11/10/2009, 00.00
VATICANO
Invia ad un amico

Papa: Cinque nuovi santi, vivere il Vangelo andando controcorrente

Benedetto XVI canonizza un missionario “apostolo dei lebbrosi”, morto anch’egli di lebbra; un vescovo polacco che ha subito l’esilio; un oblato cistercense, proveniente da una ricca famiglia, morto a 26 anni; un domenicano instancabile nella predicazione al popolo; la fondatrice delle Piccole sorelle dei poveri, per l’accoglienza degli anziani abbandonati. Tutti loro hanno donato la vita “senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve in Dio”. All'Angelus sul sagrato, un saluto a sopravvissuti agli attacchi nucleari da Hiroshima e Nagasaki.

Città del Vaticano (AsiaNews) – In una basilica di san Pietro piena di fedeli, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, Benedetto XVI ha canonizzato oggi cinque nuovi santi da diverse nazioni europee: un vescovo, un fratello trappista, due sacerdoti, una suora, alcuni impegnati nella predicazione e nell’azione, altri nella contemplazione. Si tratta di Zygmunt Szczesny Felinski (1822-1895), arcivescovo di Varsavia, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria; Francisco Coll y Guitard (1812-1875), sacerdote domenicano, fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria; Jozef Damiaan De Veuster, (1840-1889), sacerdote della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare (Picpus), il famoso “apostolo dei lebbrosi”; Rafael Arnaiz Baron (1911-1938), religioso trappista; Marie de la Croix (Jeanne) Jugan (1792-1879), fondatrice delle Piccole sorelle dei poveri.

Tutti, ha detto il papa, hanno seguito l’invito di Gesù: "Vieni e seguimi!" (Mc 10, 21). “ Gesù – spiega il pontefice - invita i suoi discepoli al dono totale della loro vita, senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve in Dio. I santi accolgono quest'invito esigente, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto. La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo”.

Nella sua omelia Benedetto XVI, usando diverse lingue, spiega il valore delle diverse figure. Il vescovo Felinski, si è impegnato nell’evangelizzazione e nel sostegno dei poveri, nella difesa degli oppressi durante l’occupazione russa della Polonia; condannato a venti anni di esilio a Jaroslaw sul Volga. “Il suo donarsi a Dio e agli uomini – ha detto il papa in polacco - pieno di fiducia e di amore, diventa un fulgido esempio per tutta la Chiesa”.

Francisco Coll y Guitard con la predicazione ha diffuso fra i giovani e la gente l’amore alla Parola di Dio e al sacramento della riconciliazione.

Ai giovani “che non si accontentano di quello che hanno” il papa offre l’esempio di Rafael Arnaiz Baron, proveniente da una famiglia ricca e dalla personalità “un po’ sognante”, morto a 27 anni come oblato cistercense, considerato uno dei più grandi mistici del XX secolo.

Grande spazio dell’omelia papale è dedicato alla figura eroica di P. Damiano, l’apostolo dei lebbrosi (v. foto), che a 23 anni ha lasciato le Fiandre per andare in missione nelle attuali Hawaii. “Non senza paura e ripugnanza – sottolinea il papa – [p. Damiano] fece la scelta di andare nell’Isola di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano là, abbandonati da tutti; così si espose alla malattia della quale essi soffrivano. Con loro si sentì a casa. Il servitore della Parola divenne così un servitore sofferente, lebbroso con i lebbrosi, durante gli ultimi quattro anni della sua vita. Per seguire Cristo, il Padre Damiano non ha solo lasciato la sua patria, ma ha anche messo in gioco la sua salute: perciò egli – come dice la parola di Gesù che ci è stata annunciata nel Vangelo di oggi – ha ricevuto la vita eterna (cfr Mc 10,30)”.

La sua figura - aggiunge il pontefice forse accennando alla divisione in Belgio fra valloni e fiamminghi -  “ci educa a scegliere le buone battaglie (cf. 1 Tim 1, 18) non quelle che portano la divisione, ma quelle che radunano in unità”.

L’ultima figura è quella di santa Maria della Croce e la sua “opera ammirabile a favore delle persone anziane più indifese”. Il suo carisma, aggiunge, “è sempre di attualità, dato che molte persone anziane soffrono di molteplici povertà e di solitudine, essendo talvolta perfino abbandonati dalle loro famiglie”.

“Vorrei – ha concluso Benedetto XVI - rivolgere a tutti l'invito a lasciarsi attrarre dagli esempi luminosi di questi santi, a lasciarsi guidare dai loro insegnamenti perché tutta la nostra esistenza diventi un cantico di lode all'amore di Dio”.

Alla fine della messa, Benedetto XVI si è recato sul sagrato della basilica, dove erano in attesa altre decine di migliaia di pellegrini radunati nella piazza, con i quali ha recitato l’Angelus. Nella riflessione prima della preghiera mariana, egli è ritornato sul valore della testimonianza dei santi canonizzati oggi.

Ai pellegrini di lingua francese ha chiesto di seguire l’esempio di santa Jeanne Jugan, “ad avere cura dei più poveri e dei più piccoli”; a sostenere con la preghiera e le opere “le persone impegnate con generosità nella lotta contro la lebbra e tutte le altre forme di lebbra dovute alla mancanza d’amore per ignoranza o meschinità”. Il papa ha chiesto loro anche di aiutare i lavori del Sinodo per l’Africa in corso in queste settimane a Roma.

Benedetto XVI ha ricordato la figura di san Damiano anche ai pellegrini fiamminghi: “questo santo sacerdote è stato condotto da Dio a lasciar fiorire la sua vocazione in un ‘sì’ totale. Che l’intercessione di Nostra Signora e dell’apostolo dei lebbrosi liberi il mondo dalla lebbra, ci renda accoglienti all’amore di Dio e ci doni entusiasmo e gioia nel servizio dei nostri fratelli e sorelle”.

Fra i molti pellegrini, il papa ha pure salutato – in lingua inglese – un gruppo di sopravvissuti agli attacchi nucleari di Hiroshima e Nagasaki. “Prego – ha detto il pontefice – che il mondo non sia mai più testimone di una simile distruzione di massa di vite innocenti. Possa Dio benedire tutti voi, come anche le vostre famiglie e le persone che amate nel vostro Paese”.

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: Il sacerdote, come il Buon Pastore, “scartato” dal mondo, dona la vita per le pecore
03/05/2009
Papa: Nell’Anno sacerdotale, imitare san Paolo nella passione per Cristo e per il Vangelo
28/06/2009
Sacerdote cattolico dona un rene per salvare la vita ad un indù
22/09/2009
Papa: il Vangelo e i sacramenti sono la vera missione del prete
01/07/2009
Messaggio per la Pace 2009: i poveri, il tesoro del mondo
11/12/2008


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”