Pakistan in festa: dopo Musharraf preoccupa la guerra al nord e l’economia
Lahore (AsiaNews) – A poche ore dalle dimissioni di Musharraf, il Pakistan è in festa; per gli attivisti per i diritti umani, dopo la dittatura, è importante ricostruire una società libera e un’economia stabile.
Ieri sera in serata, Fehmida Mirza, presidente del parlamento, ha accettato le dimissioni di Musharraf e il presidente del senato, Muhammadmian Soomro, è divenuto il presidente ad interim. Intanto operai, sindacalisti, studenti, rappresentanti della società civile e avvocati celebrano quella che essi definiscono la loro “lotta vittoriosa”. In molte parti della nazione la gente, per festeggiare, distribuisce dolci ai passanti, fa volare palloncini e domanda al governo di re-integrare i giudici che Musharraf aveva deposti. Alcuni leader hanno promesso che in due o tre giorni tutti i giudici saranno reintegrati.
Molte persone domandano che l’ex presidente sia portato in tribunale, per essere giudicato su crimini “contro la nazione”. Aitzaz Ahshan, presidente dell’associazione degli avvocati della Corte suprema, ha chiesto che Musharraf riceva un processo giusto e risponda alle accuse di “tradimento”.
Bilawal Bhutto Zardari, figlio di Benazir Buttho e capo del Partito popolare pakistano, ha suggerito che uno del suo partito sia il nuovo presidente, ma si è auto-escluso dalla selezione perché impegnato nei suoi studi in Gran Bretagna. Commento delle dimissioni di Musharraf , egli ha dichiarato: “Dopo il martirio di mia madre, avevo detto che la miglior vendetta è la democrazia. Oggi queste parole si dimostrano vere”.
Asma Jahangir, presidente della Commissione per i diritti umani in Pakistan, ha detto che “nessuna lacrima sarà versata per Musharraf”. Ma mentre “abbiamo buone ragioni per celebrare la vittoria, il presente ha bisogno di molta sobrietà”. La gente ha molte attese e il Paese deve cercare di tirarsi fuori da tutti i problemi creati dalla dittatura. “I temi che vanno affrontati senza ritardo – ella dice – sono: fermare le rivolte [dei musulmani radicali – ndr] nel nord e prendersi cura degli sfollati; un programma veloce per affrontare la crisi economica, specie il caro-vita e la disoccupazione; l’urgenza di garantire una vita sicura e in libertà” (QF)
18/08/2008