Pakistan: vaccini per i bambini sopravvissuti al terremoto
Per vaccinare i bambini le squadre Caritas, composte da volontari di tutto il mondo, raggiungono le zone più disagiate del paese. Il racconto di una dottoressa tedesca.
Mansehra (AsiaNews) - "Il distretto di Oghi è nelle montagne", racconta Christina Osiander, medico volontario della Caritas tedesca che conduce una squadra di vaccinazione. "Per arrivare a Oghi bisogna viaggiare mezza giornata, ma la priorità è vaccinare il numero maggiore di bambini".
Il gruppo, formato da studenti e infermieri e coordinato dal Dr. Ajmal, è molto motivato.
Viaggiano ogni giorno per fornire le vaccinazioni principali e ritornano al campo base di Mansehra a notte inoltrata, esausti. "Oggi è stato un giorno impegnativo racconta Osiander abbiamo vaccinato 1200 bambini. Ma sono impressionata di quanto sono motivati i ragazzi. È un ottimo gruppo, operano bene insieme. La squadra lavora anche di notte in centri rurali dove le condizioni sono difficili, non ci sono né luce né acqua".
"Oggi è arrivato una nuovo volontario continua si chiama Munir. Mentre aspettavamo che i vaccini arrivassero al punto di distribuzione, ho notato che stava già parlando con la gente in attesa, si informava sulla situazione igienico sanitaria. Abbiamo bisogno di queste persone, a cui non devi dire cosa fare, ma che lo fanno loro stesse in modo diretto e spontaneo".
Fra i volontari ci sono anche suore infermiere, che si alternano ogni settimana. "Suor Mercia è tornata oggi da Oghi, ed è stata sostituita da suor Michela", ha detto Osiander". A Mansehra non c'è mancanza di volontari: "L'Executive district office (Edo) - spiega Osiander - ha assegnato una zona a ciascuna organizzazione, per evitare che 2 o più gruppi si posizionino nello stesso luogo". "Il nostro programma a Oghi e nei villaggi qui intorno durerà altre 2-3 settimane continua il medico e se ci saranno altre zone da coprire queste ci verranno segnalate dall'Edo".
Ha poi spiegato che nel caso una volta finito il programma a Oghi l'Edo avesse già coperto tutte le zone, la Caritas comincerà un nuovo piano di lavoro, che prevede una serie di visite alle popolazioni che vivono nelle tende o nelle vicinanze delle case diroccate. I gruppi, fra cui lavorano un medico e un'ostetrica, operano nei dintorni dei villaggi di Boi, in Dilola, in Mehra ed altri ancora.
La prossima settimana la volontaria tornerà in Germania: "Appena arrivata racconta - ero molto scoraggiata. Trovavo tutto caotico e mi sembrava che non vi fosse un'organizzazione capace di permettermi di dare il massimo. Ma in pochi giorni mi sono resa conto che il caos è inevitabile subito dopo una tragedia di queste proporzioni".
Ha raccontato che in poco tempo il lavoro è stato organizzato in modo impeccabile, e l'esperienza l'ha soddisfatta molto perché è riuscita a dare il massimo per aiutare gli altri. "Non avevo mai lavorato in una zona colpita da una tragedia simile conclude questa esperienza sarà per me indimenticabile".