Papa: In Africa, Terrasanta, Iraq occorre "perdono e riconciliazione"
Città del Vaticano (AsiaNews) Oggi alle 12, primo appuntamento pubblico del Papa dopo una settimana di esercizi spirituali in Vaticano, in occasione della Quaresima. Dopo la meditazione e la preghiera dell'Angelus, il pensiero di Giovanni Paolo II è subito andato alle popolazioni dell'Africa, del Medio Oriente e in particolare della Terra Santa e dell'Iraq. In mattinata un raid israeliano a Gaza ha fatto 14 morti, fra cui 3 bambini. Nei giorni scorsi attacchi di terrorismo hanno prostrato la comunità sciita a Karbala e a Baghdad. Il papa ha commentato: "Sono nostri fratelli che soffrono per atti inaccettabili di violenza e di terrorismo, che solo possono aggravare le condizioni di vita di quelle care popolazioni". Per sconfiggere il terrorismo Giovanni Paolo II ha chiesto di pregare e di "imboccare la strada del perdono e della riconciliazione".
Le parole prima dell'Angelus erano invece dedicate al 25mo anniversario dell'enciclica Redemptor hominis, la prima del suo pontificato, in cui egli ha espresso le linee guida della missione della Chiesa nel terzo millennio. Ecco le parole del Papa e il suo appello per la pace:
"In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare" (Lc 9,28). Così inizia il Vangelo della Trasfigurazione di Cristo, che caratterizza questa seconda domenica di Quaresima. L'evangelista Luca sottolinea che Gesù si trasfigurò "mentre pregava" su un alto monte, immerso nel dialogo intimo e profondo con Dio Padre. Dalla sua persona si irradia una luce sfolgorante, anticipo della gloria della Risurrezione.
Ogni anno, in preparazione alla Pasqua, la Quaresima ci invita a seguire Cristo nel mistero della sua preghiera, sorgente di luce e di forza nell'ora della prova. Pregare, in effetti, significa immergersi con lo spirito in Dio in atteggiamento di umile adesione alla sua volontà. Da questo abbandono confidente a Dio deriva la luce interiore che trasfigura l'uomo, facendone un testimone della Risurrezione. Ma questo non può avvenire se non ascoltando Cristo e seguendolo docilmente fino alla passione e alla croce. A Lui, dunque, dobbiamo guardare, "perché solo in Lui, Figlio di Dio, c'è salvezza".
Quest'esortazione volli rivolgere al mondo intero 25 anni fa, proprio all'inizio della Quaresima, nell'Enciclica Redemptor hominis (cfr n. 7). Se l'uomo vuole capire se stesso fino in fondo, scrivevo ancora, deve avvicinarsi a Cristo, deve entrare in Lui, deve "appropriarsi" ed assimilare l'intera realtà della Redenzione (cfr n. 10). Quanto resta attuale questa verità anche oggi!
La Vergine Madre del Redentore ci aiuti a ripartire da Cristo per costruire un mondo a vera dimensione dell'uomo".
Ecco le parole dell'appello:
"Durante la settimana degli Esercizi spirituali in Vaticano, non ho dimenticato la dolorosa situazione esistente in alcuni Paesi dell'Africa, in Medio Oriente, e soprattutto in Terra Santa ed in Iraq. Sono nostri fratelli che soffrono per atti inaccettabili di violenza e di terrorismo, che solo possono aggravare le condizioni di vita di quelle care popolazioni. Mentre per esse prego ed invito a pregare, a tutti vorrei ancora una volta chiedere d'imboccare la strada del perdono e della riconciliazione".
Alla fine, dopo i saluti ai pellegrini sulla piazza san Pietro, il Papa ha dato appuntamento agli universitari europei:
"Sabato prossimo, alle ore 17,45, si terrà nell'Aula Paolo VI una veglia mariana in occasione della Seconda Giornata Europea degli Universitari, sul tema: "Cristo, speranza per l'Europa". Cari giovani universitari, vi attendo numerosi! Affideremo a Maria, Sedes Sapientiae, il cammino dei popoli europei. A tutti auguro una buona domenica".