Papa: Come vorrei che i vescovi cinesi fossero qui! Ma non sono soli, hanno la solidarietà mia e della Chiesa
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Vorrei fossero presenti all'incontro di oggi" i vescovi cinesi "ordinati negli anni recenti"; essi non sono soli: hanno la solidarietà del Papa e dell'episcopato mondiale. Nella comune fede, questi presuli "sentano che, se a volte possono avere l'impressione di essere soli, più forte è la certezza che le loro sofferenze porteranno frutto - e gran frutto! - per il bene dei loro fedeli, dei loro concittadini e di tutta la Chiesa". Lo ha detto papa Francesco ai vescovi di recente nomina riuniti da tutto il mondo a Roma per il consueto seminario organizzato dalla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli.
Il riferimento del pontefice riflette in particolare la situazione di mons. Taddeo Ma Daqin, eroico vescovo ausiliare di Shanghai costretto da più di due anni agli arresti domiciliari nel santuario mariano di Sheshan per essersi dimesso dall'Associazione patriottica subito dopo la sua ordinazione episcopale. In occasione del secondo anniversario della sua ordinazione (e del susseguente arresto), il card. Joseph Zen Ze-kiun ha rivelato che mons. Ma "di recente ha detto al Santo Padre di non frenarsi nel predicare la verità, nel timore di causare problemi a lui [a mons. Ma]. E ha ragione: solo la verità ci renderà liberi!".
Il ricordo di Francesco per i vescovi cinesi è avvenuto quasi alla fine dell'incontro. "Mentre mi rivolgo a voi - ha detto - non posso fare a meno di andare con il mio pensiero a quei Confratelli che, per varie ragioni, non sono qui con noi. A tutti mando un saluto fraterno e benedicente. Come vorrei, ad esempio, che i Vescovi cinesi ordinati negli anni recenti fossero presenti all'incontro di oggi! In fondo al cuore, però, auspico che non sia lontano quel giorno! Desidero assicurarli non solo della mia e della nostra solidarietà, ma anche di quella dell'Episcopato mondiale perché, nella comune fede, sentano che, se a volte possono avere l'impressione di essere soli, più forte è la certezza che le loro sofferenze porteranno frutto - e gran frutto! - per il bene dei loro fedeli, dei loro concittadini e di tutta la Chiesa".
In precedenza, il Papa aveva spronato i vescovi a guardare e rispondere alla missione fondamentale della Chiesa: annunciare il Vangelo. Per farlo, citando la Evangelii Gaudium, Francesco ha sottolineato come oggi si avverta " l'imperiosa necessità di una conversione missionaria (cfr 19-49);una conversione che riguarda ogni battezzato e ogni parrocchia, ma che naturalmente i Pastori sono chiamati a vivere e testimoniare per primi". Al centro di questa conversione missionaria, ha aggiunto, "c'è il servizio all'umanità, a imitazione del suo Signore che ha lavato i piedi ai suoi discepoli. La Chiesa, in quanto comunità evangelizzatrice, è chiamata a crescere nella prossimità, ad accorciare le distanze, ad abbassarsi fino all'umiliazione se è necessario e assumere la vita umana, toccando la carne sofferente di Cristo nel popolo (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 24)".
"Esempio luminoso" di tale servizio pastorale "sono i santi Martiri coreani, Andrea Kim Taegon, sacerdote, Paolo Chong Hasang e Compagni, la cui memoria liturgica celebriamo proprio oggi. Ancorati in Cristo, Buon Pastore, essi non hanno esitato a versare il proprio sangue per il Vangelo, di cui erano dispensatori fedeli e testimoni eroici". La Chiesa, quindi, "ha bisogno di Pastori, cioè servitori, di Vescovi che sappiano mettersi in ginocchio davanti agli altri per lavare loro i piedi. Pastori vicini alla gente, padri e fratelli miti, pazienti e misericordiosi; che amano la povertà, sia come libertà per il Signore sia come semplicità e austerità di vita. Voi siete chiamati a sorvegliare incessantemente il gregge a voi affidato, per mantenerlo unito e fedele al Vangelo e alla Chiesa. Sforzatevi di dare un autentico impulso missionario alle vostre Comunità diocesane, perché crescano sempre di più con nuovi membri, grazie alla vostra testimonianza di vita e al vostro ministero episcopale esercitato come servizio al Popolo di Dio. Siate vicini ai vostri sacerdoti, curate la vita religiosa, amate i poveri".
Il papa ha concluso con un pensiero anche al prossimo Sinodo sulla famiglia che si aprirà a Roma il prossimo 5 ottobre: "Mi piace sottolineare con voi che le famiglie sono alla base dell'opera evangelizzatrice, con la loro missione educativa e con la partecipazione attiva alla vita delle comunità parrocchiali. Vi incoraggio a promuovere la pastorale familiare, affinché le famiglie, accompagnate e formate, possano dare sempre meglio il loro apporto alla vita della Chiesa e della società".
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