Pakistan: Musharraf a un bivio, dimissioni o ricorso all’esercito
Islamabad (AsiaNews) – Cancellata la partecipazione alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi, il presidente Pervez Musharraf deve affrontare la mozione di impeachment chiesta ieri dal leader del Partito del popolo e vedovo di Benazir Bhutto, Asif Ali Zardari, e da Nawaz Sharia, ex premier e leader del partito Lega musulmana pakistana-N, secondo maggior partito della coalizione di governo.
Ieri sera Musharraf ha consultato i suoi legali, ma le vie che può percorrere sono obbligate: la prima, pacifica e democratica, prevede le dimissioni; la seconda, seguendo la procedura costituzionale, comporta lo scioglimento del Parlamento e di quattro assemblee provinciali, ma per far questo deve contare sul sostegno dell’esercito.
Nel caso in cui egli decida di affrontare il voto di fiducia e il responso risulti negativo, Musharraf sarà sottoposto a impeachment con le seguenti accuse: ostacoli al processo democratico nel Paese; indebolimento della federazione attraverso scelte politiche discutibili; affossamento dell’economia, che attraversa una fase di impasse; aver determinato una profonda crisi energetica; non aver rassegnato le dimissioni nonostante la mozione di sfiducia e la sconfitta elettorale dello scorso febbraio.
La costituzione del Pakistan prevede che il Parlamento possa destituire il presidente se i due terzi dell’assemblea – Camera e Senato – votano a favore; Musharraf sarebbe quindi il primo Capo di Stato nella storia del Paese a perdere la carica attraverso una procedura di questo tipo. Il suo principale oppositore, Asif Ali Zardari, si è mostrato fiducioso nella conferenza stampa di ieri: “Abbiamo i voti necessari e abbiamo il coraggio per intraprendere la procedura”, ha affermato ai cronisti, sottolineando che in caso di voto “il 90% dei Parlamentari voterebbe per l’impeachment”.