preziosi e simbolici che avevano portato con sé”.
Il mistero dell’Epifania “contiene un messaggio esigente e sempre attuale” anche per i cristiani, che spesso riducono ad attivismo o sentimentalismo la loro fede e testimonianza. “La Chiesa – ha ricordato il papa- rispecchiandosi in Maria, è chiamata a mostrare agli uomini Gesù, nient’altro che Gesù. Egli infatti è il Tutto e la Chiesa non esiste che per rimanere unita a Lui e farLo conoscere al mondo. Ci aiuti la Madre del Verbo incarnato ad essere docili discepoli del suo Figlio, Luce delle genti”.