Pakistan, movimento popolare di sensibilizzazione contro la legge sulla blasfemia
di Fareed Khan
La normativa prevede l’ergastolo o la morte per chi profana il Corano o ingiuria il profeta Maometto. Varata nel 1986, è diventata uno strumento di oppressione contro le minoranze religiose. Cristiani e attivisti per i diritti umani promuovono incontri e convegni per l’abrogazione, nonostante le minacce dei fondamentalisti.
Islamabad (AsiaNews) – Esponenti della società civile pakistana hanno organizzato una due giorni di incontri per discutere della controversa legge sulla blasfemia, norma del codice penale che prevede l’ergastolo o la condanna a morte per chi profana il Corano o ingiuria il profeta Maometto. Il primo convegno è in programma oggi a Karachi, nella provincia meridionale di Sindh; domani sarà la volta di Rawalpindi, nella provincia settentrionale del Punjab.
Il gruppo attivista Resistenza popolare (Pr) ha proposto per oggi, a Karachi, una tavola rotonda dal titolo “La legge sulla blasfemia: una valutazione oggettiva da un punto di vista religioso, legale e sociale”. I membri spiegano di essere “profondamente turbati” per i recenti incidenti avvenuti “a Gojra e in altri luoghi, dove molte persone innocenti hanno subito violenze vergognose e distruzioni”. Essi intendono promuovere “un dialogo schietto e aperto” che mira a “comprendere a fondo la legge sulla blasfemia e le implicazioni per la nostra società”.
Domani, 25 ottobre a Rawalpindi, un’altra organizzazione cristiana – il Pakistan Christian Congress (Pcc) – ha in calendario una “conferenza” che riunisce “tutti gli schieramenti cristiani” per discutere le modalità da seguire per l’abrogazione delle Sezioni 295 B e C del codice penale pakistano.
Nazir Bhatti, presidente Pcc, afferma che “l’incontro dovrà rappresentare una pietra miliare per lanciare un movimento pacifico di protesta, che porti alla cancellazione della controversa legge sulla blasfemia in Pakistan”. In origine l’evento doveva toccare tre fra le più importanti città del Paese; in seguito a minacce degli estremisti e per la situazione di estrema instabilità politica, gli organizzatori hanno deciso di circoscriverla alla sola Rawalpindi. “Il Pcc ha sospeso i summit a Karachi e Lahore – chiarisce Nazir Bhatti – in seguito a intimidazioni giunte da fondamentalisti islamici”.
A metà ottobre il Ministro per gli affari religiosi ha organizzato una due giorni di discussioni a Islamabad, sui passi da seguire per promuovere emendamenti alla legge sulla blasfemia. Il vertice si è però concluso senza alcun risultato concreto ed è stato aggiornato al gennaio del 2010.
Secondo dati della Commissione nazionale giustizia e pace della Chiesa cattolica (Ncjp), dal 1986 all’agosto del 2009 almeno 964 persone sono state incriminate per aver profanato il Corano o diffamato il profeta Maometto. Fra questi 479 erano musulmani, 119 cristiani, 340 ahmadi, 14 indù e altri 10 di altre religioni. Essa costituisce anche un pretesto per attacchi, vendette personali o omicidi extra-giudiziali: 33 in tutto, compiuti da singoli o folle inferocite.
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