01/03/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: Non dimentichiamo coloro che soffrono in Siria, Iraq e Venezuela. Preghiamo per loro

Francesco commenta il brano evangelico della Trasfigurazione di Cristo: "Gesù si rivela come l'icona perfetta del Padre, l'irradiazione della sua gloria. È il compimento della rivelazione. La sua strada porta sempre alla felicità, l'amore trasfigura tutto". Il compito che lascia agli apostoli e a noi fedeli è semplice: "Ascoltate e seguite il Salvatore". Dopo la preghiera mariana, un appello per i popoli del Medio Oriente: "Preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all'intollerabile brutalità di cui sono vittime".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Dalla Siria e dall'Iraq "continuano ad arrivare notizie terribili relative a violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi. Vogliamo assicurare a quanti sono coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all'intollerabile brutalità di cui sono vittime". Lo ha detto papa Francesco dopo la preghiera dell'Angelus odierno. Insieme al Medio Oriente, Francesco ricorda anche i "momenti di acuta tensione" che vive il Venezuela e invita tutti a "rifiutare la violenza e rispettare ogni essere umano".

L'appello arriva alla fine dell'Angelus. Prima della preghiera, il Papa commenta il brano evangelico di oggi relativo alla Trasfigurazione, che "si colloca al culmine del ministero pubblico di Gesù. Egli è in cammino verso Gerusalemme, dove si compiranno le profezie del 'Servo di Dio' e si consumerà il suo sacrificio redentore. Le folle, di fronte alla prospettiva di un Messia che contrasta con le loro aspettative terrene, lo hanno abbandonato. Loro pensavano che il Messia sarebbe stato un liberatore della patria dal dominio dei romani; questa prospettiva a Gesù non piace".

Anche gli Apostoli, riprende, "non capiscono le parole con cui Gesù annuncia l'esito della sua missione nella passione gloriosa. Non capiscono. Gesù allora mostra a Pietro, Giacomo e Giovanni un anticipo della sua gloria, che avrà dopo la Resurrezione, per confermarli nella fede e incoraggiarli a seguirlo sulla via della Croce. Su un alto monte, immerso in preghiera, si trasfigura davanti a loro: il suo volto e tutta la sua persona irradiano una luce sfolgorante. I tre discepoli sono spaventati, mentre una nube li avvolge e risuona dall'alto - come nel Battesimo al Giordano - la voce del Padre: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!» (Mc 9,7). Gesù è il Figlio fattosi Servo, inviato nel mondo per realizzare attraverso la Croce il progetto della salvezza. La sua piena adesione alla volontà del Padre rende la sua umanità trasparente alla gloria di Dio, che è l'Amore".

Gesù, sottolinea, "si rivela così come l'icona perfetta del Padre, l'irradiazione della sua gloria. È il compimento della rivelazione; per questo accanto a Lui trasfigurato appaiono Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti. Come significando che tutto inizia e finisce in Gesù. La consegna per i discepoli e per noi è questa: 'Ascoltatelo!'. Ascoltate Gesù. È Lui il Salvatore: seguitelo. Ascoltare Cristo, infatti, comporta assumere la logica del suo mistero pasquale, mettersi in cammino con Lui per fare della propria esistenza un dono di amore agli altri, in docile obbedienza alla volontà di Dio, con un atteggiamento di distacco dalle cose mondane e di interiore libertà. Occorre, in altre parole, essere pronti a 'perdere la propria vita' (cfr Mc 8,35), donandola, perché tutti gli uomini siano salvati e ci si rincontri nella felicità eterna. Il cammino di Gesù sempre ci porta alla felicità. Ci sarà una croce, delle prove, ma sempre ci sarà la felicità. Gesù non ci inganna: per questo dobbiamo andare sulla sua strada".

Con Pietro, Giacomo e Giovanni, conclude, "saliamo anche noi sul monte della Trasfigurazione e sostiamo in contemplazione del volto di Gesù, per raccoglierne il messaggio e tradurlo nella nostra vita; perché anche noi possiamo essere trasfigurati dall'Amore. L'amore trasfigura tutto. Ci credete voi? Ah, non tanto da quello che sento [la folla urla 'sì']. Ci sostenga in questo cammino la Vergine Maria, che ora invochiamo con la preghiera dell'Angelus".

Dopo la preghiera mariana, arrivano gli appelli: "Cari fratelli e sorelle, non cessano purtroppo di giungere notizie drammatiche dalla Siria e dall'Iraq, relative a violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi. Vogliamo assicurare a quanti sono coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all'intollerabile brutalità di cui sono vittime. Insieme ai membri della Curia Romana ho offerto secondo questa intenzione l'ultima Santa Messa degli Esercizi Spirituali, venerdì scorso. Nello stesso tempo chiedo a tutti, secondo le loro possibilità, di adoperarsi per alleviare le sofferenze di quanti sono nella prova, spesso solo a causa della fede che professano. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, che soffrono per la fede. In Siria, in Iraq. Preghiamo in silenzio" [la folla in piazza si unisce alla preghiera silenziosa del Papa].

Desidero ricordare pure il Venezuela, aggiunge, "che sta vivendo nuovamente momenti di acuta tensione. Prego per le vittime e, in particolare, per il ragazzo ucciso pochi giorni fa a San Cristobal. Esorto tutti al rifiuto della violenza e al rispetto della dignità di ogni persona e della sacralità della vita umana e incoraggio a riprendere un cammino comune per il bene del Paese, riaprendo spazi di incontro e di dialogo sinceri e costruttivi. Affido quella cara Nazione alla materna intercessione di Nostra Signora di Coromoto".

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