21/10/2012, 00.00
VATICANO
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Papa: "Diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale", santi per amore del Vangelo

Nella Giornata missionaria e durante il Sinodo per la nuova evangelizzazione Benedetto XVI canonizza "figli e figlie della Chiesa, che hanno scelto la via del servizio seguendo il Signore". Tra loro anche il filippino Pedro Calungsod e la prima santa pellerossa, Kateri Tekakwitha.

Città del Vaticano (AsiaNews) - "Diversi per origine, lingua, nazione e condizione sociale", sette evangelizzatori sono stati proclamati santi oggi da Benedetto XVI. Un evento che assume pieno  senso nella odierna Giornata delle missioni e mentre è in corso il Sinodo per la nuova evangelizzazione.

Il Papa parla di "felice la coincidenza" e indica nelle parole del Vangelo Il Figlio dell'uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (cfr Mc 10, 45), "lo stile dell'evangelizzatore, chiamato a testimoniare ed annunciare il messaggio cristiano conformandosi a Gesù Cristo, seguendo la sua stessa via. Questo vale sia per la missione ad gentes, sia per la nuova evangelizzazione nelle regioni di antica cristianità".

E la canonizzazione indica in Jacques Berthieu, Pedro Calungsod, Giovanni Battista Piamarta, Maria del Carmelo Sallés y Barangueras, Marianne Cope, Kateri Tekakwitha, Anna Schäffer dei veri modelli di questa volontà di annuncio del Vangelo.

Quelle parole di Gesù, dice il Papa, "la Chiesa le ascolta con particolare intensità e ravviva la consapevolezza di essere tutta intera in perenne stato di servizio all'uomo e al Vangelo, come Colui che ha offerto se stesso fino al sacrificio della vita". "Queste parole - aggiunge - hanno costituito il programma di vita dei sette Beati che oggi la Chiesa iscrive solennemente nella gloriosa schiera dei Santi. Con eroico coraggio essi hanno speso la loro esistenza nella totale consacrazione a Dio e nel generoso servizio ai fratelli. Sono figli e figlie della Chiesa, che hanno scelto la via del servizio seguendo il Signore".

Così fece anche Pedro Calungsod. "Nacque intorno al 1654, nella regione di Visayas nelle Filippine. Il suo amore per Cristo lo spinse a prepararsi per diventare catechista con i missionari Gesuiti di quel luogo. Nel 1668, assieme ad altri giovani catechisti, accompagnò il P. Diego Luis de San Vitores alle Isole Marianas per evangelizzare il popolo Chamorro. La vita là era dura e i missionari soffrirono persecuzioni a causa di invidie e calunnie. Pedro, però, dimostrò fede e carità profonde e continuò a catechizzare i molti convertiti, dando testimonianza a Cristo mediante una vita di purezza e di dedizione al Vangelo. Molto intenso era il suo desiderio di guadagnare anime a Cristo, e ciò lo rese risoluto nell'accettare il martirio. Morì il 2 aprile 1672. Testimoni raccontano che Pedro avrebbe potuto mettersi in salvo ma scelse di rimanere al fianco di P. Diego. Il sacerdote ebbe modo di dare l'assoluzione a Pedro prima di essere lui stesso ucciso. Possano l'esempio e la coraggiosa testimonianza di Pedro Calungsod ispirare le care popolazioni delle Filippine ad annunciare il Regno di Dio con forza e guadagnare anime a Dio!".

Con lui Benedetto XVI canonizza anche la prima santa pellerossa Kateri Tekakwitha, di padre irochese e di madre cristiana algonchina, che nacque nel 1656 nella località oggi statunitense chiamata Auriesville, e morì in Canada a soli 24 anni, l'italiano Giovanni Battista Piamarta, sacerdote bresciano e fondatore della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth e della Congregazione delle Suore Umili Serve del Signore, vissuto tra il 1841 e il 1913; il francese Jacques Barthieu, professo della Compagnia di Gesù, missionario in Madagascar dove lavorò per la promozione umana della popolazione, e dove fu ucciso nel 1896; la tedesca Madre Marianne, al secolo Barbara Cope, suora professa della Congregazione delle Suore del Terz'Ordine di San Francesco di Syracuse, meglio conosciuta come Madre Marianna di Molokai, dal nome del lebbrosario dove si dedicò coraggiosamente ai malati e perì nel 1918; la tedesca Anna Schaffer, laica, vissuta tra la fine dell'Ottocento e i primi tre decenni del XX secolo, rimasta invalida per un incidente domestico che trasformò la sua immobilità in accoglienza e annuncio del Vangelo; la religiosa spagnola Maria del Carmen, fondatrice delle Suore dell'Immacolata Concezione Missionarie dell'Insegnamento, scomparsa nel 1911, dopo una vita dedicata alla educazione delle ragazze.

"Sono figli e figlie della Chiesa, che hanno scelto la via del servizio seguendo il Signore. La santità nella Chiesa ha sempre la sua sorgente nel mistero della Redenzione, che viene prefigurato dal profeta Isaia nella prima Lettura: il Servo del Signore è il Giusto che «giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità» (Is 53,11), è Gesù Cristo, crocifisso, risorto e vivo nella gloria. L'odierna canonizzazione costituisce un'eloquente conferma di tale misteriosa realtà salvifica. La tenace professione di fede di questi sette generosi discepoli di Cristo, la loro conformazione al Figlio dell'Uomo risplende oggi in tutta la Chiesa".

"Rivolgiamoci - dice poco dopo, prima della recita dell'Angelus - a colei che è la Regina di tutti i santi, la Vergine Maria, con un pensiero a Lourdes, colpita da una grave esondazione del Gave, che ha allagato anche la Grotta delle Apparizioni della Madonna. In particolare, vogliamo oggi affidare alla materna protezione della Vergine Maria i missionari e le missionarie - sacerdoti, religiosi e laici - che in ogni parte del mondo spargono il buon seme del Vangelo. Preghiamo anche per il Sinodo dei Vescovi, che in queste settimane si sta confrontando con la sfida della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana".

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