Papa-Bush: Lavorare con l'Onu per Iraq, Palestina, Africa
Il portavoce della Sala stampa vaticana: "Incontro cordiale"
Città del Vaticano (AsiaNews) - Iraq e Terrasanta in primo piano nell'incontro di oggi tra Giovanni Paolo II ed il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Il Papa li ha citati insieme per chiedere che, con la "attiva partecipazione" della comunità internazionale ed in particolare dell'Onu, si "assicuri un veloce ritorno della sovranità irachena, in condizioni di sicurezza per la popolazione". La creazione di un nuovo governo a Baghdad è per Giovanni Paolo II un "incoraggiante passo avanti, che fa nascere nel Papa l'auspicio che "una simile speranza di pace" possa essere "riaccesa anche in Terra Santa e portare a nuovi negoziati, dettati da un sincero e determinato impegno al dialogo tra il governo israeliano e l'Autorità palestinese". Il riferimento alle vicende di Iraq e Terra Santa ha portato il Papa ad affrontare il tema del terrorismo che a partire dall'11 settembre, "un giorno buio nella storia dell'umanità", "ha sconvolto le normali e pacifiche relazioni tra gli Stati e i popoli". E, "ancora poche settimane fa, altri deplorevoli eventi hanno visto la luce, sconvolgendo le coscienze civili e religiose e creato ulteriori problemi per una serena realizzazione dei valori umani senza i quali né la guerra né il terrorismo potranno essere vinti". Parole nelle quali sembrano poterci essere alcune dei più recenti episodi di violenza, dalla presa e uccisioni di ostaggi alle torture inflitte ai prigionieri iracheni. Il terzo incontro di Giovanni Paolo II con Bush junior, ma il primo dopo lo scoppio della guerra in Iraq è stato definito "molto cordiale" dal portavoce vaticano Joaquin Navarro, che ha parlato di "convergenze" sul processo di normalizzazione in Iraq ed ha sottolineato il riconoscimento del Papa all'impegno americano a favore dell'Africa ed il suo apprezzamento degli sforzi dell'amministrazione per la promozione dei "valori morali" nella società americana, in particolare per quanto riguarda i temi collegati alla famiglia. Arrivato in Vaticano poco dopo le 12, il presidente, in abito blu scuro e cravatta celeste, era accompagnato dalla moglie Laura, nel tailleur nero con velo dello stesso colore, come prevede il protocollo vaticano. Bush teneva molto ad incontrare il Papa, tanto da modificare il programma del suo viaggio in Europa, anticipando l'arrivo a Roma. L'incontro serviva a dimostrare che la crisi nata con l'inizio della guerra in Iraq, alla quale Giovanni Paolo II si era fortemente opposto, era superata. Il presidente Usa cercava anche un avallo all'avvio del nuovo governo iracheno da spendere in sede Onu e di fronte alle polemiche interne. Da parte sua il capo dell'unica superpotenza mondiale si è infatti limitato a poche battute, legate alla consegna della Medaglia della libertà, la massima onorificenza civile degli Usa, spiegando che era stata data al Papa dal Congresso per il suo impegno per la pace, i diritti umani e la difesa della vita. Per il suo governo ha affermato la volontà di promuovere la pace lavorando per la libertà e la dignità umana. Un atteggiamento quasi remissivo verso colui che Bush ha definito "un eroe del nostro tempo", che ha fornito conferme a chi leggeva anche in chiave elettorale l'interesse dimostrato da Bush ad incontrare Giovanni Paolo II. Da parte vaticana c'erano cose da dire agli Usa e Giovanni Paolo II le ha dette. Ha anche rievocato la "inequivocabile posizione" della Santa Sede sul Medio Oriente e Iraq "ben nota" al presidente, grazie a ricordati documenti, contatti diretti e indiretti e passi diplomatici. Ma non si è trattato tanto di un "te l'avevo detto", quanto di una rivendicazione di coerenza per incoraggiare il governo Usa a proseguire sull'unica strada che può portare frutti, quella della collaborazione internazionale in un impegno a raggio mondiale che riguardi quindi anche l'Africa, dove conflitti, malattie e una "degradante povertà" hanno creato situazioni "intollerabili". Una più piena e profonda cooperazione tra gli Stati Uniti e l'Europa, nella parole del Papa, "potrà sicuramente giocare una ruolo decisivo" per risolvere tanti grandi problemi. E l'incoraggiamento si è fatto esplicito nel "possa la sua visita, signor presidente, dare un forte slancio a questa cooperazione" col quale il Papa si è accomiatato da Bush, prima del "Dio benedica l'America".
Per il testo integrale dell'udienza del Papa con il presidente Bush leggi:
http://www.vatican.va/news_services/bulletin/news/14884.php?index=14884&lang=it
http://www.vatican.va/news_services/bulletin/news/14885.php?index=14885&lang=it