Papa: Maria Immacolata, riflesso della Bellezza che salva il mondo
Città del Vaticano (AsiaNews) – “In Maria Immacolata, noi contempliamo il riflesso della Bellezza che salva il mondo: la bellezza di Dio che risplende sul volto di Cristo. In Maria questa bellezza è totalmente pura, umile, libera da ogni superbia e presunzione”: così Benedetto XVI ha ricordato oggi all’Angelus la festa di oggi, l’Immacolata Concezione di Maria. Oggi si chiude anche il 150° anniversario dell’apparizione dell’Immacolata a Lourdes, dove il papa si è recato lo scorso settembre. Il pontefice si recherà oggi pomeriggio alle 16 in piazza di Spagna, dove nel 1857 in onore dell’Immacolata, Pio IX ha fatto innalzare una statua posta su un’alta colonna e sovrastante la piazza. Secondo una tradizione che si ripete ogni anno, al mattino dell’8 dicembre, i vigili del fuoco di Roma donano una corona di rose alla Vergine (v. foto). “Oggi pomeriggio – ha detto il papa - secondo la tradizione, anch’io Le renderò omaggio”.
Il dogma dell’Immacolata Concezione afferma che Maria è stata preservata dal “peccato originale”. “L’esistenza di quello che la Chiesa chiama ‘peccato originale’ – ha spiegato Benedetto XVI - è purtroppo di un’evidenza schiacciante, se solo guardiamo intorno a noi e prima di tutto dentro di noi. L’esperienza del male è infatti così consistente, da imporsi da sé e da suscitare in noi la domanda: da dove proviene? Specialmente per un credente, l’interrogativo è ancora più profondo: se Dio, che è Bontà assoluta, ha creato tutto, da dove viene il male? Le prime pagine della Bibbia (Gn 1-3) rispondono proprio a questa domanda fondamentale, che interpella ogni generazione umana, con il racconto della creazione e della caduta dei progenitori: Dio ha creato tutto per l’esistenza, in particolare ha creato l’essere umano a propria immagine; non ha creato la morte, ma questa è entrata nel mondo per invidia del diavolo (cfr Sap 1,13-14; 2,23-24) il quale, ribellatosi a Dio, ha attirato nell’inganno anche gli uomini, inducendoli alla ribellione. E’ il dramma della libertà, che Dio accetta fino in fondo per amore, promettendo però che ci sarà un figlio di donna che schiaccerà la testa all’antico serpente (Gn 3,15)”.
“Fin dal principio – ha continuato il pontefice - ‘l’eterno consiglio’ – come direbbe Dante – ha un ‘termine fisso’ (Paradiso, XXXIII, 3): la Donna predestinata a diventare madre del Redentore, madre di Colui che si è umiliato fino all’estremo per ricondurre noi alla nostra originaria dignità. Questa Donna, agli occhi di Dio, ha da sempre un volto e un nome: ‘piena di grazia’ (Lc 1,28), come la chiamò l’Angelo visitandola a Nazareth. E’ la nuova Eva, sposa del nuovo Adamo, destinata ad essere madre di tutti i redenti. Così scriveva sant’Andrea di Creta: ‘La Theotókos Maria, il comune rifugio di tutti i cristiani, è stata la prima ad essere liberata dalla primitiva caduta dei nostri progenitori’ (Omelia IV sulla Natività, PG 97, 880 A). E la liturgia odierna afferma che Dio ha ‘preparato una degna dimora per il suo Figlio e, in previsione della morte di Lui, l’ha preservata da ogni macchia di peccato’ (Orazione Colletta)”.