Papa: Corpus Domini, “Pane della vita” e dell'amore; fame nel mondo realtà inaccettabile
Città del Vaticano (AsiaNews) – Una riflessione sul “Pane della vita”, il Corpo del Signore che la Chiesa celebra oggi, segno dell’amore di Gesù che trasforma il mondo; un appello all’Onu perché nella prossima conferenza spinga tutte le istituzioni internazionali a debellare la fame sofferta da centinaia di milioni di esseri umani: questi i temi fondamentali delle parole di Benedetto XVI prima e dopo l’Angelus recitato insieme ai circa 15 mila pellegrini presenti oggi in piazza san Pietro.
Il pontefice ha anche domandato a tutti i fedeli di seguire con la preghiera l’Anno sacerdotale, che inizia con la solennità del Sacro Cuore di Gesù, il 19 giugno scorso, festa della santificazione dei sacerdoti.
“Il Corpus Domini – ha detto il papa - è una manifestazione di Dio, un’attestazione che Dio è amore. In un modo unico e peculiare, questa festa ci parla dell’amore divino, di ciò che è e di ciò che fa. Ci dice, ad esempio, che esso si rigenera nel donarsi, si riceve nel darsi, non viene meno e non si consuma – come canta un inno di san Tommaso d’Aquino: ‘nec sumptus consumitur’. L’amore trasforma ogni cosa, e dunque si capisce che al centro dell’odierna festa del Corpus Domini ci sia il mistero della transustanziazione, segno di Gesù-Carità che trasforma il mondo. Guardando Lui e adorandoLo, noi diciamo: sì, l’amore esiste, e poiché esiste, le cose possono cambiare in meglio e noi possiamo sperare. È la speranza che proviene dall’amore di Cristo a darci la forza di vivere e di affrontare le difficoltà. Per questo cantiamo, mentre portiamo in processione il Santissimo Sacramento; cantiamo e lodiamo Dio che si è rivelato nascondendosi nel segno del pane spezzato. Di questo Pane abbiamo tutti bisogno, perché lungo e faticoso è il cammino verso la libertà, la giustizia e la pace”.
Benedetto XVI ha anche spiegato la “dimensione cosmica” della festa del Corpus Domini: “Il Corpus Domini – ha continuato - è un giorno che coinvolge la dimensione cosmica, il cielo e la terra. Evoca prima di tutto – almeno nel nostro emisfero – questa stagione così bella e profumata in cui la primavera volge ormai all’estate, il sole è forte nel cielo e nei campi matura il frumento. Le feste della Chiesa – come quelle ebraiche – hanno a che fare con il ritmo dell’anno solare, della semina e del raccolto. In particolare, questo risalta nella solennità odierna, al cui centro sta il segno del pane, frutto della terra e del cielo. Perciò il pane eucaristico è il segno visibile di Colui nel quale cielo e terra, Dio e uomo sono diventati una cosa sola. E questo mostra che il rapporto con le stagioni non è per l’anno liturgico qualche cosa di meramente esteriore”.
Dopo la preghiera mariana Benedetto XVI ha messo in relazione il “Pane di Vita” che si celebra oggi con un ricordo delle “centinaia di milioni di persone che soffrono la fame”. Questo – ha continuato il pontefice - “è una realtà assolutamente inaccettabile, che stenta a ridimensionarsi malgrado gli sforzi degli ultimi decenni. Auspico, dunque, che in occasione della prossima Conferenza ONU e in sede delle istituzioni internazionali siano assunti provvedimenti condivisi dall’intera comunità internazionale e vengano compiute quelle scelte strategiche, talvolta non facili da accettare, che sono necessarie per assicurare a tutti, nel presente e nel futuro, gli alimenti fondamentali e una vita dignitosa”.
L’appello del papa all’Onu ha un motivo urgente, da lui spiegato: “Nei giorni 24-26 di questo mese si terrà a New York la Conferenza delle Nazioni Unite sulla crisi economica e finanziaria ed il suo impatto sullo sviluppo. Invoco sui partecipanti alla Conferenza, come pure sui responsabili della cosa pubblica e delle sorti del pianeta, lo spirito di sapienza e di umana solidarietà, affinché l’attuale crisi si trasformi in opportunità, capace di favorire una maggiore attenzione alla dignità di ogni persona umana e promuovere un’equa distribuzione del potere decisionale e delle risorse, con particolare attenzione al numero, purtroppo sempre crescente, dei poveri”.
Prima dei saluti nelle diverse lingue, Benedetto XVI ha ricordato a tutti l’inizio dell’Anno sacerdotale, con la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il 19 giugno prossimo. L’Anno sacerdotale, voluto dal papa per sostenere la vocazione dei sacerdoti, cade in coincidenza del 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars (Giovanni maria Vianney). “Affido alle vostre preghiere – ha detto il papa - questa nuova iniziativa spirituale, che seguirà l’Anno Paolino ormai avviato verso la sua conclusione. Possa questo nuovo anno giubilare costituire un’occasione propizia per approfondire il valore e l’importanza della missione sacerdotale e per domandare al Signore di far dono alla sua Chiesa di numerosi e santi sacerdoti”.