Papa a Malta: Solo Dio, non la tecnologia avanzata, può proteggerci dal male
Primo viaggio pastorale di Benedetto XVI dopo la campagna contro di lui e lo scandalo dei preti pedofili. Il papa incontrerà alcune vittime di abusi. Molte voci ci dicono “non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa”. Invece, la relazione col Signore è la chiave della felicità e della realizzazione umana. I sacerdoti devono rispondere come Pietro: Sì Signore, tu sai che io ti amo, e vivere la loro missione di gioia. Il dono di una rosa d’oro per la Madonna di Ta’ Pinu.
Floriana (AsiaNews) – “Si è tentati di pensare che l’odierna tecnologia avanzata possa rispondere ad ogni nostro desiderio e salvarci dai pericoli che ci assalgono. Ma non è così. In ogni momento della nostra vita dipendiamo interamente da Dio, nel quale viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza. Solo lui può proteggerci dal male, solo lui può guidarci tra le tempeste della vita e solo lui può condurci ad un porto sicuro, come ha fatto per Paolo ed i suoi compagni, alla deriva sulle coste di Malta”. È uno dei passi salienti dell’omelia che Benedetto XVI ha tenuto stamane al Piazzale dei Granai a Floriana, davanti a diverse decine di migliaia di persone che hanno accolto in pontefice nel suo secondo giorno di visita sull’isola di Malta.
La visita a questa isola del Mediterraneo si lega al concluso Anno Paolino: Malta infatti è ricordata negli Atti degli Apostoli, come il luogo che ha accolto Paolo dopo una tempesta e un naufragio fortunoso (Atti 27-28). Grazie a quel naufragio, Paolo risiede alcuni mesi sull’isola e predica il vangelo, dando vita alla prima comunità cristiana.
Benedetto XVI prende a esempio quanto i marinai della nave che portava l’apostolo hanno fatto, seguendo le sue indicazioni per salvare tutti durante il naufragio: “Notate come i componenti dell’equipaggio della barca, per poter sopravvivere, furono costretti a gettare fuori il carico, l’attrezzatura della barca ed anche il frumento che era il loro unico sostentamento. Paolo li esortò a porre la loro fiducia solo in Dio, mentre la barca era scossa dalle onde”.
La conclusione è: “ Più di ogni carico che possiamo portare con noi - nel senso delle nostre realizzazioni umane, delle nostre proprietà, della nostra tecnologia - è la nostra relazione con il Signore che fornisce la chiave della nostra felicità e della nostra realizzazione umana”.
Malta, con meno di 500 mila abitanti, è un Paese cattolico nella quasi totalità, con legislazioni che non ammettono il divorzio o l’aborto. La sua posizione nel Mediterraneo e il suo essere una destinazione turistica la mette al crocevia di rapporti con altre culture e mentalità. Il papa esalta la capacità di accoglienza dei maltesi, ma aggiunge che è necessario un discernimento: “Non tutto quello che il mondo oggi propone è meritevole di essere accolto dai Maltesi. Molte voci cercano di persuaderci di mettere da parte la nostra fede in Dio e nella sua Chiesa e di scegliere da se stessi i valori e le credenze con i quali vivere. Ci dicono che non abbiamo bisogno di Dio e della Chiesa”.
E riferendosi al vangelo di oggi (Giov. 21,1-19), della pesca miracolosa dopo una notte infruttuosa, aggiunge: “[I discepoli, tutti esperti pescatori] Lasciati a se stessi, i loro sforzi erano infruttuosi; quando Gesù è rimasto accanto a loro, hanno catturato una grande quantità di pesci. Miei cari fratelli e sorelle, se poniamo la nostra fiducia nel Signore e seguiamo i suoi insegnamenti, raccoglieremo sempre grandi frutti”.
Oltre alla pesca miracolosa, il vangelo ricorda il dialogo di Gesù risorto con Pietro e la triplice domanda "Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu?". “La pesca miracolosa aveva sottolineato la dipendenza degli apostoli da Dio per il successo dei loro progetti terreni. Il dialogo tra Pietro e Gesù ha sottolineato il bisogno della divina misericordia per guarire le loro ferite spirituali, le ferite del peccato. In ogni ambito della nostra vita necessitiamo dell’aiuto della grazia di Dio. Con lui possiamo fare ogni cosa: senza di lui non possiamo fare nulla”.
Questo a Malta è il primo viaggio pastorale del papa dopo l’enorme campagna contro di lui in seguito agli scandali dei preti pedofili; alcuni casi sono avvenuti proprio a Malta. Secondo il direttore della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi, il pontefice incontrerà – ma lontano dall’occhio dei media – alcune vittime di abusi.
Nell’omelia il papa non accenna per nulla agli scandali, ma invita i sacerdoti ad adempiere la loro missione. “Ricordate … la domanda che il Signore Risorto ha rivolto tre volte a Pietro: ‘Mi ami tu?’. Questa è la domanda che egli rivolge a ciascuno di voi. Lo amate? Desiderate servirlo con il dono della vostra intera vita? Desiderate condurre altri a conoscerlo ed amarlo? Con Pietro abbiate il coraggio di rispondere: ‘Sì, Signore, tu sai che io ti amo’ e accogliete con cuore grato il magnifico compito che egli vi ha assegnato. La missione affidata ai sacerdoti è veramente un servizio alla gioia, alla gioia di Dio che brama irrompere nel mondo”.
Benedetto XVI conclude invitando i cattolici maltesi a rafforzare la fede e allo stesso tempo a vivere la missione nei confronti di tutti coloro che incontrano: “Continuate ad esplorare la ricchezza e la profondità del dono di Paolo e procurate di consegnarlo non solo ai vostri figli, ma a tutti coloro che incontrate oggi. Ogni visitatore di Malta dovrebbe essere impressionato dalla devozione della sua gente, dalla fede vibrante manifestata nelle celebrazioni nei giorni di festa, dalla bellezza delle sue chiese e dei suoi santuari. Ma quel dono ha bisogno di essere condiviso con altri, ha bisogno di essere espresso… Ricordate che lo scambio di beni tra queste isole ed il resto del mondo è un processo a due vie. Quello che ricevete, valutatelo con cura, e ciò che possedete di valore sappiatelo condividere con gli altri”.
Alla fine della messa, Benedetto XVI ha aggiunto alcune parole prima del canto del Regina Caeli annunciando il suo dono di una rosa d’oro per la Madonna di Ta’ Pinu, “come segno del nostro filiale affetto”. Egli ha anche chiesto ai maltesi “di pregarla con il titolo di Regina della Famiglia, un titolo aggiunto alle Litanie Lauretane dal mio amato predecessore, Papa Giovanni Paolo II, egli stesso ospite, in varie occasioni, di queste terre”.
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