Pakistan, si è chiuso il World Social Forum 2006
"La presenza visibile dei cattolici durante il Forum dice ad AsiaNews il vescovo di Karachi - è per noi motivo di grande gioia".
Karachi (AsiaNews) La "presenza visibile" della comunità cattolica durante il World Social Forum (Wsf) del 2006 "è stata una grande gioia ed un'opportunità per noi. Siamo felici di aver potuto contribuire alla preparazione dell'evento, di cui la Caritas pakistana è stata promotrice e punto chiave".
Con queste parole mons. Evarist Pinto, arcivescovo di Karachi, commenta ad AsiaNews la l'ultimo incontro annuale del Forum, che si è svolto nella sua città dal 24 al 29 marzo: gli altri due sono stati a Bamako (Mali) ed a Caracas (Venezuela). I delegati attivisti sociali, intellettuali e pensatori - sono giunti da 58 Paesi diversi.
I lavori sono iniziati con una sessione plenaria nel Complesso sportivo municipale, nella Kashmir Road, dove si sono incontrate circa 10 mila persone riparate da tendoni montati per l'occasione. Buleh Shah e Shah Adula Latif, poeti mistici del Punjab e del Sindh, hanno recitato le loro poesie davanti alla folla.
"E' per noi motivo di grande orgoglio dice il presule che l'evento sia stato ospitato dalla nostra nazione e, nello specifico, dalla nostra città. Desidero ringraziare l'Istituto nazionale di teologia cattolica ed il seminario di Cristo Re, che hanno giocato un ruolo molto importante per la buona riuscita del Forum".
"Abbiamo visto un sentimento di amicizia ed armonia fra tutti i partecipanti riprende mons. Pinto tutti uniti dallo scopo comune di creare un mondo migliore. D'altra parte, il tema dell'incontro era proprio 'Un altro mondo è possibile'".
Fra i relatori dell'assemblea di Karachi, molti hanno voluto sottolineare che "è possibile la nascita di un nuovo mondo, diverso da quello dominato dalla cultura neo-coloniale dell'Occidente, che promulga l'ingiustizia sociale con l'uso dell'economia e dei media".
Asma Jehangir, presidente della Commissione per i diritti umani del Pakistan, ha parlato del concetto di libero mercato, che "aiuta lo spostamento libero di beni e capitali ma non permette ai lavoratori di attraversare i confini in cerca di lavoro migliore o prosperità".
Il Wsf è stato fondato a Porto Alegre (Brasile) con lo scopo di combattere la povertà, la degradazione ambientale e le malattie in giro per il mondo: fra gli argomenti trattati vi sono l'ingiustizia sociale, i diritti dei lavoratori e delle minoranze, le problematiche dei disabili e delle donne. Secondo i fondatori, è ingiusta la globalizzazione del mercato basata su una società capitalistica.
10/04/2018 09:07