Pakistan: cristiani e musulmani in protesta contro il rogo di Lahore
Islamabad (AsiaNews) - Cristiani e musulmani del Pakistan insieme condannano il rogo a un quartiere cristiano di Lahore, dove il 9 marzo scorso 178 case sono state rase al suolo. In segno di rispetto, oggi le scuole cristiane di Lahore e Karachi rimarranno chiuse per l'intera giornata. Ieri migliaia di persone a Faisalabad - tra cui donne, bambini, sacerdoti, suore e attivisti musulmani - hanno organizzato un sit-in nella strada principale della città, terminato in modo pacifico con una preghiera generale.
Intanto, la situazione nel Paese resta tesa: a Islamabad alcune persone hanno aggredito dei cristiani, senza però dare fuoco alle loro abitazioni.
Il rogo alla Joseph Colony di Lahore è avvenuto dopo l'arresto per blasfemia - compiuto un giorno prima - di un giovane cristiano, accusato di aver insultato il profeta Maometto da un barbiere locale.
Ameena Zaman, attivista musulmana per i diritti umani, rivela che "la polizia aveva ordinato ai cristiani della Joseph Colony di evacuare le proprie case 12 ore prima dell'incidente. Se le forze dell'ordine sapevano che ci sarebbe stato un attacco, perché non hanno fatto nulla per salvare i cristiani?".
Per p. Bonnie Mendes, l'attacco di Lahore "mostra in modo inequivocabile le cattive intenzioni che si celano dietro accuse di blasfemia. È un modo premeditato per minacciare, distruggere e depredare le proprietà dei cristiani, e se possibile anche ucciderli".
Secondo Zaman Khan, un attivista musulmano, "quanto accaduto conferma che i nostri leader non considerano le minoranze religiose cittadini uguali agli altri pakistani. Dobbiamo lottare contro questa ideologia che spinge le persone ad attaccare il prossimo" solo perché di un'altra religione.
Dello stesso avviso anche un altro musulmano, Arif Ayyaz, secondo il quale "è il momento di alzare la voce contro l'ineleggibilità dei nostri politici". Tra aprile e maggio prossimi in Pakistan si terranno le nuove elezioni generali.
30/01/2017 12:25