Papa: L’unità dei cristiani viene da Dio, ma esige il nostro impegno quotidiano
L’invito a partecipare “numerosi” ai Vespri del 25 gennaio nella basilica di san Paolo fuori le mura per la conclusione della Settimana per l’unità dei cristiani. Gli auguri ai popoli dell’Estremo oriente per il Capodanno lunare.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “L’unità visibile di tutti i cristiani è sempre opera che viene dall’alto, da Dio, opera che chiede l’umiltà di riconoscere la nostra debolezza e di accogliere il dono. Però, per usare un’espressione che ripeteva spesso il Beato Papa Giovanni Paolo II, ogni dono diventa anche impegno. L’unità che viene da Dio esige dunque il nostro quotidiano impegno di aprirci gli uni agli altri nella carità”: è il messaggio di Benedetto XVI nella sua riflessione prima dell’Angelus domenicale con i pellegrini radunati in piazza san Pietro.
Il papa ha voluto dedicare il suo breve discorso proprio all’unità, dato che questa domenica cade durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), invitando fin da ora tutti a partecipare “numerosi” ai vespri che si terranno il 25 nella basilica di san Paolo fuori le mura, dove saranno presenti anche i rappresentanti delle altre Chiese cristiane.
Benedetto XVI ha anche commentato brevemente il tema di quest’anno: “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo nostro Signore (cfr 1 Cor 15,51-58). “Siamo chiamati – ha detto - a contemplare la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, cioè la sua risurrezione, come un evento che trasforma radicalmente quanti credono in Lui e apre loro l’accesso ad una vita incorruttibile e immortale. Riconoscere e accogliere la forza trasformante della fede in Gesù Cristo sostiene i cristiani anche nella ricerca della piena unità tra di loro”.
Quest’anno, il tema e i sussidi per la Settimana sono stati preparati da un gruppo polacco. “Le parole che formano il tema sopra ricordato – ha spiegato il papa - hanno una risonanza ed una incisività particolari per la Polonia. Nel corso dei secoli, i cristiani polacchi hanno spontaneamente intuito una dimensione spirituale nel loro desiderio di libertà ed hanno compreso che la vera vittoria può giungere solo se accompagnata da una profonda trasformazione interiore. Essi ci ricordano che la nostra ricerca di unità può essere condotta in maniera realistica se il cambiamento avviene innanzitutto in noi stessi se lasciamo agire Dio, se ci lasciamo trasformare ad immagine di Cristo, se entriamo nella vita nuova in Cristo, che è la vera vittoria. L’unità visibile di tutti i cristiani è sempre opera che viene dall’alto, da Dio, opera che chiede l’umiltà di riconoscere la nostra debolezza e di accogliere il dono. Però, per usare un’espressione che ripeteva spesso il Beato Papa Giovanni Paolo II, ogni dono diventa anche impegno. L’unità che viene da Dio esige dunque il nostro quotidiano impegno di aprirci gli uni agli altri nella carità”.
“Da molti decenni – ha aggiunto - la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani costituisce un elemento centrale nell’attività ecumenica della Chiesa. Il tempo che dedicheremo alla preghiera per la piena comunione dei discepoli di Cristo ci permetterà di comprendere più profondamente come saremo trasformati dalla sua vittoria, dalla potenza della sua risurrezione”.
Ricordando poi l’appuntamento del 25 gennaio nella basilica di san Paolo fuori le mura, Benedetto XVI ha concluso: “Vi attendo numerosi a tale incontro liturgico per rinnovare insieme la nostra preghiera al Signore, fonte dell’unità. Affidiamola fin da ora, con filiale fiducia, all’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa”.
Dopo la preghiera mariana, il pontefice ha espresso i suoi auguri ai popoli dell’Estremo oriente che domani celebreranno il Capodanno lunare, che quest’anno è sotto il segno del Dragone. “In questi giorni – ha detto - vari Paesi dell’Estremo Oriente celebrano con gioia il capodanno lunare. Nella presente situazione mondiale di crisi economico-sociale auguro a tutti quei popoli che il nuovo anno sia concretamente segnato dalla giustizia e dalla pace, porti sollievo a chi soffre, e che specialmente i giovani, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo”.
Il papa ha voluto dedicare il suo breve discorso proprio all’unità, dato che questa domenica cade durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio), invitando fin da ora tutti a partecipare “numerosi” ai vespri che si terranno il 25 nella basilica di san Paolo fuori le mura, dove saranno presenti anche i rappresentanti delle altre Chiese cristiane.
Benedetto XVI ha anche commentato brevemente il tema di quest’anno: “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo nostro Signore (cfr 1 Cor 15,51-58). “Siamo chiamati – ha detto - a contemplare la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, cioè la sua risurrezione, come un evento che trasforma radicalmente quanti credono in Lui e apre loro l’accesso ad una vita incorruttibile e immortale. Riconoscere e accogliere la forza trasformante della fede in Gesù Cristo sostiene i cristiani anche nella ricerca della piena unità tra di loro”.
Quest’anno, il tema e i sussidi per la Settimana sono stati preparati da un gruppo polacco. “Le parole che formano il tema sopra ricordato – ha spiegato il papa - hanno una risonanza ed una incisività particolari per la Polonia. Nel corso dei secoli, i cristiani polacchi hanno spontaneamente intuito una dimensione spirituale nel loro desiderio di libertà ed hanno compreso che la vera vittoria può giungere solo se accompagnata da una profonda trasformazione interiore. Essi ci ricordano che la nostra ricerca di unità può essere condotta in maniera realistica se il cambiamento avviene innanzitutto in noi stessi se lasciamo agire Dio, se ci lasciamo trasformare ad immagine di Cristo, se entriamo nella vita nuova in Cristo, che è la vera vittoria. L’unità visibile di tutti i cristiani è sempre opera che viene dall’alto, da Dio, opera che chiede l’umiltà di riconoscere la nostra debolezza e di accogliere il dono. Però, per usare un’espressione che ripeteva spesso il Beato Papa Giovanni Paolo II, ogni dono diventa anche impegno. L’unità che viene da Dio esige dunque il nostro quotidiano impegno di aprirci gli uni agli altri nella carità”.
“Da molti decenni – ha aggiunto - la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani costituisce un elemento centrale nell’attività ecumenica della Chiesa. Il tempo che dedicheremo alla preghiera per la piena comunione dei discepoli di Cristo ci permetterà di comprendere più profondamente come saremo trasformati dalla sua vittoria, dalla potenza della sua risurrezione”.
Ricordando poi l’appuntamento del 25 gennaio nella basilica di san Paolo fuori le mura, Benedetto XVI ha concluso: “Vi attendo numerosi a tale incontro liturgico per rinnovare insieme la nostra preghiera al Signore, fonte dell’unità. Affidiamola fin da ora, con filiale fiducia, all’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Chiesa”.
Dopo la preghiera mariana, il pontefice ha espresso i suoi auguri ai popoli dell’Estremo oriente che domani celebreranno il Capodanno lunare, che quest’anno è sotto il segno del Dragone. “In questi giorni – ha detto - vari Paesi dell’Estremo Oriente celebrano con gioia il capodanno lunare. Nella presente situazione mondiale di crisi economico-sociale auguro a tutti quei popoli che il nuovo anno sia concretamente segnato dalla giustizia e dalla pace, porti sollievo a chi soffre, e che specialmente i giovani, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo”.
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