Papa: Ottobre, mese dedicato alle missioni, con la forza della fede e nella preghiera del rosario
Città del Vaticano (AsiaNews) - "In questo mese di ottobre, che è dedicato in particolare alle missioni, pensiamo a tanti missionari, uomini e donne, che per portare il Vangelo hanno superato ostacoli di ogni tipo, hanno dato veramente la vita; come dice san Paolo a Timoteo: «Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo» (2 Tm 1,8)". Al suo appuntamento per l'Angelus, con decine di migliaia di pellegrini in piazza san Pietro, rifacendosi alla liturgia del giorno (XVII domenica durante l'anno, C), papa Francesco ha ricordato la tradizione di dedicare il mese di ottobre alla conoscenza delle situazioni di missione e alla solidarietà con i missionari. In effetti, il mese di ottobre inizia con la memoria di santa Teresa di Gesù Bambino, la carmelitana patrona delle missioni e in una delle ultime domeniche si celebra la Giornata missionaria mondiale, che quest'anno cade il 20 ottobre.
Conoscere le missioni è sempre un modo per maturare la propria missionarietà. Lo stesso Francesco ha aggiunto: "Questo però ci riguarda tutti: ognuno di noi, nella propria vita di ogni giorno, può dare testimonianza a Cristo, con la forza di Dio, la forza della fede".
Il pontefice prosegue: "E come attingiamo questa forza? La attingiamo da Dio nella preghiera. La preghiera è il respiro della fede: in un rapporto di fiducia, di amore, non può mancare il dialogo, e la preghiera è il dialogo dell'anima con Dio. Ottobre è anche il mese del Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: è una scuola di preghiera, una scuola di fede!".
In precedenza, ricordando il Vangelo del giorno, in cui i discepoli domandano: "Accresci in noi la fede!"» (Lc 17,5-6), il papa ha detto che questa è anche la nostra domanda nell'Anno della Fede: "Sì, Signore, la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così com'è, perché Tu la faccia crescere. Ripetiamo tutti insieme: Signore, accresci in noi la fede!". E l'ha fatto ripetere per tre volte a tutti i fedeli.
E aggiunge: "E il Signore che cosa ci risponde? Risponde: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sradicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe» (v. 6). Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili. Ed è vero! Tutti conosciamo persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne! Pensiamo a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. Queste persone, proprio per la loro fede, non si vantano di ciò che fanno, anzi, come chiede Gesù nel Vangelo, dicono: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10)". "Quanta gente fra noi ha questa fede forte, umile, che fa tanto bene!"
Il pontefice aveva iniziato il suo discorso prima dell'Angelus, rendendo "grazie a Dio" per il suo pellegrinaggio ad Assisi. "Pensate - ha detto - che era la prima volta che mi recavo ad Assisi ed è stato un grande dono fare questo pellegrinaggio proprio nella festa di san Francesco".
Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato anzitutto che " ieri, a Modena, è stato proclamato Beato Rolando Rivi, un seminarista di quella terra, l'Emilia, ucciso nel 1945, quando aveva 14 anni, in odio alla sua fede, colpevole solo di indossare la veste talare in quel periodo di violenza scatenata contro il clero, che alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell'immediato dopoguerra. Ma la fede in Gesù vince lo spirito del mondo! Rendiamo grazie a Dio per questo giovane martire, eroico testimone del Vangelo". E ha commentato: "I giovani di 14 anni hanno adesso un esempio in lui, che sapeva cos'era importante, pieno di coraggio".
"Vorrei ricordare insieme a voi - ha aggiunto subito dopo - le persone che hanno perso la vita a Lampedusa giovedì scorso. Preghiamo tutti in silenzio per questi fratelli e sorelle nostri, uomini, donne, bambini. Lasciamo piangere il nostro cuore. Preghiamo in silenzio". Il 3 ottobre scorso, a circa un miglio dall'isola di Lampedusa è affondato un barcone con circa 500 profughi. Molti di loro, forse 300, sono rimasti intrappolati e annegati.
24/10/2004