18/03/2013, 00.00
VATICANO
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Papa: 132 delegazioni di Stati e organismi internazionali e 33 di Chiese domani a Roma per l'inizio del pontificato

Lo stemma e il motto di Francesco sono gli stessi che aveva da cardinale. L'anello del pescatore è d'argento dorato. I riti della cerimonia di domani, che cominciano sulla tomba di Pietro. Oggi incontro e pranzo con la presidente argentina.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Saranno 132 le delegazioni di diverso livello di Paesi e organizzazioni internazionali che domani assisteranno alla "Cerimonia di inizio del ministero petrino del vescovo di Roma", che è il papa. A guidarle 31 capi di Stato, e 11 delegazioni DI capi di governo, come Germania e Francia. Altre sono guidate da ministri degli Esteri o altre personalità, come il vicepresidente degli Usa.

Ci saranno anche 33 delegazioni di Chiese e confessioni cristiane: 14 delle Chiese orientali, 10 occidentali, 3 internazionali. Ci saranno il patriarca ecumenico Bartolomeo, il catholicos armeno Karekin II, il metropolita Ilarion per il Patriarcato di Mosca, il segretario del Consiglio ecumenico delle Chiese Olav Fykse Tveit. Molto importante anche la delegazione ebraica, composta di 16 persone, sia di Roma sia del Gran rabbinato di Gerusalemme, sia di organizzazioni internazionali ebraiche. Presenti anche rappresentanti di musulmani, buddisti, sikh e giainisti. Sono alcuni dei dati di presentazione della messa di domani, illustrati oggi da padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede.

Il briefing è stato anche occasione per presentare lo stemma e il motto di papa Francesco. Lo stemma, che è quello che aveva da cardinale, ha fondo azzurro e poi c'è il monogramma di Gesù che è collegato anche alla sua storia di gesuita. Poi c'è una stella che indica Maria e un'altra figura che non è un grappolo d'uva, come può sembrare, ma un fiore di nardo che ricorda Giuseppe. Quindi, ci sono Gesù, Giuseppe e Maria. L'unico cambiamento è che mentre prima aveva il cappello cardinalizio attorno allo stemma, adesso naturalmente c'è la mitria e le chiavi di San Pietro, come aveva il Papa precedente dietro al suo stemma.

Il motto è "miserando atque eligendo" avendo misericordia e scegliendo. La frase viene da un passo di Beda il Venerabile che si riferisce alla vocazione di San Matteo. Gesù vede il pubblicano, ha misericordia di lui, lo sceglie e lo chiama a seguirlo. Quindi, "miserando atque eligendo" è Gesù che ha misericordia e chiama a seguirlo. E questo nella storia anche personale di Bergoglio è un fatto importante: ricorda la sua vocazione personale.

Tornando alla giornata di domani, sarà una messa solenne, legata al ministero petrino, infatti comincia alla tomba di san Pietro e si svolge nella piazza che secondo tradizione è il luogo del martirio di san Pietro, del quale il papa è successore.

Il Papa, dunque, lascia la casa di santa Marta verso le 8.50 per un lungo giro nella piazza con la jeep o la papamobile. Alle 9.15 sarà in sagrestia, da dove va alla tomba di san Pietro, accompagnato dai patriarchi e arcivescovi maggiori delle Chiese orientali cattoliche. Sono una decina, 4 sono cardinali. Tutti recitano una preghiera alla tomba, presso la quale sono conservati l'anello e il pallio, che sono i due segni del ministero petrino che poi verranno consegnati al Papa. Poi il Papa e i patriarchi e, in processione con tutti i cardinali presenti a Roma, il segretario del collegio cardinalizio, due sacerdoti - il superiore dei francescani, padre José Rodriguez Carballo, presidente dell'Unione internazionale dei superiori generali e il preposito dei gesuiti Adolfo Nicolas, che è vicepresidente della stessa organizzazione - escono sul sagrato. Durante la processione verrà cantato il "Laudes Regiae", cioè le lodi del re, "che è Cristo". E' un canto particolarmente solenne fatto di litanie e invocazioni in onore di Cristo. Un aspetto interessante di queste Laudes è che con esso si invocano molti santi e, in questa celebrazione si invocano anche esplicitamente i papi santi, l'ultimo dei quali è san Pio X.

La processione esce dalla porta di sinistra della basilica e, prima che incominci la messa ci sono la consegna del pallio e dell'anello del pescatore, che sono i due segni del ministero petrino. Il pallio viene consegnato e imposto al Papa dal cardinale protodiacono, Jean-Louis Tauran, e il pallio è lo stesso che aveva Benedetto XVI, identico. Dopo la consegna del pallio c'è una preghiera che è fatta dal cardinale protopresbitero, cioè il primo dell'ordine dei presbiteri, che è il cardinale Danneels e infine c'è la consegna dell'anello che viene fatta dal cardinale decano, Sodano, che è il protoepiscopo, cioè il primo dell'ordine dei vescovi.
Per quanto riguarda l'anello, esso, ha ricordato padre Lombardi, si chiama "anello del pescatore", perché San Pietro era un pescatore e Gesù lo ha fatto diventare pescatore di uomini. Però, sull'anello che questa volta il Papa riceverà, è rappresentato San Pietro con le chiavi. Questo anello, in argento dorato, è opera di un famoso artista italiano che si chiama Enrico Manfrini, che ha fatto diverse opere che sono state utilizzate anche nell'arte sacra, e il modello è stato presentato al Papa dal Maestro delle Cerimonie che lo aveva ricevuto da uno dei segretari di Paolo VI, da mons. Macchi e poi mons. Malnati, che ne hanno parlato con il cardinale Re, che lo ha proposto a mons. Marini che lo ha fatto vedere al Papa; che ha scelto, quindi, questo anello tra due o tre possibilità che gli sono state proposte.

Dopo la consegna dell'anello c'è il rito detto della "obbedienza", nel quale si promette obbedienza al papa. Saranno scelti sei cardinali, due per ogni ordine. Non ci saranno rappresentanti delle altre componenti del popolo di Dio, che faranno obbedienza quando il Papa prenderà possesso della cattedrale di Roma, san Giovanni in Laterano, tra qualche settimana.

Dopo questi riti simbolici dell'inizio del ministero petrino c'è la celebrazione della messa, che è quella della festa di san Giuseppe, che è il patrono della Chiesa. Una particolarità è che il Vangelo viene contato in greco. Durante le grandi celebrazioni c'è la tradizione di usare greco e latino per ricordare le grandi tradizioni della Chiesa. In questo caso il Vangelo sarà solo in greco, perché in latino è molto presente nel resto della messa.

Altri aspetti di semplicità, non c'è la processione delle offerte e il Papa non dà la comunione, ma la danno i diaconi sul sagrato e 500 sacerdoti sulla piazza.

A cantare saranno il coro della Sistina e quello dell'Accademia pontificia di musica sacra. All'offertorio, sarà eseguito un raro mottetto di Pierluigi da Palestrina composto per l'inizio del pontificato "Tu es pastor ovium" tu sei il pastore delle pecore. Alla fine si canta il "Te Deum". Non c'è l'Angelus, perché non è domenica.

Dopo la fine della messa, il papa va all'altare centrale, quello della Confessione, dove i capi delle delegazioni dei diversi Paesi lo vanno a salutare.

In proposito, padre Lombardi ha ripetuto che la prassi della Santa Sede è di non fare inviti. La Santa Sede informa, chi vuole viene e chi viene è benvenuto. "Non ci sono privilegiati e non ci sono rifiutati".

Le delegazioni delle Chiese cristiane e delle altre religioni saranno invece ricevute mercoledì nella sala Clementina.

La giornata di oggi, invece, ha visto il Papa a pranzo con la presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner (nella foto), dopo un incontro privato di un 15-20 minuti a Santa Marta. Incontro molto informale. In precedenza,  alle 10 ha ricevuto in udienza con il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone.

Ieri, infine, c'è stato un incontro "molto privato e molto cordiale" con il preposito generale dei gesuiti.

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