Papa, il Libano piange lo "strenuo difensore del paese dei cedri"
Beirut (AsiaNews) Alle 22.00 di sabato sera, mentre molte comunità pregavano per la salute del papa e per la Chiesa, è giunta in Libano la notizia della morte di Giovanni Paolo II.
Nel paese il clima è cambiato: la gente ha iniziato a piangere per la morte del papa, definito da tutti "un grande amico del Libano e uno strenuo difensore dei diritti del paese dei cedri". Tutte le reti televisive e le stazioni radio hanno interrotto la normale programmazione per trasmettere in diretta le notizie che giungevano dal Vaticano. Cristiani, ebrei e musulmani hanno partecipato al dolore della Chiesa cattolica per la perdita del papa "messaggero di pace": il rintocco delle campane ha suonato a lungo, udito in quasi tutto il Libano, per annunciare la scomparsa del pontefice.
Oggi in tutto il Paese si celebrano messe di suffragio per il defunto. Il card. Nasrallah Sfeir, patriarca maronita e presidente dell'Assemblea dei vescovi cattolici del Libano, ha celebrato la messa a Bkerke, la sua sede patriarcale. Durante l'omelia, il porporato ha chiesto a tutti i libanesi di partecipare al lutto della Chiesa che, con la morte del Pontefice, ha perso "una figura unica, che rimarrà nella storia del mondo". Sfeir ha esortato tutti i partecipanti a "rimanere fedeli ai principi insegnati dal Santo Padre".
L'arcivescovo di Beirut, mons. Paul Matar, ha presieduto la celebrazione eucaristica nell'antica chiesa della Madonna del Rosario. Durante l'omelia ha ricordato, con le lacrime agli occhi, la storica visita del papa in Libano nel 1997.
Il presidente della Repubblica, Emile Lahoud, ha proclamato il lutto nazionale per la morte del pontefice. In un messaggio indirizzato a tutta la nazione ha ricordato inoltre "il legame viscerale che ha legato il papa alle sofferenze ed alle speranze del Libano e dei suoi abitanti".
Il Libano è ora in silenzio; le chiese sono affollate di fedeli che hanno risposto all'appello dei loro pastori ed elevano preghiere di suffragio per Giovanni Paolo II. In segno di rispetto, le reti televisive e le radio continuano a trasmettere solo musica classica. (YH)