Papa: Europa, non si tagliano le radici dalle quali si è nati!
Il pontefice critica il silenzio sulle radici cristiane nella nuova Costituzione europea. Appello per non dimenticare i "nostri fratelli rifugiati".
Città del Vaticano (AsiaNews) In un intervento imprevisto alla fine della preghiera dell'Angelus, Giovanni Paolo II ha criticato la non menzione delle radici cristiane nella nuova Costituzione europea: ''Non si tagliano le radici dalle quali si è nati!'', ha detto il papa, visibilmente contrariato, rivolto ai pellegrini polacchi presenti. Il pontefice, sempre usando la lingua polacca, ha ringraziato la Polonia "che nelle istituzioni europee ha difeso fedelmente le radici cristiane del nostro continente, dalle quali è cresciuta la cultura e il progresso civile dei nostri tempi''.
Ieri in modo più sobrio, la Santa Sede aveva espresso il proprio ''rammarico per l'opposizione di alcuni governi al riconoscimento esplicito delle radici cristiane d'Europa''. La dichiarazione del portavoce Joaquin Navarro-Valls esprimeva anche ''soddisfazione'' per i fatto che il Trattato salvaguardi ''lo status delle confessioni religiose degli stati membri''.
Prima della preghiera dell'Angelus, il papa ha ricordato l'odierna Giornata Mondiale del Rifugiato. Queste le parole del Papa nell'introdurre la preghiera mariana:
Venerdì scorso abbiamo celebrato la solennità del Sacro Cuore di Gesù, ultima delle grandi feste liturgiche che, dopo il Tempo pasquale, costituiscono altrettante sintesi mirabili del mistero cristiano: la Santissima Trinità, il Corpo e Sangue di Cristo e, appunto, il suo Cuore Sacratissimo, "fonte di vita e di santità", "nostra pace e riconciliazione" (Litanie del Sacro Cuore).
Nessuno può conoscere a fondo Gesù Cristo, se non penetra nel suo Cuore, cioè nell'intimo della sua Persona divino-umana (cfr Pio XII, Enc. Haurietis aquas: AAS 48 [1956], 316ss.).
Il mistero dell'amore misericordioso, che si esprime nel Sacro Cuore di Gesù, ci aiuta a meglio vivere l'odierna Giornata Mondiale del Rifugiato, che ha per tema: "Un luogo da chiamare casa. Ricostruire vite in sicurezza e dignità". Ogni persona ha bisogno di un ambiente sicuro in cui vivere. I rifugiati aspirano a questo ma, in vari Paesi del mondo, milioni sono purtroppo coloro che rimangono ancora nei campi di raccolta, o comunque a lungo limitati nell'esercizio dei loro diritti.
Non dimentichiamo questi nostri fratelli rifugiati! Esprimo apprezzamento e incoraggiamento a quanti nella Chiesa si impegnano al loro fianco. Auspico al tempo stesso un rinnovato impegno della Comunità internazionale, affinché siano rimosse le cause di questo doloroso fenomeno.
Al Cuore Immacolato di Maria, di cui ieri abbiamo fatto memoria, chiediamo con fiducia che l'umanità, accogliendo il messaggio d'amore di Cristo, progredisca nella fraternità e nella pace e la terra diventi la "casa comune" di tutte le nazioni.