Papa: I Magi, uomini di scienza, ma aperti ai messaggi divini
Benedetto XVI ripropone l’armonia fra scienza e fede, ragione e rivelazione. I Magi hanno seguito le stelle e la Bibbia, non scandalizzandosi della “contaminazione fra scienza e Parola di Dio. L’augurio alle Chiese orientali che domani festeggiano Natale. Un saluto ai bambini della Pontificia opera della Santa Infanzia.
Città del Vaticano (AsiaNews) – I Magi sono “modelli degli autentici cercatori della verità”, “uomini di scienza… che osservavano il cosmo”, ma aperti “ad ulteriori rivelazioni ed appelli divini”. Benedetto XVI ha preso spunto dalla Festa del’Epifania - che ricorda il viaggio dei Magi seguendo una stella, fino all’incontro con Gesù Bambino a Betlemme – per riproporre
una collaborazione fra scienza e fede, un’armonia fra ricerca umana e Verità divina.
Davanti a decine di migliaia di fedeli in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus, il pontefice ha sottolineato che “La stella e le Sacre Scritture furono le due luci che guidarono il cammino dei Magi, i quali ci appaiono come modelli degli autentici cercatori della verità. Essi erano dei sapienti, che scrutavano gli astri e conoscevano la storia dei popoli. Erano uomini di scienza in un senso ampio, che osservavano il cosmo ritenendolo quasi un grande libro pieno di segni e di messaggi divini per l’uomo. Il loro sapere, pertanto, lungi dal ritenersi autosufficiente, era aperto ad ulteriori rivelazioni ed appelli divini”.
Essi “non si vergognano di chiedere istruzioni ai capi religiosi dei Giudei. Avrebbero potuto dire: facciamo da soli, non abbiamo bisogno di nessuno, evitando, secondo la nostra mentalità odierna, ogni ‘contaminazione’ tra la scienza e la Parola di Dio. Invece i Magi ascoltano le profezie e le accolgono; e, appena si rimettono in cammino verso Betlemme, vedono nuovamente la stella, quasi a conferma di una perfetta armonia tra la ricerca umana e la Verità divina, un’armonia che riempì di gioia i loro cuori di autentici sapienti”.
E ancora, nei Magi esiste una perfetta “unità tra intelligenza e fede: è il fatto che ‘avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese’ (Mt 2,12). Sarebbe stato naturale ritornare a Gerusalemme, nel palazzo di Erode e nel Tempio, per dare risonanza alla loro scoperta. Invece, i Magi, che hanno scelto come loro sovrano il Bambino, la custodiscono nel nascondimento, secondo lo stile di Maria, o meglio, di Dio stesso e, così come erano apparsi, scompaiono nel silenzio, appagati, ma anche cambiati dall’incontro con la Verità”.
“Ci aiuti – ha concluso il papa - la Vergine Maria, modello di vera sapienza, ad essere autentici ricercatori di Dio, capaci di vivere sempre la profonda sintonia che c’è tra ragione e fede, scienza e rivelazione.
Dopo la preghiera mariana Benedetto XVI ha salutato i fratelli e le sorelle delle Chiese Orientali che celebrano domani il santo Natale. “Il mistero di luce – ha augurato - sia fonte di gioia e di pace per ogni famiglia e comunità”.
Un altro saluto è stato ai bambini della Pontificia opera della Santa Infanzia, fondata da Pio XII nel 1950, che educa i piccoli a “a formarsi una mentalità aperta al mondo e ad essere solidali con i loro coetanei più disagiati”. “Saluto con affetto – ha detto il papa - tutti i piccoli missionari presenti nei cinque continenti e li incoraggio ad essere sempre testimoni di Gesù e annunciatori del suo Vangelo”.
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