Papa: L’eclissi di Dio, il relativismo e la mediocrità hanno bisogno di radicalità evangelica
Benedetto XVI ringrazia migliaia di giovani donne consacrate (anche di clausura) radunate nel cortile dell’Escorial per la loro testimonianza, che diventa ancora più urgente nel mondo secolarizzato. La radicalità va vissuta anche nella comunione coi pastori e con i laici, e nei diversi campi della missione.
Madrid (AsiaNews) – In un mondo segnato dalla “eclissi di Dio”, dalla “amnesia, se non un vero rifiuto del cristianesimo”, “davanti al relativismo e alla mediocrità”, c’è bisogno della radicalità della “consacrazione” a Dio, testimoniata “con tutta la forza trasformante nelle vostre vite”.
È quanto Benedetto XVI ha detto oggi alle diverse migliaia di giovani consacrate radunate oggi all’Escorial. Per l’occasione sono giunte qui anche suore di clausura.
È forse la prima volta che in una Gmg si prevede un incontro con giovani persone consacrate. Il card. Rouco Varela, arcivescovo di Madrid spiega un motivo: “Senza il loro contributo spirituale, non ci sarebbe nessuna Gmg”. Nel suo discorso il papa ne mostra altri, mostrando l’urgenza per il mondo di oggi di una “radicalità evangelica”, che è “vivere nella sequela di Cristo casto, povero ed obbediente è in tal modo una «esegesi» vivente della Parola di Dio”.
Nel sottolineare questo tema della “radicalità evangelica” fino alla consacrazione, il papa ha in mente proprio la Giornata mondiale della Gioventù di quest’anno: “La radicalità evangelica – spiega - è rimanere ‘radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede’ (Col 2,7), che nella vita consacrata significa andare alla radice dell’amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore (cfr S. Benedetto, Regola, IV, 21), con una appartenenza sponsale, come l’hanno vissuta i Santi, nello stile di Rosa da Lima e Raffaele Arnaiz, giovani patroni di questa Giornata Mondiale della Gioventù”.
Le vocazioni consacrate sono importanti proprio per rendere vicino Dio al mondo secolarizzato: “L’incontro personale con Cristo – aggiunge - che nutre la vostra consacrazione, deve esser testimoniato con tutta la forza trasformante nelle vostre vite; e possiede oggi una speciale rilevanza, quando «si constata una sorta di «eclissi di Dio», una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda» (Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 1). Davanti al relativismo e alla mediocrità, sorge il bisogno di questa radicalità, che testimonia la consacrazione come un appartenere a Dio, sommamente amato”.
La “radicalità” è necessaria anche per vivere la comunione con la Chiesa, con i pastori, ma soprattutto con “i laici, chiamati a testimoniare, a partire dalla propria vocazione specifica, il medesimo vangelo del Signore”.
“Infine – ha precisato - la radicalità evangelica si esprime nella missione che Dio ha voluto affidarvi. Dalla vita contemplativa, che accoglie nei suoi chiostri la Parola di Dio nel silenzio eloquente e ne adora la bellezza nella solitudine da Lui abitata, fino ai diversi cammini della vita apostolica, nei solchi della quale germina il seme evangelico nell’educazione dei bambini e dei giovani, nella cura degli infermi e degli anziani, nell’accompagnamento delle famiglie, nell’impegno a favore della vita, nella testimonianza alla verità, nell’annuncio della pace e della carità, nell’impegno missionario e nella nuova evangelizzazione, e in tanti altri campi dell’apostolato ecclesiale”.
“La Chiesa – ha concluso il papa - ha bisogno della vostra fedeltà giovane, radicata ed edificata in Cristo. Grazie per il vostro «sì» generoso, totale e perpetuo alla chiamata dell’Amato. Chiedo che la Vergine Maria sostenga ed accompagni la vostra giovinezza consacrata, con il vivo desiderio che Ella interpelli, incoraggi ed illumini tutti i giovani”.
È quanto Benedetto XVI ha detto oggi alle diverse migliaia di giovani consacrate radunate oggi all’Escorial. Per l’occasione sono giunte qui anche suore di clausura.
È forse la prima volta che in una Gmg si prevede un incontro con giovani persone consacrate. Il card. Rouco Varela, arcivescovo di Madrid spiega un motivo: “Senza il loro contributo spirituale, non ci sarebbe nessuna Gmg”. Nel suo discorso il papa ne mostra altri, mostrando l’urgenza per il mondo di oggi di una “radicalità evangelica”, che è “vivere nella sequela di Cristo casto, povero ed obbediente è in tal modo una «esegesi» vivente della Parola di Dio”.
Nel sottolineare questo tema della “radicalità evangelica” fino alla consacrazione, il papa ha in mente proprio la Giornata mondiale della Gioventù di quest’anno: “La radicalità evangelica – spiega - è rimanere ‘radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede’ (Col 2,7), che nella vita consacrata significa andare alla radice dell’amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore (cfr S. Benedetto, Regola, IV, 21), con una appartenenza sponsale, come l’hanno vissuta i Santi, nello stile di Rosa da Lima e Raffaele Arnaiz, giovani patroni di questa Giornata Mondiale della Gioventù”.
Le vocazioni consacrate sono importanti proprio per rendere vicino Dio al mondo secolarizzato: “L’incontro personale con Cristo – aggiunge - che nutre la vostra consacrazione, deve esser testimoniato con tutta la forza trasformante nelle vostre vite; e possiede oggi una speciale rilevanza, quando «si constata una sorta di «eclissi di Dio», una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda» (Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù 2011, 1). Davanti al relativismo e alla mediocrità, sorge il bisogno di questa radicalità, che testimonia la consacrazione come un appartenere a Dio, sommamente amato”.
La “radicalità” è necessaria anche per vivere la comunione con la Chiesa, con i pastori, ma soprattutto con “i laici, chiamati a testimoniare, a partire dalla propria vocazione specifica, il medesimo vangelo del Signore”.
“Infine – ha precisato - la radicalità evangelica si esprime nella missione che Dio ha voluto affidarvi. Dalla vita contemplativa, che accoglie nei suoi chiostri la Parola di Dio nel silenzio eloquente e ne adora la bellezza nella solitudine da Lui abitata, fino ai diversi cammini della vita apostolica, nei solchi della quale germina il seme evangelico nell’educazione dei bambini e dei giovani, nella cura degli infermi e degli anziani, nell’accompagnamento delle famiglie, nell’impegno a favore della vita, nella testimonianza alla verità, nell’annuncio della pace e della carità, nell’impegno missionario e nella nuova evangelizzazione, e in tanti altri campi dell’apostolato ecclesiale”.
“La Chiesa – ha concluso il papa - ha bisogno della vostra fedeltà giovane, radicata ed edificata in Cristo. Grazie per il vostro «sì» generoso, totale e perpetuo alla chiamata dell’Amato. Chiedo che la Vergine Maria sostenga ed accompagni la vostra giovinezza consacrata, con il vivo desiderio che Ella interpelli, incoraggi ed illumini tutti i giovani”.
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