Papa: Emmaus, Gesù risorto si fa compagno di viaggio per rafforzare la nostra fede in crisi
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il racconto evangelico dei discepoli “sconfortati” e “delusi” di Emmaus sono un messaggio per tutti i cristiani: attraverso l’incontro con Gesù risorto, essi possono tornare a una “fede robusta” che “si nutre non di idee umane, ma della Parola di Dio e dell’Eucaristia”. È il commento di Benedetto XVI al vangelo di questa domenica – la terza di Pasqua - dove si racconta (cfr. Lc 24,13-35) “di due seguaci di Cristo i quali, nel giorno dopo il sabato, cioè il terzo dalla sua morte, tristi e abbattuti lasciarono Gerusalemme diretti ad un villaggio poco distante chiamato, appunto, Emmaus. Lungo la strada si affiancò ad essi Gesù risorto, ma loro non lo riconobbero. Sentendoli sconfortati, egli spiegò, sulla base delle Scritture, che il Messia doveva patire e morire per giungere alla sua gloria. Entrato poi con loro in casa, sedette a mensa, benedisse il pane e lo spezzò, e a quel punto essi lo riconobbero, ma lui sparì dalla loro vista, lasciandoli pieni di meraviglia dinanzi a quel pane spezzato, nuovo segno della sua presenza. E subito i due tornarono a Gerusalemme e raccontarono l’accaduto agli altri discepoli”.
Gli archeologi della Terra Santa non hanno ancora individuato con precisione questa località e si fanno almeno 3 ipotesi. Per il papa, questo ha un valore suggestivo: Emmaus è in realtà “ogni luogo, la strada che vi conduce è il cammino di ogni cristiano, anzi, di ogni uomo. Sulle nostre strade Gesù risorto si fa compagno di viaggio, per riaccendere nei nostri cuori il calore della fede e della speranza e spezzare il pane della vita eterna”.
Il pontefice commenta le parole usate da uno dei discepoli (“Noi speravamo…”), esempio di una fede in crisi e delusa: “Questo verbo al passato dice tutto: Abbiamo creduto, abbiamo seguito, abbiamo sperato…, ma ormai tutto è finito. Anche Gesù di Nazaret, che si era dimostrato profeta potente in opere e in parole, ha fallito, e noi siamo rimasti delusi. Chi non ha sperimentato nella vita un momento come questo? A volte la stessa fede entra in crisi, a causa di esperienze negative che ci fanno sentire abbandonati e traditi anche dal Signore”.
Il racconto di Emmaus suggerisce invece che è possibile un incontro con Gesù risorto “anche oggi”. “Anche oggi – aggiunge il papa a braccio – Gesù ci parla nella Scrittura ; anche oggi Gesù ci dona il suo Corpo e il suo Sangue”. Ll’incontro con Cristo Risorto – egli continua - ci dona una fede più profonda e autentica, temprata, per così dire, attraverso il fuoco dell’evento pasquale; una fede robusta perché si nutre non di idee umane, ma della Parola di Dio e dell’Eucaristia”.
“Questo stupendo testo evangelico – conclude Benedetto XVI - contiene già la struttura della Santa Messa: nella prima parte l’ascolto della Parola attraverso le Sacre Scritture; nella seconda la liturgia eucaristica e la comunione con Cristo presente nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Nutrendosi a questa duplice mensa, la Chiesa si edifica incessantemente e si rinnova di giorno in giorno nella fede, nella speranza e nella carità. Per intercessione di Maria Santissima, preghiamo affinché ogni cristiano ed ogni comunità, rivivendo l’esperienza dei discepoli di Emmaus, riscopra la grazia dell’incontro trasformante con il Signore risorto”.
Dopo la preghiera del Regina Caeli, il papa ha ricordato ancora gli organizzatori del primo Congresso mondiale Divina Misericordia, conclusosi oggi con una messa nella basiica di san Pietro, presieduta dal card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna. “A tutti i partecipanti - ha aggiunto il pontefice - rivolgo il mio cordiale saluto, che diventa ora unna consegna: andate e siate testimoni della misericordia di Dio, sorgente di speranza per ogni uomo e per il mondo intero. Il Signore risorto sia sempre con voi!”.