Pakistan, violenze sistematiche contro le minoranze. E il governo non interviene
di Qaiser Felix
È quanto emerge dal rapporto 2009 della Commissione Usa sulla libertà religiosa. Leader talebano promette una guerra totale contro un esecutivo “nemico dei musulmani”. Ministro cattolico sottolinea l’impegno a favore delle minoranze e ricorda che la libertà religiosa è un diritto sancito dalla Costituzione. A Karachi raccolta firme contro gli estremisti nello Swat.
Islamabad (AsiaNews) – Le violenze contro minoranze religiose sono una prassi comune in Pakistan. È quanto afferma il rapporto 2009 della Commissione Usa sulla libertà religiosa, che inserisce il Paese fra le 13 nazioni al mondo in cui le violazioni sono “condonate” o “sostenute” dal governo. Il documento sottolinea una “crescita incontrollata delle violenze confessionali” da parte di gruppi estremisti “che operano in Pakistan e all’estero”, favorite da una “mancanza effettiva di controllo da parte delle autorità nei confronti dei movimenti estremisti islamici”.
Una conferma arriva dalle ultime dichiarazioni dei talebani nella Swat Valley, che bollano il governo di Islamabad “nemico dei musulmani”. Muslim Khan, portavoce degli estremisti, promette una guerra totale: “Martiri o vincitori”, aggiungendo che alcuni elementi nell’esercito e fra i leader politici “cercano di sabotare il processo di pace per accontentare gli Stati Uniti”. Maulana Abdul Aziz, ex imam della moschea rossa di Islamabad – uscito da poco di prigione – afferma che le recenti violenze nello Swat sono una reazione all’assalto alla moschea nel 2007, durante la quale morirono “ufficialmente” 86 persone.
Dal fronte governativo arriva l’impegno a tutelare le minoranze perseguitate. Shahbaz Bhatti, Ministro pakistano per la difesa delle minoranze, sottolinea che “il governo crede nei principi della tolleranza, uguaglianza e coesistenza pacifica”. Bhatti, cattolico, condanna la richiesta della jizya – la tassa che i non-musulmani devono versare alla comunità islamica – nello Swat e ricorda che le minoranze non sono comunità conquistate, ma figli della patria e cittadini legittimi. Assicurando un miglioramento della situazione, il Ministro cita l’articolo 20 della Costituzione pakistana in cui è garantito “il diritto di professare e praticare la fede religiosa in maniera libera e senza discriminazioni”.
Sabato scorso, a Karachi, membri della società civile e attivisti hanno lanciato una campagna di raccolta firme contro i talebani e l’imposizione della Sharia – la legge islamica – nello Swat.
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