Papa: Gesù è la nostra pace, ma senza neutralità o compromessi a tutti i costi
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Gesù è la nostra pace, è riconciliazione! Ma questa pace non è neutralità, non è compromesso a tutti i costi. Seguire Gesù comporta rinunciare al male, all'egoismo e scegliere il bene, la verità, la giustizia, anche quando ciò richiede sacrificio e rinuncia ai propri interessi". È quanto affermato da papa Francesco oggi all'Angelus con i pellegrini in piazza san Pietro. Le parole del pontefice prendono spunto da un'affermazione di Gesù nel vangelo della domenica di oggi (XX durante l'anno, C, Luca 12, 49-57) in cui Egli dice: "Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione" (Lc 12,51). E Francesco sottolinea che questa parola "ci mette in crisi, e ... va spiegata, altrimenti può generare malintesi".
E spiega: "Gesù dice ai discepoli: «Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (Lc 12,51). Che cosa significa questo? Significa che la fede non è una cosa decorativa, ornamentale; non è decorare la vita con un po' di religione". "La fede aggiunge a braccio - non è una decorazione, come se fosse una torta e si decora con la panna!"
"No! La fede comporta scegliere Dio come criterio-base della vita, e Dio non è vuoto, non è neutro, Dio è amore! Dopo che Gesù è venuto nel mondo, non si può più fare come se Dio non lo conoscessimo. Dio ha un volto, ha un nome: Dio è misericordia, è fedeltà, è vita che si dona. Per questo Gesù dice: sono venuto a portare divisione; non che Gesù voglia dividere gli uomini tra loro, al contrario: Gesù è la nostra pace, è riconciliazione! Ma questa pace non è neutralità, non è compromesso a tutti i costi. Questa pace non è la pace dei sepolcri! Seguire Gesù comporta rinunciare al male, all'egoismo e scegliere il bene, la verità, la giustizia, anche quando ciò richiede sacrificio e rinuncia ai propri interessi. E questo divide, lo sappiamo, divide anche i legami più stretti. Ma attenzione: non è Gesù che divide! Lui pone il criterio: vivere per se stessi, o vivere per Dio e per gli altri; farsi servire, o servire; obbedire al proprio io, o obbedire a Dio. Ecco in che senso Gesù è «segno di contraddizione» (Lc 2,34)".
Il papa trae anche un'altra importante conseguenza: "Questa parola del Vangelo non autorizza affatto l'uso della forza per diffondere la fede. E' proprio il contrario: la vera forza del cristiano è la forza della verità e dell'amore, che comporta rinunciare ad ogni violenza. Fede e violenza sono incompatibili". E a braccio aggiunge: "Fede e violenza sono incompatibili. Invece fede e fortezza vanno insieme".
In precedenza egli ha anche citato un brano della seconda lettura della messa di oggi (Ebrei 12,1-4): "Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento" (Eb 12,1-2). "E' un'espressione - ha aggiunto - che dobbiamo sottolineare in modo particolare in questo Anno della fede. Anche noi, durante tutto questo anno, teniamo lo sguardo fisso su Gesù, perché la fede, che è il nostro "sì" alla relazione filiale con Dio, viene da Lui: è Lui l'unico mediatore di questa relazione tra noi e il nostro Padre che è nei cieli. Gesù è il Figlio, e noi siamo figli in Lui".
Dopo la preghiera mariana, ha aggiunto a braccio: "Ricordatevi questo: Seguire Gesù non è una cosa decorativa perché la fede è la forza dell'anima". Egli ha poi chiesto ai presenti una preghiera "per le vittime dell'affondamento del traghetto nelle Filippine e per le famiglie" (v.: Cebu, affonda un traghetto: 28 morti e oltre 270 dispersi)
Infine ha aggiunto: "Continuiamo a pregare per la pace in Egitto". E ha spinto i presenti a dire tutti insieme: "Maria, Regina della pace, prega per noi!".